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Ecologia del vivere: saggezza olimpionica

Di Stefania Taruffi
L’Italia non ospiterà le Olimpiadi 2020, ma una medaglia d’oro l’ha presa e andrebbe assegnata al premier Mario Monti che, insieme al governo, ha stabilito che le Olimpiadi non ce le possiamo proprio permettere. Onore al merito.
Entro oggi il premier avrebbe dovuto consegnare al Cio la lettera firmata con la quale lo stato italiano offriva le garanzie per la propria candidatura ai Giochi olimpici del 2020.  Dopo un’attenta valutazione dei costi e dei benefici legati all’operazione, il premier ha dunque deciso, l’ultimo giorno possibile, che non esistono le condizioni per la candidatura dell’Italia e ha ufficializzato la sua decisione durante l’incontro con il presidente del Comitato organizzatore, Mario Pescante, il presidente del Coni, Petrucci e il sindaco di Roma, Alemanno.
Esito negativo” afferma il Sindaco sconfitto. “Mi aspettavo più rispetto da Monti”, afferma sconsolato Petrucci. Il Pd appoggia la decisione del governo mentre il Pdl è deluso. Tanta delusione nasce certamente per il mancato lustro di ospitare le Olimpiadi nella Capitale, ma anche per la mancata possibilità di investire ingenti quantità di denaro pubblico, con il guadagno di molti, aggiungerei in maniera completamente irresponsabile, viste le nostre condizioni economiche.
I motivi di questa rinuncia sono più che motivati. Spiega Mario Monti: “Il Comitato olimpico internazionale richiede al governo del Paese ospitante i Giochi, una lettera di garanzia finanziaria… tra le altre cose il governo del Paese ospitante deve farsi carico di ogni eventuale deficit della manifestazione. Non possiamo correre rischi”.
Monti ha parlato del progetto in termini molto positivi, ma ha anche sottolineato che “l’operazione potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti, proprio mentre siamo sottoposti nei prossimi vent’anni a un’operazione di rientro dal debito, operazione condivisa e accettata in sede europea dal precedente governo”. L’impegno finanziario in vista di eventuali Olimpiadi, avrebbe gravato sull’Italia in misura imprevedibile negli anni. Da non dimenticare il caso di Atene 2004 e i costi raddoppiati per l’Olimpiade che si svolgerà a Londra (27 luglio-12 agosto 2012).
L’Italia versa in una crisi economica senza precedenti. I cittadini sono stati chiamati responsabilmente a fare sacrifici economici non indifferenti. Anche le istituzioni e le amministrazioni locali saranno responsabilizzate e penalizzate economicamente negli anni a venire. In un panorama di austerity generale, le Olimpiadi non ci stanno proprio. Inoltre, la Capitale avrebbe bisogno d’infrastrutture diverse, mirate più al miglioramento delle condizioni dei residenti che al temporaneo benessere degli ospiti internazionali che confluiscono da tutto il mondo in queste occasioni.
Per il premier è un no comunque doloroso, perché Monti è il primo a essere consapevole che l’organizzazione di un’Olimpiade può rappresentare una grande occasione di sviluppo, ma non in questo momento e non a queste condizioni. Purtroppo, dissipando energie costruttive e denaro pubblico negli anni passati, ora dobbiamo fare i conti con problemi seri e pensare solo a salvarci e crescere. E guardando alla Grecia, val la pena rinunciare.

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