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Ecologia del vivere: comunità trasversali e Creativi Culturali.

di Stefania Taruffi
Non tutti sanno esattamente chi siano i ‘Creativi Culturali’ eppure solo a sentirlo il termine piace molto: la creatività nella cultura porta sempre novità e cambiamenti. Essi sono salutari nelle società ‘stanche’ e svuotate nell’anima. Ma chi sono i Creativi Culturali ? Si tratta di una comunità trasversale molto diffusa in tutto il mondo, che sta diventando la protagonista di un nuovo modello culturale basato sulla qualità della vita, applicabile in tutti i campi: la famiglia, gli affetti, l’ambiente, la salute psicofisica, la realizzazione personale, l’impegno, il senso di responsabilità, il progetto di un’economia etica, la ricerca del benessere nel lavoro e in assoluto, nella vita. E’ questo l’identikit tracciato nel libro “Creativi Culturali- Persone nuove e nuove idee per un mondo migliore” di Enrico Cheli e Nitamo Montecucco, con la partecipazione di Ervin Laszlo e Paul H. Ray- Xenia Edizioni, in cui per la prima volta si analizza questo movimento raccogliendo i risultati di ricerche sociologiche raccolte in Italia, America, Francia, Giappone, con un linguaggio comprensibile a tutti. Il risultato è sorprendente: 80 milioni di persone nel nostro pianeta si riconoscono nel profilo dei Creativi Culturali. In Italia il 35% dei 1728 intervistati. Tutti insieme, stanno creando un movimento trasversale capace di riscrivere le priorità e definire con chiarezza valori e bisogni. Essi non sono ancora emersi come fenomeno perché non sono rappresentati da club ufficiali, organizzazioni, chiese, o gruppi politici: sono appunto ‘trasversali’, al punto, sostiene Paul H. Ray, da aver deciso la vittoria elettorale di Barak Obama. E’ una società invisibile che cresce del 3 per cento l’anno, un modus vivendi che permea le esistenze di molte persone. Lo possiamo misurare attraverso l’aumento dell’interesse per i prodotti naturali, per le medicine alternative, i seminari e corsi legati alla crescita spirituale e allo sviluppo personale, per la ricerca di una dimensione lavorativa più umana e accettabile, poiché sono in pochi a credere ormai che nel lavoro si possa trovare la felicità. Specie in questo momento storico in cui assistiamo a una triste mancanza di prospettive, di carriere, di traguardi raggiungibili, di possibilità di scegliere il mestiere preferito. I Creativi Culturali sono coloro che trovano il coraggio di fare scelte difficili, piccoli o grandi cambiamenti di vita per raggiungere una maggiore serenità, un equilibrio con se stessi e con gli altri, in un certo senso, la felicità. E questa felicità la cercano soprattutto (per trovarla) nella ‘qualità della vita’, che oggettivamente risiede in ogni dimensione equilibrata sia nella sfera personale e familiare, che in quella sociale, ambientale e planetaria. La scelta di un’etica di vita meno legata al superfluo, al materialismo, quanto piuttosto ancorata ai valori e agli affetti. Solidarietà contro individualismo, autorevolezza anziché autoritarismo, cooperazione anziché competizione. Chi può essere contrario? Siamo in molti a ritrovarci in questi valori e dunque i Creativi Culturali, che non si definiscono tali, ma vivono secondo questi modelli, sono molti di più di quelli intervistati e si nascondono tra le persone comuni. E si sa, le più grandi rivoluzioni si formano nell’humus delle vite comuni, nascono dai bisogni concreti della gente che, stanca, propone nuovi modelli culturali. E con internet, la loro diffusione e condivisione è capillare e veloce. Sarebbe auspicabile ritrovare qualche Creativo Culturale anche in politica, o nei posti-chiave di aziende e strutture pubbliche, ma i cambiamenti più difficili, si sa, sono lenti, tuttavia, si spera, non impossibili.
Foto in licenza CC: Julia

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