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"Nostalgia de Gabo" e del suo cinema neorealista

Di Stefania Taruffi

Gabo ritratto Da Franco Azzinari
Gabo ritratto Da Franco Azzinari
Si è svolta a Roma, presso la Casa del Cinema, presente anche la direttrice, Dr.ssa Caterina d’Amico, la presentazione dell’impegno in campo cinematografico del Premio Nobel Gabriel Garcìa Marquez, intitolato “Nostalgia di Gabo e il suo amore per il cinema neorealista”, organizzata dall’ambasciatore della Colombia in Italia, Juan Sebastiàn Betancur.
Sono intervenuti il regista italiano Francesco Rosi, regista di “Cronaca di una morte annunciata”, tratto da un romanzo di García Márquez. Fernando Birri, regista argentino, compagno di Gabo al Centro Sperimentale di Roma e fondatore, con il Nobel colombiano, della scuola di cinema di Cuba, dedicata al padre del neorealismo, Cesare Zavattini.
Gianni Minà, editore e direttore della rivista letteraria “Latinoamerica e tutti i sud del mondo”, nonché autore di film-documentari e libri sul continente latinoamericano, Alessandra Riccio, professore associato di Lingua e Letterature Ispanoamericane presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, attualmente condirettrice insieme a Gianni Minà della rivista letteraria;
All’interno di una sala attigua è stata allestita inoltre la mostra di Franco Azzinari, il pittore calabrese, amico di Gabo, che lo ritrasse in una serie di quadri che sono stati esposti per la prima volta in Italia, proprio alla casa del cinema in questa occasione.
Gabo ritratto da Franco Azzinari
Gabo ritratto da Franco Azzinari
Il Presidente della Colombia, Juan Manuel Santos:Gabriel Garcìa Márquez, il nostro premio Nobel, è stato il colombiano che, in tutta la storia del nostro paese, ha portato più lontano e reso onore al nome della patria. E non l’ha fatto dal mondo della politica e del potere. Non l’ha fatto alle luci abbaglianti dello spettacolo. E neppure con lo sport, che pur tanta gloria ci ha dato. Gabriel Garcìa Márquez ha lavorato con le idee e le parole. Le ha fatte volare e salire ai vertici dell’immaginazione e ci ha fatto credere che quello che sognava era possibile, che i fatti inverosimili che succedevano a Macondo accadevano realmente. Per noi colombiani Gabo non ha inventato il realismo magico, ma, piuttosto, è stato il massimo esponente di un Paese che è in se stesso, realismo magico” e ancora “La Colombia intera deve tanto a Garcìa Márquez. Egli ha dato voce ai nostri silenzi e alle leggende dei nostri nonni. Ha appoggiato sempre le cause della giustizia e dell’educazione. E ci ha fatto innamorare delle parole”.
Molto interessante l’esposizione dei ritratti del Gabo, realizzati dal maestro Franco Azzinari (1949), nel suo lungo soggiorno a Cuba.
Gabriel Garcìa Marquez e Franco Azzinari
Gabriel Garcìa Marquez e Franco Azzinari
Pittore di origine calabrese, Azzinari ha lasciato la sua terra per girare il mondo: prima l’Europa, fermandosi per molto tempo a Parigi, dove ha subito il fascino degli impressionisti che hanno molto influenzato la sua pittura. Poi l’Estremo Oriente, gli Stati Uniti, le Seychelles, il Brasile, il Sud America e Cuba, dove ritrae Fidel Castro, Gregorio Fuentes, il marinaio di Ernest Hemingway, il grande musicista Compay Segundo.
All’interno di questo contesto si collocano gli incontri con Garcìa Márquez. E proprio nel 2010 prende forma la mostra che si è tenuta a l’Avana nel 2011, nella splendida villa della Fondazione del Nuevo Cine Latinoamericano. Venti ritratti, in cui è possibile osservare diverse espressioni dello scrittore, il cui sottofondo, sia che lui tenga in mano un libro, sia che guardi assorto da qualche parte, da solo o in compagnia della moglie, è sempre la natura. Spiega Nuccio Ordine, filosofo e professore ordinario di letteratura italiana presso l’Università della Calabria, che dedica la prefazione al catalogo su Márquez: “La presenza della natura nei venti ritratti non può non evocare le bellissime pagine dedicate da Garcìa Márquez alle descrizioni dei paesaggi, delle foreste, delle paludi, dei diluvi, del vento, dei fiumi, dei fiori, degli alberi, delle farfalle..”. E ancora: “ Lo stesso uso che Azzinari fa dei colori pastello, potrebbe richiamare le tinte forti che caratterizzano la scrittura di Márquez: le tonalità accese delle sue iperboli, l’incandescenza delle sue metafore e la sorprendente gamma cromatica dei suoi aggettivi”.
Chi meglio del ‘pittore del vento” com’è chiamato Franco Azzinari, poteva cogliere tante diverse espressioni così reali, da farci immaginare lo stato d’animo dello scrittore nel momento in cui è stato ritratto: pensieroso, assorto nell’osservare un quadro, o divertito nel leggere un libro. Oppure dall’aria scettica, con quelle spighe piegate dal vento in sottofondo, che caratterizzano molte opere del maestro Azzinari.
Per info sull’artista Franco Azzinari: www.francoazzinari.it

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