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Dalla biennale di Venezia a Roma: Adele Ceraudo presenta "Guardami"

Di Stefania Taruffi
E’ Bòhemienne  Adele, una vera artista. Cosentina di nascita e romana d’adozione, mi accoglie nel suo loft romano, con un caloroso abbraccio.  E’ vitale, comunicativa, estrosa. Unica. Per terra un lungo cartoncino dipinto a penna. Adele ha questo talento straordinario, usa la penna biro. Una tecnica difficilissima. Un effetto compatto, raffinato, caldo, plastico. Mi spiega che questa sarà un’istallazione chiamata “Guardami”, che presenterà dal 19 gennaio a Roma a cura di Takeawaygallery, composta da un lungo tappeto che condurrà alla sua opera principale. Resto colpita da quei corpi femminili così belli, reali, misti a frasi e pensieri che possono solo essere carpiti volgendo lo sguardo a terra. Un invito a chinare lo sguardo e ‘guardare’ ogni forma, leggere ogni frase. Per incrociare cura del dettaglio, anatomia pura e carne dell’anima. In ogni curva di seni, glutei, gambe di quei corpi femminili traspare l’essenza che li anima, che poi scopro essere la sua, perché lei è Musa, Artista e Modella di se stessa. “Un pavimento di scrittura – su cui l’artista ora denuda anima e psiche, su cui dà corpo e visibilità a un’intimità di sogni, esperienze, conoscenze.” (F.G. Farachi)
Dalla Calabria, Adele si trasferisce molto giovane a Firenze per studiare Architettura e poi a Roma,  prima come attrice e poi come artista, dove conosce e si confronta con artisti internazionali e locali, come Enzo Chucchi, Mark Kostabi, Igor Mitoraj, Alberto Sughi, Baldo Diodato, solo per citarne alcuni. Incontra collezionisti e galleristi, frequenta storici e critici d’arte, trovando un habitat ideale alla sua evoluzione artistica. Dai puri “Nudi a Penna” del suo esordio a Cosenza, il suo stile evolve, attingendo ai modelli antichi e moderni della città: dai fisici accademici d’impronta michelangiolesca, verso risultati più maturi, grazie alla fusione di tecniche, quali fotografia, computer grafica, pittura e disegno, dove la fitta trama dei segni a penna, dà talvolta la sensazione di essere di fronte ad un’incisione. In tal modo l’artista, partendo dal corpo e in particolare quello femminile, all’interno della sua ricerca costante sulla body art, vuole indirizzare l’attenzione dell’osservatore verso implicazioni di natura psicologica. E ci riesce. La ricerca di Adele passa per il corpo fisico con un sinuoso tratto di penna biro, per avvolgere l’osservatore in una dimensione più intima, che sottende un’introspezione dell’artista, così accurata nel dettaglio espressivo, da fa nascere il desiderio di carpirla in tutta la sua essenza.
Disegno e fotografia vivono insieme: “Nella prima fase creo la mia idea- immagine del corpo, che è poi delineata da molteplici scatti fotografici; successivamente fissata per mezzo del disegno a penna su foglio dal formato poco più grande di un A4 (24×33 cm), viene in ultima fase concretizzata, con l’ausilio della scansione (o scannerizzazione) realizzando, così, a una nuova realtà. Dunque fotografia, disegno, scansione, stampa e intervento pittorico.
Nel disegno, rigorosamente a penna a sfera, cerco un’accuratezza quasi maniacale che solo quella dimensione può permettermi; nella creazione/costruzione dell’Opera finale, sono presenti ricerca formale e contaminazioni di tecniche e materiali differenti (foglie oro e argento, smalti, resine, gel) l’utilizzo di svariati supporti (alluminio, rame, oro, tela, PVC, plexi) e, soprattutto la resa finale in grandi dimension. La scelta del soggetto-corpo risiede nella convinzione che si tratti de “il luogo della memoria delle nostre esperienze” quale architettura spontanea e perfetta, unico strumento in grado di raccontare noi stessi, inoltre capace di suggerire emozioni diverse”.

Adele Ceraudo- Venezia

Adele Ceraudo ha presentato nell’ambito della Biennale di Venezia 2011-  padiglione Calabria- presso la prestigiosa Villa Zerbi a Reggio Calabria, una rinnovata Meditazione. “La meditazione. (Ma)donna Italia 2011″ ispirata alla “Meditazione” di Francesco Hayez, pittore risorgimentale. Successivamente è stata invitata da Vittorio Sgarbi a partecipare a Venezia, Palazzo Grimani,  alla mostra “L’ombra del divino nell’arte contemporanea“, dove Adele  ha presentato “S. AgataLa trilogia dell’abbandono”.
Domani, 19 gennaio alle 18,30 Adele Ceraudo inaugurerà a Roma  la sua mostra “Guardami” presso la Galleria Opera Unica a cura di Takeawaygallery.
Ha scritto di lei Francesco Giulio Farachi: “Il corpo nudo, dettagli di pose esposte, e lo sguardo richiamato, invocato, desiderato. Guardami, l’innesco del disegno apre e si espande al dinamismo delle sovrapposizioni, le immagini si fondono al fondo di una lontananza, ingigantite e come scrutate dentro l’anima del loro movimento; Guardami, perché è dallo sguardo che bisogna partire, e allo sguardo bisogna arrivare.” E ancora “Questa donna, questa nudità disarmata e sensuale, è prima di tutto forma per un ideale primigenio di bellezza e armonia, essa è la proporzione visibile che racchiude e interpreta le fisionomie dell’anima. La “grazia” esteriore è l’involucro smagliante, simbolo, figura ed essenza d’interiorità e presenza. Ma poi, e al tempo stesso, la donna di Ceraudo, la pelle e gli aspetti, i portamenti e le pose, sono i modi con cui la vita stessa si rappresenta, questa donna è ombelico del mondo perché in lei è la forza creatrice, rigeneratrice, altrice, in lei la bellezza si fa energia in grado di ornare e educare, lei è il fulcro armonico su cui giace l’esistenza, su cui incentrare una riconosciuta accezione del mondo”.
I corpi di Adele, nelle loro posture risvegliano la Bellezza, nella sua nuda integrità.  E il tormento della sua vaghezza.
Galleria Opera Unica – Via della Reginella, 26- Roma
dal 19 al 25 gennaio 2012
24 ore su 24
Inaugurazione: 19/01/ 2012 ore 18,30
info: 06 68809645
takeawaygallery@gmail.com
www.adeleceraudo.com   e-mail: adele72c@libero.it
 
 

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