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Più dignità alla comunicazione del femminile

di Monica Capo
I media ‘tutti’ giocano un ruolo fondamentale nella nostra società ed è importante osservarli ed osservare soprattutto come rappresentano le donne.
Ma è evidente che, dopo tutto quanto è stato fatto dagli anni ’60 ad oggi in tema di donne e questione di genere, la situazione non è affatto migliorata e, nei media, continua ad esistere una distorsione, se non uno scollamento, rispetto al mondo reale delle donne di oggi. Più di recente basti citare il documentario Il Corpo delle Donne di Lorella Zanardo, o l’appello ‘Se non ora, quando? ‘
Ma in Italia, se non si cambia ora, quando si cambia? Quante altre iniziative, appelli e proposte dovranno passare perchè dalla parole si possa passare a fatti concreti?
Bisogna individuare modelli alternativi ai quali guardare, giungere a una diversa definizione e comunicazione del femminile.
Nel nostro paese la ricca e varia esperienza di vita delle donne è ‘cancellata’ dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, e pubblicità.
Insomma, i media ci rappresentano ancora male, restituiscono una immagine della donna stereotipata, falsata e umiliante ma una comunicazione più dignitosa del femminile è un ‘diritto’ di tutti.
Più precisamente, in Italia, l’immagine femminile in tv è per il 42,8% quello della velina e della donna spettacolo; per il 42% quello della vittima o del carnefice e per il 23,8% quello dell’esperta (dati Censis).
A questo, si aggiunga, che anche le donne vittime di violenza vengono mal rappresentate. Come riportare, dunque, in modo corretto un femminicidio?
Esistono raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana per chiunque si occupi di informazione e di comunicazione, oggi?
Va anche ricordato che, nel mondo dei media, ad occupare i posti di responsabilità e di potere, continuano ad essere in larga parte gli uomini. Se esaminiamo i dati della FNSI, tirando le somme, in Italia il ‘quarto potere’  è  ‘in mano’ agli uomini, in percentuali addirittura superiori a quelle che ci sono in politica: questo giornalismo è mutilato, è un giornalismo a metà e bisognerebbe agire concretamente affinché l’informazione rappresenti donne e uomini, e non solo uomini.
Questi i temi al centro del dibattito “Donne e Media”, con giornaliste e professioniste della comunicazione, che si terrà a Napoli sabato 26 maggio alle ore 10.30 presso l’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Interverranno:
Loredana Lipperini – giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica
Giuseppina Tommasielli – assessora Pari Opportunità Comune di Napoli
Francesca Dovetto – docente Università “Federico II” Napoli
Enza Panebianco – blogger, co-fondatrice “Femminismo a Sud”
Monica Capo – responsabile Pari Opportunità Campania Associazione Pulitzer.
Organizzazione e coordinamento : Associazione Pulitzer
Media-partner: ItaliaMagazine

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