HomeCultura&SpettacoloFederica Baioni: mi emoziono ascoltando musical

Federica Baioni: mi emoziono ascoltando musical

di Mario Masi

Federica Baioni è una interprete raffinata emersa da una lunga gavetta nei live club e nei festival jazz grazie all’album di esordio La vetrina delle vanità’.
Nel disco c’è tutto il mondo di Federica: è un viaggio verso paesi lontani e luoghi interiori dello spirito. La colonna sonora di questa splendido viaggio è un mix ottimamente riuscito fra atmosfere jazz, musica popolare, canzone d’autore e un pizzino di autoironia.
Federica Baioni sarà in concerto questa sera, 1 dicembre,  alla Casa delle Letterature per la Notte dei Musei organizzata dal Comune di Roma e sabato 15 dicembre con il suo 4tet e alcuni ospiti a sorpresa al Teatro Cassia di Roma in una bella rassegna aperta da Gino Paoli.  Questi due grandi eventi rappresentano un’ottima occasione per apprezzare una grande artista, a cui abbiamo posto alcune domande.
‘La vetrina delle vanità’ è nei nostri pc?
Beh possiamo dire si che è a portata di click o meglio ogni qual volta apriamo il nostro social network di fiducia, sia twitter che facebook per parlare dei più comuni, si palesa davanti a noi una bella “vetrina di plastica” parata di stelle stelline e starlet…in cerca di gloria e vanità! E noi picchiettando su una “telescrivente muta” ci mettiamo al servizio e in comunicazione con il pazzo mondo dei social mettendo in mostra vizi, difetti, vanità e narcisismi. E’ stata proprio questa modalità vanitosa ad ispirare giocosamente il brano che ha dato il titolo al mio disco: “La Vetrina delle Vanita’”.
Oltre che alla canzone popolare e alla tradizione anni ’60 quale musica ti emoziona?
Sono tante le musiche che adoro. Dal jazz alla musica etnica alla musica popolare. Ma c’è un genere in particolare che mi fa letteralmente  impazzire. Ebbene, sin da piccola mi emoziono ascoltando musical. Piango e ho i brividi guardando Miss Saigon o ascoltando le songs contenute in Jesus Christ Superstar di Lloyd Webber. Ero piccola e la prima volta che papà mi porto’ nel celebre tempio del musical: il Radio City Music Hall di NY a vedere Annie, il musical sulla ragazzina orfana che si mette a cantare a squarciagola sulle note di “Tomorrow”, beh da lì le emozioni non hanno più cessato. Adoro le piece teatrali in musica e se fatte bene e soprattutto adattate bene, credo siano uno dei pochi viaggi che vale la pena ancora affrontare a teatro. Ballo come una pazza quando ascolto la musica contenuta in Chorus Line o guardo le meravigliose sequenze di Sweet Charity di Fosse, o Hair di James Rado.
‘Grido di pace’ è nata dentro la metropolitana di Istanbul. Cos’è che ti ha fatto scattare l’ispirazione?
Credo nella musica che parla per immagini e nella forza evocativa di melodie che riportano a mondi e ricordi lontani. Detto questo essere ad Istanbul e non riuscire a scrivere neanche un appunto su una moleskine guardando un minareto e ascoltando un moezim che recita una preghiera di notte è impossibile. Quella città parla, anzi canta da se. Tutto è musica laggiù. Camminare per Istikkal Caddesi, fare una passeggiata sul Bosforo al tramonto e sorseggiare un te a Sulthanahmet è musica di per se ed ispirazione allo stato puro. Questi sono stati i presupposti per cui è nato “Grido di Pace” brano contenuto nel disco.
Come nasce una tua canzone?
A volte nasce da un’idea che avevo in testa, a volte da un incontro fortuito per strada con una situazione, una persona o un fatto visto e la voglia di fissarlo su carta. A volte un brano nasce da uno stato d’animo. A volte arriva da se. A volte le parole si rincorrono in testa poi trovano una tregua e diventano testo, la melodia le raggiunge e nasce un brano. Scrivo spesso in situazioni del tutto insolite e fortuite. Spesso una melodia mi raggiunge in viaggio anche quando ho poco tempo per scrivere e allora corro a registrare come posso, spesso mi aiuta il cellulare o l’i-pod. Sarebbe carino portare una piccola tastiera da viaggio. Ma di quelle poco ingombranti.
Nell’epoca dei talent quanto conta avere degli spazi utili per la musica?
Credo che i talent siano una bella opportunità se usati bene e strategicamente al momento giusto. Il trampolino che permette a molti perfetti sconosciuti di venire alla ribalta. Ma credo però che questo non basti a formare un artista. Dietro ad una luce rossa di una telecamera accesa di un format tv incentrato su una gara all’ultima nota, deve esserci un vissuto, qualcosa da dire e tanto talento. Solo in quel momento il pubblico se ne accorge, e va avanti chi ha stoffa veramente. Non basta un talent ci vuole un palco e una gavetta alle spalle. Se non c’è un progetto alla base non serve a nulla. Sfociare nel ridicolo e perdere la credibilità artistica in tv è un attimo. Vero anche che in un’epoca in cui nessuna major investe su un artista e gli spazi per emergere sono pochi e per pochi allora i talent democraticamente aiutano, ma se non c’è altro alla base non bastano. Ci sono artisti nel mio paese che meriterebbero palchi alla Carnegie Hall e sono stati scartati dai talent. La dura legge dello showbiz: i bravi a casa e nel monitor quelli che “funzionano” a prescindere dalle capacità!
Prossimi appuntamenti e progetti futuri?
Live e gig…come dicono gli americani! Iniziamo dicembre in quartetto. La mia band. I miei compagni di viaggio. E le belle occasioni sono due. Sabato 1 dicembre facciamo due concerti in uno spazio d’arte molto bello nel centro di Roma, alla Casa delle Letterature per la Notte dei Musei organizzata dal Comune di Roma. Mentre Sabato 15 Dicembre saremo di nuovo in concerto in 4tet con alcuni ospiti sul palco del Teatro Cassia di Roma in una bella rassegna aperta da Gino Paoli. Vi aspettiamo! Info: www.teatrocassia.it

1 COMMENTO

  1. Sapere che in Italia ci sia ancora qualche artista che fa musica di qualità, pensata, ragionata e suonata dalla prima all’ultima nota… e non semplicemente urlata nonsense, è una nota di merito che meriterebbe più spazio. Andrò a comprare il suo disco e do il mio personale in bocca al lupo a personaggi come lei.
    Grazie di aver diffuso questa news e avermene portato a conoscenza! RG.

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