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Festa-Snai: lettera aperta dei lavoratori a Pierluigi Bersani

Gent.le Segretario,
Le scriviamo perché anche noi, come lei, crediamo che senza lavoro non c’è piena cittadinanza, né piena dignità della persona in quanto il lavoro non è solo produzione, ma anche rete di relazioni, dimensione psicologica, progetto e speranza: è la parte di possibilità che ciascuno di noi ha di trasformare il mondo in cui vive.
Per questo le raccontiamo la nostra storia. Siamo un gruppo di lavoratori di Roma, della società Festa Srl  del Gruppo Snai, leader in Italia nel mercato dei giochi e delle scommesse. Festa si occupa di attività di call center, ha una sede a Lucca dove svolge attività di inbound e due sedi a Roma per l’outbound. Solo per le sedi romane di Tor Pagnotta e Bufalotta, la società ha discusso e sottoscritto con il solo sindacato della Fistel – Cisl un accordo aziendale, che sostituisce di fatto tutti i contratti in essere con i propri dipendenti (Ccnl commercio per i dipendenti Festa e Ccnl Telecomunicazione per i dipendenti Faste – società 100% Festa). La Cisl, è importante dirlo, non aveva alcun mandato al momento della firma dell’accordo, non avendo al 23 marzo 2011 alcun iscritto in azienda. Mentre, invece la Filcams Cgil che aveva proprie Rsa in azienda, benchè lo avesse richiesto, non è stata proprio invitata al tavolo della discussione.
Nella premessa dell’accordo leggiamo che Fistel Cisl e Festa Srl si propongono di migliorare le condizioni dei collaboratori a progetto.
Il nuovo accordo aziendale, a guardarlo bene, è il solito pacco vuoto. Meno di un anno fa, l’azienda ha diminuito la paga dei cosiddetti “contatti utili” (le telefonate chiuse definitivamente a seguito di una conversazione) da 6 a 4 euro. Ovviamente, sono importi lordi.
Le nuove paghe contenute nell’accordo sono calcolate in base alla sostenibilità aziendale, che non si sposa di certo con la sostenibilità degli operatori.
L’azienda può assumere tutti con un contratto part – time per assicurarsi un basso costo del personale e non pagare nessuno straordinario, ma solo ore “supplementari”. La nuova paga è costituita da una fisso di 400 euro lorde e una variabile che viene assegnata solo a chi raggiunge gli obiettivi stabiliti dall’azienda. Obiettivi che vengono calcolati sul mese di attività, e che non vengono riparametrati in caso di malattia o ferie, rendendone di fatto impossibile il raggiungimento. Tutto questo non è in contrasto con la nostra Carta Costituzionale che invece si preoccupa di tutelare il lavoratore da simili abusi?
Pur essendo stato studiato accuratamente per “regolamentare” un’attività esclusivamente telefonica outbound, questo accordo però lo hanno proposto anche a noi con un contratto a tempo indeterminato regolato dal Ccnl del Commercio. Cosa c’entriamo noi? Eppure chi ha deciso, legittimamente, di non firmare, è stato posto prima in un regime di ferie forzate (in un periodo temporale in contrasto con quanto disposto dalla legge) e poi inviato in trasferta a Lucca con la “promessa” del trasferimento definitivo nella sede toscana dell’azienda, a partire da settembre. Per la trasferta Festa non ha tenuto nulla in considerazione, neppure che nel gruppo vi fosse una mamma in periodo di allattamento (che ha dovuto lasciare a Roma il proprio bambino) e due persone sotto il regime della legge 104/92 che dovevano assistere dei familiari invalidi. Senza contare che una volta a Lucca, ci hanno messo a fare lavoretti da ragazzi di bottega, dequalificando le nostra mansioni. Senza quella firma è iniziato per noi un vero e proprio calvario.
Poi ci sono i lavoratori di Festa  e per loro la minaccia è la chiusura della società e il licenziamento. Possono sempre però essere assunti a Festa con il nuovo accordo e perdere il loro attuale Ccnl telecomunicazioni.
Il contenuto dell’accordo che ci è stato consigliato di firmare è ben lontano dal principio dell’art. 36 della Costituzione che detta che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
A nostro avviso, sono accordi come questi che mirano a modificare la Costituzione svilendone e svuotando di ogni significato i valori che vi sono affermati e sono provvedimenti come quelli applicati dall’azienda, che abbattono giorno dopo giorno la dignità ed il rispetto che dovrebbero essere alla base di ogni rapporto lavorativo. Si sta modificando la nostra Carta fondamentale senza passare per il Parlamento e si stanno demolendo con questi piccoli accordi aziendali, che all’apparenza sembrano innocui e circoscritti, decine di anni di lotte sindacali e persino lo Statuto dei diritti dei lavoratori.
A lei, Segretario e a tutti quei parlamentari che si sono spesi in nostro favore in questi giorni, con dichiarazioni di vicinanza e condanna per l’atteggiamento della Festa Snai, chiediamo a questo punto un aiuto concreto, non dettato dalle ragioni di “partito” ma dal buon senso. La nostra non è una battaglia aziendale, bensì una riscossa sociale contro tutti gli abusi dei padroni, che sempre più spesso considerano i lavoratori delle merci e non delle persone. Ci spieghi e ci aiuti a comprendere concretamente quella sua frase che dice “l’interrelazione tra diritto del lavoro e diritti di cittadinanza è l’orizzonte nuovo della politica”.
Il lavoro è per tanti cittadini come noi la “Nostra buona ragione” e speriamo in un suo intervento perché non si debbano più vivere situazioni come quelle che stiamo vivendo noi.
In attesa di un suo riscontro
I Lavoratori di Festa – Snai
(Lettera Firmata)

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