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Il ritorno del Duca Bianco

di Emmanuele Gattuso
Gennaio 1963, mezzo secolo fa nasceva la musica pop per come la conosciamo oggi.
I Beatles partono il primo gennaio per un tour di cinque giorni che li porta in Scozia per promuovere nientemeno che “Love Me Do”, il loro nuovo singolo.
Appena dieci giorni dopo “Please Please Me/Ask Me Why” viene messo sul mercato e sarà il primo singolo dei fab four a raggiungere il numero uno nel Regno Unito.
Non male come premessa, cinquant’anni dopo cosa possiamo aspettarci?
Intanto possiamo evitare i paragoni con il glorioso gennaio di quell’anno e cercare di accontentarci un pochino.
E poi tra le varie mediocrità/oscenità che l’anno nuovo ha (già) voluto regalarci c’è anche un grande ritorno, stiamo parlando di David Bowie che in onore del suo sessantaseiesimo compleanno, l’otto di gennaio ha interrotto un hiatus artistico durato una decade, postando il video di”Where are we now?” sul suo sito.
Il video girato dal suo lontano collaboratore Tony Oursler ci porta a passeggio per la Berlino  degli anni ’70, immersi in un’atmosfera retrò ed onirica, Bowie ci narra la sua storia citando diversi luoghi della capitale tedesca.
Il video è infatti pieno di riferimenti alla vita di Bowie in Germania che i fan più attenti riusciranno a cogliere senza troppa fatica, la donna misteriosa a fianco del cantante è invece Jacqueline Humphries, artista e moglie del regista del video.
Inutile dire che nonostante la totale assenza di pubblicità il singolo è balzato ai primi posti delle classifiche di download in poche ore e in otto paesi.
“Where are we now?” anticipa “The next day” in uscita l’undici di marzo; l’album è prodotto da Tony Visconti che ha lavorato a fianco di Bowie in gran segreto negli ultimi due anni e l’unica anticipazione che si è lasciato sfuggire è che ritroveremo il Bowie classico, ma incontreremo anche un nuovo artista che viaggia verso nuove direzioni.
Che dire…aspetteremo marzo per giudicare; nel frattempo è difficile staccarsi da youtube per far “girare” un’altra volta il pezzo.
Questa è la copertina dell’album e, sì, altro non è che la copertina di “Heroes” del ’77 con un quadrato bianco e il titolo al centro.
Bowie non promuoverà l’album con un tour, quindi possiamo spegnere subito la speranza di vederlo in Italia, ci accontenteremo di ascoltarlo a casa e se non cambierà rotta direi che è un bell’accontentarsi.
Where are we now? The moment you know, you know, you know.
As long as there’s sun/rain/fire/me/you.

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