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Stato di allerta e scuole aperte a Genova, non si placa la polemica

di Mario Masi

A leggere le dichiarazioni riportate sui media del sindaco di Genova c’è da diventar pazzi. Marta Vincenzi riprende i suoi concittadini che non hanno rispettato lo stato di allerta: “Vuol dire che non ci deve essere nessuno per strada o in auto nelle zone esondabili. Bisogna mettersi in salvo. Non c’è altro da fare. Allerta due vuol dire questo, piogge di straordinaria entità. Lo abbiamo visto l’anno scorso a Sestri Ponente e oggi, in questo modo così cruento e imprevedibile. Non c’è modo di prevevedere o prevenire eventi simili”.

“Sono due giorni che diciamo che ci sarà un’allerta 2 – ha aggiunto la Vincenzi – e che, in questa situazione, non si devono utilizzare i mezzi privati. Abbiamo assistito a decine di salvataggi da parte dei vigili del fuoco che hanno soccorso persone che si erano messe in pericolo da sole. Sono le azioni individuali che vanno modificate. Se c’è una cosa di cui mi rammarico, è di non aver fatto più terrorismo, di non aver lanciato un messaggio ancora più forte ai genovesi. È come se ci fosse una guerra in corso. Bisogna correre in salvo”.

(Ansa)

Ma la Vincenzi da un lato esortata i suoi concittadini a non uscire per strada e tantomeno a usare mezzi privati e dall’altro non deciso di non chiudere le scuole.

Idea nefasta? Dimenticanza? Macchè! Per la Vincenzi è stato un bene. “I bambini si sono salvati stando a scuola – dichiara il sindaco a ‘Repubblica’. “Se fossero stati per strada o in macchina sarebbe stato molto peggio. Se la gente deve andare a lavorare e il giorno prima comunichi che la scuola è chiusa, tutti prendono le macchine per portare i bambini dai nonni. Tenere aperte le scuole ha significato dare una possibilità in più alle famiglie. E nelle scuole aperte si è rifugiata anche tanta gente che era in giro e non aveva trovato riparo alternativo”.

Peccato che Angela Chiaramonte, 40 anni, è stata sorpresa dall’acqua dopo aver recuperato il figlio a scuola e Maria Costa, detta Serena, diciannovenne, è morta per essere andata a prendere il fratello di 14 anni.

Era davvero prevedibile una sciagura simile?

Per il WWF “l’evento tragico di Genova era stato annunciato come eccezionale, era quindi prevedibile e non è stato tra i peggiori (nel 1970 scese molta più acqua). Non reggono quindi le giustificazioni di molti politici. La situazione è complessa e non ha risoluzioni semplici nè tanto meno a breve periodo.”

L’Istituto di Ricerca e Protezione Idrogeologica del Consiglio  Nazionale delle Ricerche, Cnr-Irpi, ha fornito i dati sugli eventi calamitosi occorsi in liguria nelgli ultimi cinquant’anni. Nel periodo tra 1960 e il 2010 sono stati 27 gli anni in cui si è registrato almeno un evento di frana o di inondazione in Liguria che ha causato vittime (morti, feriti, dispersi). In alcuni casi, si sono verificati più eventi a distanza di pochi mesi. Nello stesso periodo, ci sono stati almeno 65 eventi che hanno causato sfollati e/o senzatetto.

I comuni interessati da eventi di frana e/o inondazione con danni alla popolazione sono 39 (pari al 6% dei comuni liguri), alcuni dei quali colpiti più di una volta. La maggior parte degli eventi ha coinvolto comuni classificati dall’Istat come ‘Comuni di montagna e di collina litoranea’. Il comune di Genova risulta quello che storicamente ha subito il maggior numero di eventi (5 eventi di frane e 6 inondazioni) e di vittime (78, di cui 31 causate da movimenti franosi e 47 da eventi di inondazione). Fra il 2000 e il 2010, la Liguria è stata interessata da almeno sette eventi di frana o di inondazione gravi, che si sono verificati nel 2000, 2002, 2008, 2009 e 2010. L’evento del 2000 è stato forse il più grave, causando sia numerosi movimenti franosi sia inondazioni nelle province di Imperia e Savona e provocando in totale 7 vittime.

L’evento dell’ottobre 1970. Nei giorni 7-8 ottobre si registrarono piogge localizzate ma molto intense, con più di 900 mm di pioggia in 24 ore, pari al 90% della media annua, che causarono inondazioni e numerose frane. Genova fu sconvolta dall’esondazione di più corsi d’acqua e i torrenti Polcevera, Lerio e Bisagno superarono gli argini in vari punti. La città registrò i danni maggiori, ma furono colpiti altri 20 comuni nelle province di Genova e Alessandria. Complessivamente, l’evento provocò 44 vittime e almeno 2000 sfollati/evacuati.

La Tabella elenca il numero di eventi e il numero di vittime nel catalogo storico in ciascuna delle quattro province della Liguria, nel periodo di 51 anni fra il 1960 e il 2010.

Regione Liguria – Periodo 1960 – 2010 (51 anni)

Inondazioni

Frane

Eventi

Vittime

Eventi

Vittime

Genova

28

65

9

38

Imperia

6

10

12

17

La Spezia

2

4

4

4

Savona

7

10

7

11

Totali

43

89

31

77

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