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Zac Efron: "Non ho salvato Kennedy"

Nel film Parkland di Peter Landesman, presentato in concorso alla 70a Mostra del cinema, l’attore è il medico che prestò soccorso in ospedale al presidente dopo la sparatoria a Dallas

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Parkland ripercorre le vicende caotiche verificatesi a Dallas, in Texas, il 22 novembre del 1963, il giorno in cui fu assassinato il presidente John F. Kennedy. Incentrato sugli agenti dei servizi segreti, sui poliziotti locali, sulle infermiere e sui medici del Parkland Memorial Hospital dove il presidente ferito fu ricoverato, su Abraham Zapruder la cui cinepresa a 8mm riprese l’assassinio e sulla madre e sul fratello di Lee Harvey Oswald, il film intreccia insieme le prospettive di un gruppo di persone comuni catapultate all?improvviso in circostanze straordinarie.
Ma alla fine della proiezione, nella Sala Grande del Lido, gli applausi sono tiepidi e i fischi si fanno sentire. La storia dell’assassinio è nota e già ampiamente raccontata sul grande schermo e il film non aggiunge e non toglie nulla alla vicenda di Dallas né dal punto di vista storico né sotto l’aspetto umano e non suscita nello spettatore nessuna curiosità e interrogativo se non quello di domandarsi “e allora?”
Come non ricordarsi del ritratto in celluloide (sui fatti immediatamente precedenti l’assassinio) fornito nel 1991 con JFK da Oliver Stone?
Parkland  sembra semplicemente voler sfruttare il mito di Kennedy per farsi pubblicità. Punto e basta.

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