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Baiano: fervono i preparativi per la festa del Maio

Il Maio dipinto da Alessia Bellofatto

E’ una tradizione che si ripete da tempi remoti quella del Maio di Baiano (Avellino), il sacrificio dell’albero offerto ora a Santo  Stefano Patrono della comunità, nell’antichità pagana alle divinità per propiziare la fertilità della terra. In tutto il comprensorio del baianese si tengono durante l’anno feste del “Maio”, ma quella di Baiano è la festa per eccellenza.  All’alba del giorno di Natale, gruppi di persone: boscaioli , giovani , impiegati, imprenditori diciamo anche, la maggior parte dei baianesi, dopo aver partecipato alla messa di Natale dove il Parroco benedice gli attrezzi della festa (asce, funi, carretto, armi d’avancarica,ect.) si recano nel Bosco di Arciano dove in precedenza era già stato scelto “ il castagno” da sacrificare, bello, alto , maestoso insomma l’albero più bello. Tra baldorie, pareri diversi e colazione natalizia a base di baccalà fritto, roccocò e altre specialità gastronomiche si procede al taglio dell’albero che in quel preciso momento diventa il “MAIO” l’oggetto della venerazione dei baianesi a Natale. L’albero alto oltre 25 metri non deve sciupare la sua bellezza e soprattutto la chioma nella caduta, per cui imbracato con corde e spianato lo spazio intorno viene fatto dolcemente atterrare. E’ un tripudio di applausi, canti, suoni di tamburi, brindisi e soprattutto spari di Carabine caricate a salve e vari giochi pirotecnici. Pulito il fusto, l’albero viene messo a braccia, da tutti sul “carruocciolo” e trasportato a valle del bosco dove lo attende un carretto trainato da forti cavalli di montagna che lo porterà in processione nel paese, accompagnato da bande musicali, gruppi di armi d’avancarica che salutano con scariche a salve il passaggio del Maio. Alla festa partecipa tutto  il popolo baianese.  Il MAIO arrivato all’ingresso  del corso cittadino, largo, spazioso e affollato, viene benedetto dal parroco e nella festante processione arriva alla Chiesa di Santo Stefano dove sarà issato con grosse funi, a braccio, in onore del Santo Patrono. La parte più commovente della festa e lo scioglimento delle funi da parte di un giovane che scalerà a braccio il MAIO per liberarlo dai legacci “ Il sacrificio è compiuto”. Adesso, come pellerossa intorno ad un TOTEM, si festeggia, si danza, e soprattutto si spara con le vecchie carabine fino allo stremo. Si ritorna tutti a casa per consumare in fretta il pranzo Natalizio …… Si in fretta perché il pomeriggio e corto per raccogliere in giroper il paese,accompagnati da  canti e spari di pedardi “ I SARCINIELLI” fasci di legna secca che saranno portati sotto il MAIO per essere bruciati nel “FOCARONE” purificatore che sarà acceso all’imbrunire per riscaldare il cuore e l’anima del paese in festa.
IL MAIO – Fernando Masi

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