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"Alla fine ci inventeremo qualcosa": Insettopia, la città che Gianluca Nicoletti sogna per i ragazzi autistici

di Maria Rosaria De Simone
Autismo. Un termine che la maggior parte delle persone conosce in maniera superficiale, ma che spaventa perché attiene al mondo delle patologie neuro-psichiatriche.  Fino a quando non ci si inciampa, non ci si incappa o va bene qualsiasi altro termine voi decidiate, come genitori o come docenti o come operatori. Allora sì che ci i trova a dover cambiare prospettiva e visione della vita. nicoletti-kcqB-U10302909095805nyH-640x320@LaStampa.it
Cosa che sicuramente è accaduta al giornalista e scrittore Gianluca Nicoletti, che il 18 settembre ha presentato presso la sede del Cnr  il suo ultimo libro “Alla fine ci inventeremo qualcosa”, Edizioni Mondadori, in cui affronta, come genitore, il tema dell’autismo, toccando dei punti nodali e di difficile soluzione e gestione e raccontando la sua esperienza con il figlio sedicenne Tommaso.
Il giornalista aveva già scritto, sullo stesso tema, il libro “Una notte ho sognato che parlavi”, sempre della stessa casa editrice.
La presentazione del libro  è risultata dinamica e ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo scientifico del Cnr con le loro invenzioni tecnologiche, del mondo politico a supporto di  un progetto di legge, ma soprattutto dei tanti genitori intervenuti con i loro figli autistici, per rafforzare e riempire di  contenuto quanto lo scrittore andava raccontando. Erano presenti anche vari docenti che  ogni giorno, sul campo, si trovano a relazionarsi anche con gli studenti autistici e che vogliono imparare e capire e studiare per svolgere il ruolo che compete loro in maniera sempre più  professionale e sempre meno approssimativa.
Gianluca Nicoletti ha raccontato di come il suo ultimo libro sia nato dalla domanda insistente e sempre sottesa che ogni genitore che ha un figlio disabile si pone: “Cosa farà mio figlio quando non ci sarò più? Come se la caverà? Chi si occuperà di lui?”
Una domanda, il dopo,  che crea inevitabilmente ansia, preoccupazione, ma che deve essere invece il motore per cercare nuove strade e nuove soluzioni, senza lasciarsi sopraffare dalla paura di un futuro tutto da inventare. Il libro di Gianluca Nicoletti vuole proporre una sfida di cambiamento a tutti  coloro che hanno a che fare con l’autismo. E questa sfida è prima di tutto un sogno: vedere i propri figli felici. Perché è quella la loro vocazione principale.
“Non vogliamo medicalizzare i nostri figli. Vogliamo che si divertano. Sono qui i nostri ragazzi autistici e vogliamo che si divertano.” Questo ha detto durante la presentazione.
Il giornalista con il libro ha anche voluto dare piena dignità ai ragazzi autistici, che sono imprevedibili, a volte incomprensibili, ma che non vanno abbandonati al loro isolamento, o nascosti, come accadeva un tempo per i diversamente abili. I genitori debbono uscire dalla cappa del proprio dolore e dalla solitudine sociale  che spesso subiscono e debbono imparare a divertirsi e a far divertire i propri figli. Ad uscire dai classici schemi mentali ed aiutare il proprio figlio a scoprire le sue caratteristiche, le sue capacità, qualsiasi esse siano e a seguire la propria strada che di sicuro ha necessità diverse rispetto ai coetanei.
“Mio figlio non condivideva con me” prosegue “adesso sì”. Fondamentale dunque, per i genitori, entrare in relazione con il proprio figlio, imparare ad ascoltare,  essere accolto nel suo mondo. 
E la tecnologia, dice il giornalista, può essere sicuramente di grande aiuto, come ad esempio le Smart bianche e verdi elettriche, che possono essere noleggiate a prezzo simbolico, e che fanno parte di un’idea nata in collaborazione con Aci Roma e Aci consult, per permettere a genitori e figli di circolare liberamente all’interno di Roma, compresa la Ztl, parcheggiando gratuitamente all’interno di tutte le strisce blu.  Gianluca Nicoletti, infatti, ha scoperto che al figlio Tommaso, che come tutti  gli autistici è sensibile al rumore, piaceva andare in giro in auto elettrica, che si divertiva e che gli permetteva di scoprire un mondo a lui precluso.
L’essere riusciti ad avere a disposizione delle macchine può essere un aiuto certo per le tante famiglie che hanno la stessa problematica e può rendere la vita più agevole, più bella e confortevole.
Così anche la tecnologia uscita dalle menti di giovani scienziati del Cnr può essere di grande supporto nella vita quotidiana. Ad esempio degli speciali  sensori che non consentono il parcheggio  dei portatori di handicap a coloro che non ne hanno alcun diritto.
Inoltre durante la presentazione è stato fatto conoscere un incredibile robot che ha attirato l’attenzione di tutti gli intervenuti.  Cosimo Distante, dell’Istituto nazionale di ottica, ha mostrato il funzionamento di ‘Saracen’ (Socially Assistive Robots Autistic Children Education), un robot interattivo, autonomo e intelligente, che si propone come ausilio alle terapie dei bambini, favorendo l’interazione. Durante l’esperimento è stato proprio Tommaso ad interagire con il robot, suscitando simpatia ed interesse immediato.
All’incontro ha dato il suo contributo anche Giovanni Pioggia dell’Istituto di fisiologia clinica, responsabile del progetto ‘Prima pietra’ per la teleriabilitazione dei disturbi autistici, il quale ha detto che molti sono gli ingegneri che cercano di costruire qualcosa che utilizzi le tecnologie per fare una diagnosi precoce della patologia e per migliorare la qualità della vita. Ha raccontato di un’app da utilizzare proprio per tale diagnosi a partire dai diciotto mesi di età. Ciò è importante perché non ci si può affidare all’emporismo dei genitori e se ci si rende conto presto del problema si può intervenire con tempestività e fare tutto quello  che va fatto.
In conclusione, Gianluca Nicoletti ha ringraziato tutti coloro che stanno aiutando con la propria professionalità e competenza, attraverso lo studio di nuove tecnologie, le famiglie che sono naturalmente in prima linea in questa problematica. Ha anche raccontato il suo sogno di costruire Insettopoli, una città che finora è utopia, per i ragazzi autistici, dove possano anche da adulti continuare ad esprimersi secondo le peculiarità loro proprie, ad essere felici con quello che li rende felici. Una città a loro misura. Una città costruita per amore.
Per chi volesse  saperne di più, ecco il sito da consultare  www.insettopia.it.

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