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'L’amante di Goebbels': Anna Kanakis riscatta un amore violentato dalla storia

Anna Kanakis

di Annalisa Sofia Parente

Ieri pomeriggio, presso la libreria Fandango a Roma, Irene Pivetti e Bruno Vespa hanno presentato l’ultimo romanzo della poliedrica Anna Kanakis : L’amante di Goebbels (Marsilio editore, 2011, pp. 160 , Euro 16.00).

Siamo nella Berlino del 1936 e il diabolico Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del Terzo Reich e valido seguace del Furer, cede ad una relazione extra coniugale con la promettente  attrice cecoslovacca Lida, e se ne innamora. Uomo spregiudicato e manipolatore, Goebbels controlla con i suoi tempi e la sua volontà la vita della giovane attrice che si muove tra il set dove lavora e l’appartamento mesto dove aspetta che l’autista del Ministro venga – se verrà- a prenderla. Seppur ingiusto, dispari e drammatico, l’amore tra Joseph e Lida esiste e trascende la leggerezza degli ordinari tradimenti di Goebbels. Di questo si accorge Magda, disumana e gelida moglie del Ministro, sacerdotessa  feroce della religione hitleriana; Magda, benché disposta ad essere tradita nella carne, non  sopporta  però di  essere soppiantata nel suo ruolo di First Lady e  pertanto cerca aiuto nel Furer per arginare la piena di un amore ‘pericoloso’. E ci riesce. Joseph lascia Lida Baarova, su ‘suggerimento’ del Furer e la polizia nazista la costringe a lasciare la Germania, essendo stata dichiarata ‘persona non gradita’al governo tedesco. Da questo momento la vita della giovane attrice diventa un percorso solitario e ramingo in cui Lida riesce solo a brancolare, avendo perso la bussola del suo, seppur opinabile, amore.

Qualche anno fa lessi un articolo di Enzo Biagi su Lida Baarova  e mi colpì il racconto della vita di quest’attrice che pagò il prezzo della sua relazione,  di un anno e poco più, con Joseph Goebbels…

Poi, l’anno scorso, il Corriere della Sera riportò la notizia che la casa di Salisburgo in cui Lida era morta, era stata messa in vendita. Andai a visitarla. C’era una poltrona di fronte ad una finestra e, al di là della finestra, un albero di noci. Ho pensato che quello fosse stato l’unico squarcio di mondo  negli ultimi anni della vita di Lida,  e fu allora che provai un profondo sentimento di tristezza e di compassione per lei.

Dall’esperienza inattesa di questa  compassione, intesa come sofferenza condivisa, Anna Kanakis ha scelto di riscattare una donna, superando quel pregiudizio comune che vedeva Lida come una mediocre arrampicatrice, complice del meccanismo diabolico del Terzo Reich di cui il suo amante, il Ministro Goebbels, era degno rappresentante.

Giudicare L’amante di Goebbels un romanzo d’amore non è propriamente corretto: questo amore, cattivo come il tempo quando il tempo è cattivo’ (cit. Prevert) è una parentesi devastante di due individui che però viene totalmente risucchiata dal vortice di una storia di tutti. È un amore quasi privato della sua individualità, della sua intimità per essere spiato, sorvegliato da moglie, Furer e  dalla Storia dei vertici che ne segnano il triste destino. Anna Kanakis ha scritto di una storia vera di persone vere e pertanto ha svolto un meticoloso lavoro di documentazione per ricostruire la Germania degli anni Trenta e, soprattutto, il mondo del cinema di quegli anni, asservito al Reich come tutte le forme di espressione artistica.

Per la precisione dei dettagli  L’amante di Goebbles è da considerarsi un romanzo storico in cui la storia d’amore è essenziale per comprendere dall’interno di una dimensione domestica, i meccanismi di un sistema destinato a sconvolgere un mondo intero.

Ma Anna Kanakis assolve Lida Baarova con la sua penna proprio perché la giovane attrice innamorata si muoveva inconsapevole in queste dinamiche diaboliche di razzismo e potere, accecata dalla violenza del suo amore.

E un po’ tutti noi presenti in sala abbiamo recitato in silenzio un te absolvo per Lida Baroova, da buoni cristiani abboniti dalla verve persuasiva della scrittrice e da meri esseri umani, corruttibili dalla veemenza delle passioni.

E mentre Irene Pivetti e Anna Kanakis raccontavano il libro con approfondita pacatezza, ha fatto irruzione un sorridente Bruno Vespa, irruento e travolgente nella sua accorata orazione: Questo è un libro passionale e drammatico dall’incipit alla conclusione, un libro che ti lascia senza fiato perché è una pagina di vita reale. La vita è Lida che guarda un noce  dalla finestra ; la vita è un amore, anche se ingiusto. Nell’intervento non sono mancate le metafore televisive del giornalista, che di lì a mezz’ora avrebbe registrato la sua trasmissione:  Come in un programma televisivo è essenziale mantenere un ritmo incalzante ed evitare pause impreviste per non consentire al telespettatore di prendere il  democratico telecomando e cambiare canale… così, nel libro della Kanakis,  vigono un ritmo incalzante e l’assenza di pause, elementi fondamentali  che non consentono al lettore di ‘prendere il telecomando’.

Il ritmo avvincente, le sequenze quasi cinematografiche, la climax ascendente, il pathos soffocante del libro, uniti ad una scrittura efficace e tagliente, si percepivano quasi fisicamente nelle orecchie e nel cuore di noi presenti quando Cinzia Spanò, attrice del Teatro Piccolo di Milano, ha letto una pagina agghiacciante dell’ Amante di Goebbels. La pagina racconta il momento in cui Magda invita Lida nella propria casa per un thè, avendo scoperto che il marito si è innamorato di lei. La penna di Anna Kanakis disegna il profilo di due donne che, benché condividano lo stesso uomo e gli stessi spazi, sembrano allontanarsi in due carceri emotive inevadibili. La voce di Cinzia Spanò, con le sue vincenti ed efficaci modulazioni, ha colorato quei disegni, dando un’anima sonora alle due protagoniste femminili del romanzo.

Dalla lettura di una sola pagina di questa storia già si percepisce che questo è un libro di una donna che non osserva da un vetro un pezzo di storia, ma che sceglie di viverlo, assorbendo l’abbandono delle passioni e scavando nei tagli sanguinanti di un’anima. L’amante di Goebbels è la ferita grafica che testimonia il prezzo di un amore, un amore che ricorda il nome di Lidia Baarova e di qualsiasi donna nel resto del tempo e del mondo.

C’è una scheggia di te in Lida Baroova, Anna? – ha indagato delicatamente Irene Pivetti – Forse sì. Di una Anna un po’ più giovane che si tuffava a capofitto e ciecamente  nelle passioni.

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