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Lezioni d'amore con Sandro Veronesi

di Mariano Colla
Nell’ovattata atmosfera del teatro Tor di Nona, in via degli Acquasparta 16, nel pieno centro di Roma, si è aperta ieri la rassegna “Lezioni d’amore”, iniziativa nata da un’idea di David Riondino e Ginevra Bompiani, organizzata con la collaborazione della casa editrice Nottetempo.
La rassegna si articola in dieci conferenze, tenute da altrettanti intellettuali sul tema dell’amore. L’amore visto nelle sue varie declinazioni, partendo dall’esitazione, per poi continuare sul disamore, passando per le fasi più gelide o ardenti del sentimento.
Le lezioni si pongono l’ambizioso compito di esplorare ogni aspetto e ogni piega del desiderio di amare e di essere ricambiati, non trascurando le pene e le ansie che da tale relazione possono provenire.
“Lezioni d’amore” diventerà un libro della casa editrice Nottetempo ed includerà i contenuti delle conferenze, oltre a una scelta delle domande o dei commenti più pertinenti o più nuovi degli spettatori.
Questa la scaletta degli interventi:
27 Settembre – esitazione : Sandro Veronesi
3 Ottobre – disamore: Concita De Gregorio
11 Ottobre – gelosia: Barbara Alberti
18 Ottobre — tradimento: Franca Valeri
25 Ottobre – passione: Luciana Castellina
8 Novembre – amore platonico: Vittorio Lingiardi
15 Novembre – seduzione: Giuseppina Torregrossa.
22 Novembre – amore di Dio: Gabriella Caramore
29 Novembre – desiderio: Gianrico Carofiglio.
6 Dicembre – educazione sentimentale: Alfonso Berardinelli
Sandro Veronesi ha aperto la rassegna coniugando amore ed esitazione, dove quest’ultima si esplicita come evento di scissione, come dimensione comportamentale che interrompe la continuità e apre lo spazio a un sovvertimento, a un cambiamento.
Nel ripercorrere l’amore nelle sue dinamiche, Veronesi non favorisce una visione romantica del sentimento, visto nel suo ciclo complessivo, bensì sembra quasi sottolinearne una dimensione vagamente patologica, una dimensione legata alla sofferenza.
L’amore come patologia, sentimento dagli inquietanti destini, perché legato alle decisioni di un altro, di un’alterità che lo sottopone a tensioni, a un continuo domandare che evidenzia l’unilateralità delle emozioni, in un gioco di dare-avere mai equilibrato.
L’amore, sostiene Veronesi, non è un sentimento naturale verso terzi, non è una pulsione rassicurante, tant’è che la psicanalisi ne esamina, sui singoli soggetti, le conseguenze, generatrici, molto spesso, di ansie, inquietudini e infelicità.
Si ha l’impressione di sapere che cosa è l’amore ma, in realtà, non se ne conoscono gli inquietanti effetti.
L’esitazione, in amore, si configura, invece, come un attimo di sospensione, attimo non tanto da considerare in una dimensione temporale – in letteratura, per esempio, un’esitazione può dare spazio a cento pagine di narrazione, – quanto nella sua capacità di sconvolgere un destino, regalando, al soggetto che vive tale esitazione, l’intensità emozionale di una scelta.
L’esitazione, quando emerge in amore, esprime una carica rivoluzionaria, una scissione con la realtà, un sostanziale mutamento.
All’origine, ogni incontro amoroso è caratterizzato da una esitazione, da una pausa che, improvvisamente, muta il percorso del soggetto amante ed amato, come una folgore che traccia nuove vie, prima che queste, lentamente, si ricongiungano nella consuetudine della relazione amorosa.
Nei versi cantati da De Andrè, di una canzone scritta da Brassens, Veronesi ritrova un inno all’esitazione, ove questa si esprime nei lampi del corteggiamento, nella follia emotiva, nella percezione di una tecnica, prima che l’amore acquisti la sua dimensione ordinaria, che è poi la dimensione dominante di una relazione in cui l’esitazione non ha più spazio.
L’esitazione è quindi un fattore decisivo nella determinazione del proprio destino.
La storia d’amore tra Edoardo VIII, erede al trono d’Inghilterra, e l’americana Wallis Simpson, fornisce a Veronesi un esempio dell’imprevedibilità e dell’imponderabilità dell’esitazione, così forte da determinare destini totalmente scissi da un destino ordinario.
Sottraendoci ai lustrini delle favole reali, ognuno di noi, nel camminare per strada può incorrere in coinvolgenti momenti di esitazione.
Avvolti da un rumore di fondo che ci distrae, da pensieri che distolgono la nostra attenzione, non notiamo le migliaia di persone che ci passano accanto. Finché qualcosa o qualcuno sollecita improvvisamente la nostra attenzione. Finalmente vedo, la mia attenzione è improvvisamente catturata da un soggetto ben definito. Non è un interesse superficiale, è qualcosa di più profondo. Ed è questo il momento dell’esitazione, determinato dal fascino di un incontro fortuito. L’esitazione riguarda solo me.
Cambia improvvisamente l’intensità della mia attenzione verso l’altro, laddove impulsi contrastanti sollecitano da un lato le ansie legate all’innamoramento e dall’altro la gioia della possibile corrispondenza.
Mi volto e, con questo semplice atto, opero un improvviso cambiamento, una scissione nella prevista quotidianità. Dirò, poi, che è stato più forte di me. L’esitazione può, qui e ora, determinare la trasformazione della mia vita.
L’esitazione fatale che contiene tutto il destino di una storia d’amore è la vera fase rivoluzionaria, è ciò che determina la discontinuità.
E’ un momento, quello dell’esitazione, in cui ognuno cerca il suo destino. E se c’è una pari esitazione da parte dell’altro, ebbene l’amore nasce così.
Veronesi con queste stimolanti affermazioni chiude il suo intervento, lasciando aperto il dibattito.
Per maggiori informazioni sul programma, sulle prenotazioni e sui biglietti si consiglia di consultare il sito www.editorinottetempo.it, oppure la segreteria@edizioninottetempo.it, telefono 0668308320

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