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Il peso della cultura non significa zaino macigno

di Marzia Santella
Tempo di pagelle in tutta Italia. Un Paese che stupisce sempre per le sue trovate e, con la scuola, da il meglio di sé. Orari e programmi che cambiano da istituto aistituto, da regione a regione. Cambiano i ministri e le finte riforme. I tagli inesorabili di 8 miliardi di euro, dei fondi dedicati all’istruzione ed alla ricerca effettuati negli ultimi tre anni, la dicono lunga sul totale disinteresse su un fattore strategico fondamentale. Costruire una società con persone di alto profilo è una prerogativa solo dei paesi stranieri. I  governi che si sono susseguiti, di qualsiasi sponda politica, hanno fallito. Non c’è omogeneità nella “Offerta Formativa” termine con cui i docenti definiscono programmi ed obiettivi per gli studenti. Non ci sono edifici scolastici adeguati, non ci sono strumenti tecnologici di base, non ci sono le stesse possibilità per gli studenti per poter confrontarsi e competere con i loro coetanei europei nell’accesso  alle università, ai programmi di ricerca.  In questo contesto, di per sé agghiacciante, quello che ultimamente mi lascia perplessa è l’assoluto menefreghismo di presidi e docenti per il benessere psicofisico degli studenti dalle primarie alle secondarie di secondo grado. Tranne per qualche oasi meravigliosa e spesso privata, la stra grande  maggioranza degli alunni italiani deve misurarsi con un carico di libri da trascinare a scuola assolutamente assurdo. Da oltre vent’anni vengono fatti appelli regolari da parte degli ortopedici e dei pediatri sulla pericolosità del peso eccessivo degli zaini. Alle primarie per un peso medio di 20/40 chilogrammi degli alunni lo zaino pesa mediamente 10 chilogrammi dal lunedì al sabato. Alle secondarie di primo e secondo grado il peso dello zaino sale a un peso medio di 16 chilogrammi. Ci sarebbe modo di lasciare il materiale non necessario per i compiti del giorno dopo a scuola, come accade in certe scuole virtuose. All’estero esistono gli armadietti da decenni, per non parlare di progetti recentissimi per cui con al costo dei libri si è preferito acquistare per gli studenti I PAD. Alle primarie capita spesso che le insegnanti, dovendo occuparsi di più materie, dichiarano di non sapere quale argomento approfondiranno il giorno seguente costringendo i piccoli studenti a riempire lo zaino con libri e quaderni spesso inutilizzati. Si  evidenzia l’assoluto non rispetto del patto di corresponsabilità siglato con gli alunni, anche in termini di verifiche e compiti, i quali temono note e richiami. Dai sei ai diciotto anni gli studenti sono persone ed in quanto tali vanno rispettate  anche in merito alla salute. Una piccola dose di sano buon senso potrebbe fare la differenza evitando scogliosi, ed ernie alla schiena per peso eccessivo ed errata postura. I docenti vanno educati non solo con corsi di aggiornamento. Serve uno standard definito per cui chi non ha la vocazione ad insegnare non abbia accesso alle giovani menti. Servono persone che abbiano passione per ciò che fanno per poter tramettere l’amore per la conoscenza, carburante insostituibile per creare una società “civile”. Una proposta per i prossimi che siederanno al governo: Una scuola uniforme con fondi dedicati in controtendenza:  Investire sulla cultura, l’istruzione e la ricerca è fondamentale con un ritorno certo in termini di eccellenze e di progresso scientifico e culturale. I giovani italiani sanno essere sorprendenti se opportunamente stimolati ed entusiasmati. Prendersi la responsabilità di pensare che la cultura passi attraverso il peso dello zaino è in sé ignoranza.
 

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