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La mia esperienza in Ucraina

testo e foto di Yuliya Vassilyeva

Quando, alla fine di novembre del 2013, l’allora presidente dell’Ucraina Yanukovich annunciò che non avrebbe firmato il Trattato di associazione con l’Unione Europea, contrariamente agli impegni presi, centinaia di migliaia di cittadini ucraini iniziarono l’occupazione pacifica della piazza principale di Kiev: Maidan Nezalezhnosti, cioè Piazza Indipendenza. Molti soprannominarono la piazza ‘Euromaidan’, per l’adesione dei manifestanti agli ideali democratici dell’Unione Europea.Kiev, Maidan_
Dopo quasi due mesi, il tentativo di Yanukovich di soffocare le proteste con la violenza portò intorno al 20 febbraio all’uccisione di oltre cento persone, all’isolamento di Yanukovich da parte di molti esponenti del suo stesso partito, alla forte richiesta popolare di sue dimissioni e alla sua fuga in Russia. La sua auto-esautorazione di fatto dalla carica di presidente fu poi sancita dal Parlamento, che approvò anche un Capo dello Stato e un governo provvisori, in attesa delle elezioni presidenziali convocate per il 25 maggio. Intanto, venivano evidenziate le prove della corruzione dell’ex presidente, il cui patrimonio personale era di diversi miliardi di euro, e del suo sistema di potere.
Un grave errore politico da parte del governo provvisorio, che a fine febbraio annunciò che avrebbe abolito la legge che consentiva alle regioni con forte minoranza russofona di stabilire il russo come seconda lingua ufficiale, fu un pretesto per una gigantesca campagna contro il governo di Kiev da parte dell’apparato propagandistico di Putin. La legge di abrogazione non è mai entrata in vigore perché il presidente Oleksandr Turchinov non l’ha firmata; ma ormai la tensione fra i governi di Kiev e Mosca era alta. In realtà, in Ucraina tante famiglie sono formate da persone di etnie diverse; quasi tutti gli ucraini parlano benissimo il russo e nessuno ha mai avuto problemi nel parlare soltanto la lingua russa, che è molto vicina a quella ucraina.
Un altro elemento della propaganda putiniana è affermare che il governo di Kiev sarebbe ‘fascista’ perché sostenuto dal gruppo ‘Pravy Sektor’ (‘Settore di Destra’); questo, però, costituisce solo una delle tante componenti del movimento di Maidan. In realtà, in Ucraina i gruppi di estrema destra sono molto marginali e meno attivi che nella stessa Russia.
Io, che sono di origine russa, sono voluta andare a verificare di persona come stanno davvero le cose, nella capitale e in una delle città dove la tensione in questo periodo è più alta: Odessa.
Sono stata in Ucraina a fine marzo, pochi giorni dopo il ‘referendum’ per l’annessione alla Russia – non riconosciuto dal governo ucraino e dalla comunità internazionale – svoltosi in Crimea dopo che gruppi militari russi avevano occupato la maggior parte della regione.
Proprio mentre ero in Ucraina, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 100 Stati votavano in favore di una Risoluzione contro l’annessione della Crimea e solo 10, insieme con la Federazione Russia, votavano contro – fra i quali la Corea del Nord, l’Iran, il Sudan e lo Zimbabwe.
Mentre la capitale cercava di riguadagnare una normale vita sociale, a Maidan rimanevano il palco per cerimonie e comizi e decine di tende con volontari, intenzionati a presidiarla almeno fino alle elezioni presidenziali; ma si discuteva anche della possibilità di una guerra, con truppe russe segnalate in movimento presso i confini e infiltrazioni di agenti russi nel sud e nell’est del Paese. Ho fotografato tante persone comuni e incontrato attivisti del Centro per le Libertà Civili, il deputato Mustava Jemilev (leader dei Tatari di Crimea), alcuni politologi; ho anche assistito a una tavola rotonda sulla situazione della Crimea.
A Odessa – la maggiore città del sud, principale porto ucraino del Mar Nero e sede di una storica comunità ebraica – ho incontrato giornalisti indipendenti ed esponenti della Alleanza Democratica (un partito centrista molto attivo a sostegno del movimento Euromaidan); ho assistito ai preparativi di una grande manifestazione in favore dell’unità dell’Ucraina, mentre in una diversa piazza rimaneva un presidio di gruppi definiti ‘anti-Maidan’.
Rientrata a Kiev, ho incontrato fra gli altri il presidente dell’Associazione delle Organizzazioni e delle Comunità Ebraiche dell’Ucraina Josef Zissels, che ha smentito con forza che Euromaidan abbia valenze antisemite ed ha evidenziato il ruolo di esponenti della comunità ebraica nel movimento. Ho anche seguito alcuni eventi nella stessa Maidan, trasformata quasi in un sacrario per la memoria delle vittime della repressione e dove il fondale del palco invita ad arruolarsi nella nuova Guardia Nazionale, ma dove si alternano oratori di tutte le forze politiche o associazioni che sostengono, da posizioni diverse, il processo di cambiamento.
Le mie fotografie mostrano sia momenti e volti della crisi ucraina, con i suoi drammi e le sue speranze, sia luoghi storici, ricchi di arte e di cultura, delle due grandi città che ho visitato.

http://www.quasituttodigiulia.it/myalbum.php?id=4232
http://www.quasituttodigiulia.it/myreportage.php?id=4342
 

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