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Successo per il debutto romano della pittrice Anne Marie Faurillou

Di Stefania Taruffi
Ha inaugurato ieri a Roma la mostra della pittrice Anne Marie Faurillou, presso la  Galleria Spazio Visivo.
La Faurillou nasce a Saigon, in Vietnam, da una famiglia euro-asiatica e lascia il suo paese di origine ancora bambina, trasferendosi in diversi paesi di tutto il mondo, Camerun, Nigeria, Algeria, Francia, Italia, Egitto, Messico. La sua è dunque  una formazione internazionale, ricca di spunti creativi derivanti dal suo contatto diretto con culture e tradizioni diverse. Il mix culturale  è già riscontrabile nelle sue delicate fattezze: tratti somatici orientali e occhi azzurri. Un sorriso accennato, la riservatezza tipica di una cultura poco avvezza all’ostentazione, alla parola profusa. Profondamente mite, delicata, come i suoi dipinti. Mi racconta che non sa spiegarli, perché riflettono il suo essere e lei non ama parlare di sé.
Non si può spiegare l’opera di Anne Marie Faurillou senza tener conto del suo legame con il mondo orientale (il Vietnam in particolare) e degli altri suoi spostamenti. La “giunca”, grande barca di origine cinese dalle vele “steccate” che la pittrice spesso rappresenta nelle sue tele, è un po’ la metafora positiva e l’alias dell’artista. Una giunca vuota, in movimento, ma verso dove? S’intuisce la nostalgia di un mondo di grande tradizione e civiltà che va scomparendo, del fluire calmo della vita, della sua componente itinerante. Nelle sue figure femminili sono evidenti le connotazioni asiatiche; le donne sono spesso rappresentate da dietro o senza volto: un movimento appena accennato dei fianchi e il calmo drappeggio indicano una tranquilla sicurezza in contrapposizione all’iperdinamismo di oggi. Donne che vanno avanti sulla loro strada senza voltarsi indietro, unite dallo stesso spirito, immerse in una quiete quasi surreale che spiega la ricerca, il desiderio di elevazione.  Quello della Faurillou è un percorso che porta all’equilibrio degli spazi, quasi fossero spazi interiori in cui la donna, l’uomo, l’oggetto trovano il loro collocamento naturale senza forzature, senza chiasso, tipico delle culture orientali.
L’impasto cromatico gioca, nella sua pittura, un ruolo essenziale: volume e luce sono creati dalla tonalità e dall’intensità del colore, compreso il bianco accecante; il soggetto stesso è come se fosse fatto di luce, e il colore appena accennato. Nel movimento e nello sfondo la luce mantiene un ruolo primario per l’espressività dell’Artista che rivela in modo percettibile, sia su candide che su forti tonalità, una propensione alla ricerca di serenità e di calma.
I suoi studi umanistici prima e alcuni incontri del tutto casuali poi, la avvicinano tardi al mondo dell’arte e della pittura in particolare. Comincia da autodidatta utilizzando e sperimentando varie tecniche, ispirata inizialmente dai paesaggi.
Dopo qualche proficua esposizione in Qatar, si è trasferita a Roma dove prosegue la sua attività artistica.
Sono superati i dolori della terra d’origine, il Vietnam. Anne Marie ha girato il mondo per riportare in quelle terre martoriate, il respiro intatto di un equilibrio ritrovato, con grazia.
Spazio Visivo – Via Angelo Brunetti 43 – 00186 Roma. Tel. 06/3612055
www.studiodr-arte.com     studiodr-arte@tiscali.it
Fino al 16 febbraio: 10.30 – 13.00 / 16.30 – 19.30 –  festivi su appuntamento
 

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