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Roma Capitale e sviluppo sostenibile

di Paolo Cappelli
“Roma sostenibile – L’Europa per una città a impatto zero” è un’iniziativa volta a informare i cittadini delle opportunità e dei vantaggi offerti da comportamenti virtuosi dei singoli e delle attività svolte da Roma Capitale. Ospiti dell’Aranciera di San Sisto si sono alternati amministratori locali, rappresentanti di associazioni e cittadini. Gli interlocutori hanno cercato di fornire risposte ad alcune semplici domande: cosa significa sostenibilità, qual è l’impatto dei cambiamenti climatici a causa e per le città, come intervenire sul degrado e sul decoro negli agglomerati urbani, come migliorare la qualità dell’aria abbattendo le emissioni di anidride carbonica, con particolare riferimento al traffico veicolare, come impiegare le fonti alternative e naturali di energia, il tutto al fine di concepire, definire e costruire un sistema virtuoso che mira alla sostenibilità.
La mattinata è stata dedicata alla presentazione del Progetto Life Plus, strumento di azione rivolto alle politiche ambientali comunitarie, mentre il pomeriggio ha visto una tavola rotonda su “Roma Capitale, capitale europea della sostenibilità ambientale”.
In particolare, il Progetto Life Plus – spiega il sito del Ministero dell’Ambiente – è un “unico strumento finanziario per l’ambiente, il cui obiettivo principale è di offrire un sostegno specifico, a livello comunitario, alle misure e ai progetti aventi valore aggiunto europeo per l’attuazione, l’aggiornamento e lo sviluppo della politica e della normativa comunitaria in materia di ambiente, più in particolare per la realizzazione del Sesto programma di azione comunitario per l’ambiente”.
Tra i diversi esperti e relatori che si sono alternati, compaiono, tra gli altri, esponenti di primo piano e pienamente coinvolti a livello locale ed europeo, come Marco Visconti, Assessore all’Ambiente di Roma Capitale, Fabrizio Ghera, Assessore ai Lavori Pubblici e alle Periferie di Roma Capitale, Andrea De Priamo, Presidente della Commissione Ambiente e Verde Pubblico di Roma Capitale, Federico Rocca, Delegato alle Politiche Europee di Roma Capitale, Marco Scurria, Capogruppo PPE della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, Piergiorgio Benvenuti, Presidente di AMA SpA, Claudio Baffioni, Responsabile Operativo dell’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici di Roma Capitale, Salvatore Cappello, Amministratore Delegato di AMA SpA, Giampiero Joime, Segretario Generale dell’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici di Roma Capitale, Tullio Scotti, Direttore Generale Fondazione Bioparco di Roma e Fabio De Lillo, già Assessore all’Ambiente di Roma Capitale.
Importante, è stato sottolineato nelle relazioni, il rapporto tra economia ambientale, la cosiddetta “green economy”, e la sostenibilità. Nel corso degli anni, si è fatto riferimento alla green economy come possibile strumento per accelerare la ripresa economica e risolvere gran parte delle problematiche climatiche e ambientali di oggi e di domani. Ritornare a crescere come lo si faceva prima della crisi economica (o possibilmente anche di più) rappresenta un obiettivo ambizioso per i governi nazionali e, di riflesso, locali. Un serio investimento in termini economici e industriali in questo senso potrebbe generare sì crescita, ma anche comportare l’utilizzo di risorse naturali ed energia (combustibili fossili, materie prime ecc.) in misura molto maggiore, generando una sorta di circolo vizioso in cui la crescita auspicabilmente sostenibile porterebbe a emissioni quantitativamente superiori di gas serra.
Proprio per questi motivi, al fine di concentrare gli sforzi ambientali sulla sostenibilità, è stato istituito il Patto dei Sindaci, nell’ambito del quale, i firmatari si impegnano a presentare, in un quadro articolato di iniziative, un Piano d’azione per l’energia sostenibile e le azioni programmate. Le finalità del Patto non si concentrano solo sull’aspetto energetico, ma mirano anche alla creazione di posti di lavoro, alla definizione di ambienti più sani e salubri e a una maggiore indipendenza energetica.
Roma Capitale, come già fatto da altre amministrazioni comunali in tutta Italia, ha definito il PAES, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, previsto dal Patto dei Sindaci, con l’obiettivo di creare condizioni di sostenibilità ambientale e di sviluppo economico. Su incarico dell’Amministrazione capitolina, il Centro di ricerca CITERA dell’Università di Roma “La Sapienza”, diretto dal Prof. ing. Livio de Santoli, ha elaborato un documento preliminare del PAES sulla base di un workshop tematico svolto a Roma nel dicembre 2009 e del Master Plan per lo sviluppo energetico ed economico della città preparato da Jeremy Rifkin, contenente l’indicazione delle strategie da seguire, dei settori prioritari di intervento e delle possibili azioni di miglioramento in linea con le direttive comunitarie.
Successivamente il documento definitivo è stato redatto dall’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici. La preparazione del PAES, assai complessa e articolata, è stata frutto di un lavoro corale da parte di tutti i Dipartimenti di Roma Capitale che hanno collaborato alla stesura del documento per le diverse parti di competenza. Inoltre l’Osservatorio si è avvalso della collaborazione di Enti e Aziende quali l’Agenzia delle Dogane, Snam Rete Gas, Acea S.p.A, ENEA e ISTAT e, per ricostruire la complessa serie storica delle emissioni clima-alteranti, del supporto dell’ISPRA.
Uno specifico accento è stato posto da Salvatore Cappello, Amministratore Delegato di AMA, l’Azienda Municipalizzata per l’Ambiente, sulla necessità di una partecipazione attiva della cittadinanza nella gestione del ciclo dei rifiuti, argomento su cui è tornato anche l’On. Marco Scurria nell’intervista che ci ha concesso.
Nel Suo intervento ha parlato del Patto dei Sindaci. Come si lega questa importante iniziativa alla sostenibilità nelle città?
Il Patto dei Sindaci trova la sua ragion d’essere proprio nella sostenibilità che mira a rendere perseguibile un complesso insieme di attività nelle città europee aderenti. Ma l’obiettivo oggi non è fermarsi unicamente a quanto stabilito nel patto, cioè il 202020, ma di andare oltre, facendo ancora di più. Parlo di attività sostenibili anche economicamente non solo attraverso i finanziamenti ma anche nel miglior impiego e nella miglior destinazione dei fondi disponibili, ad esempio rendendo più efficienti il riscaldamento e l’illuminazione delle infrastrutture e degli spazi pubblici, ma anche – e questo è uno dei principali obiettivi del Patto – intervenendo e incidendo sui comportamenti individuali.
Come parlamentare europeo, Lei vive una condizione di osservatore privilegiato. Non ha l’impressione, confrontandosi anche con i colleghi di altre nazioni, che gli italiani facciano un po’ orecchie da mercante in questo senso?
Le rispondo con l’esempio del cartello che dice che qualcosa è “severamente vietato”. Di fatto, o un certo comportamento è vietato, oppure non lo è. Per contro, in Europa abbiamo esempi che fanno ben da contrappeso al comportamento italiano, esempi in cui, senza scendere nello specifico, si può riscontrate una certa “rigidità”. Proprio per questo, si crede fortemente, proprio a livello europeo e di riflesso nazionale, che sia possibile riuscire ad andare oltre gli obiettivi fissati nel Patto dei Sindaci. Questo, però, a un certo punto avrà bisogno di scelte politiche. Non è possibile, infatti, chiedere alle nostre aziende di osservare compiutamente gli obblighi ambientali quando aziende straniere e interi Paesi, come quelli in via di sviluppo, non si pongono alcun problema ad operare senza rispetto alcuno per l’ambiente stesso.
Però molti di questi Paesi rivendicano il diritto allo sviluppo e dicono di comportarsi come hanno fatto finora i Paesi sviluppati.
È vero, ma c’è un’importante differenza. In primo luogo, i Paesi emergenti si sono finora sviluppati senza regole e senza considerazione per l’inquinamento. In secondo luogo, i Paesi sviluppati hanno saputo e voluto accompagnare il proprio sviluppo con la definizione di regole certe e diritti per i lavoratori, cosa che in altre zone del mondo – dove il lavoro minorile è la regola – non avviene.
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Approfondimenti:
pagina del Ministero dell’Ambiente dedicata al Progetto Life+
il Progetto Life+ sul sito della Commissione Europea (in inglese)
Patto dei Sindaci

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