di Elisabetta Rossi
Si chiama Istintobrass e titolo migliore non si poteva scegliere per questo docu-film sul Maestro della liberazione sessuale (ahimé, mancata). Realizzato da Massimiliano Zanin (storico sceneggiatore di Brass) e dalla compagna di Tinto, la psicoanalista Caterina Varzi, il film risente fortemente dell’intervento dello stesso Maestro pur non essendo affatto un compitino agiografico. Anzi. Tinto ha lasciato ad altri il compito di valutarlo, pur inserendosi come Grande Raccontatore di aneddotti.
Dalla sua colta formazione parigina alla Cinématèque Francaise con maestri come Roberto Rossellini, Henri Langlois e Joris Ivens (con quest’ultimo realizzò uno splendido documentario voluto dall’Eni di Mattei, L’Italia non è un paese povero) e con altri giovani cineasti come Bresson, Godard,
Tutti raccontano di Tinto in questo biopic ricco di notizie e interventi. Fra loro, Helen Mirren (fra le interpreti del discusso e “rinnegato” Caligolaprodotto da Bob Guccione); il suo attore-feticcio Franco Branciaroli; e – sola fra le attrici che si sono spogliate per lui nella seconda fase del suo lavoro, da La Chiave in poi – Serena Grandi. A ricordare con affetto Tinto anche il grande scenografo premio Oscar sir Ken Adam che lavorò con Brass in Salon Kitty. Fra gli altri interventi quelli di Adriana Asti e Franco Nero, del figlio di Tinto, Bonifacio, della sexy Yuliya Mayarchuk. E dei critici Gianni Canova, Marco Giusti, Marco Muller e Manlio Gomarasca, editore di Nocturno. Da non perdere.