di Marina Capasso
“Vite in Versi” è un progetto temerario, che nasce dall’idea del cantautore romano Jacopo Ratini coadiuvato dalla collaborazione artistica di Davide Dose. L’obiettivo è consistito nell’omaggiare letterati, cantautori e registi, italiani e stranieri, che hanno scritto pagine di vita e di storia indimenticabili, attraverso la ripresentazione di stralci delle loro opere. L’aspetto innovativo è stato presentare questi grandi personaggi, attraverso la viva interpretazione di giovani artisti, al fine di “prendersi cura” delle parole, sottolineandone la bellezza e il forte valore morale e sociale. Gli interpreti, immedesimandosi nei ruoli scelti, sono riusciti a donare loro nuova vita, sotto lo sguardo partecipe e curioso dei presenti. Anche la scelta della location per collocare le Opere d’Arte Viventi non è stata lasciata al caso. A far da cornice allo spettacolo c’era il suggestivo ex mattatoio, divenuto ormai prestigioso spazio espositivo, situato nel rione Testaccio di Roma. Entrando nell’edificio, tra gli spettatori, ha aleggiato un primo senso di positivo disorientamento nell’osservare in ciascuna stanza, nella quale potevano accedere liberamente, un diverso interprete in attesa dell’inizio della performance. Dopo un primo ascolto di un estratto de “L’ombra di Sofocle” di Pier Paolo Pasolini, interpretato dall’attrice Giulia Bornacin, e dettate le generali indicazioni sulle modalità di svolgimento della serata, gli astanti hanno cominciato ad aggirarsi lentamente per le stanze per godere delle emozioni offerte. Giorgio Gaber, Alda Merini, Gioachino Belli, Allen Ginsberg, Woody Allen, Rino Gaetano interpretati rispettivamente dal cantautore Pierluigi Siciliani, dall’attrice Jessica Zannella, dal cantautore Adriano Bono, dall’attore Daniel De Rossi, dallo scrittore Valerio Lundini e dal cantautore Alessio Dari. Nel finale Simone Giacinti ci ha divertiti in una personale interpretazione dell’eccentrico e satirico Ennio Flaiano. Uno splendido modo per avvicinarsi ad un mondo fatto di Poesia, nuda, cruda e al contempo soave. Ha sorpreso la partecipazione e la voglia dei giovani di riappropriarsi di spazi di cultura e di rianimare di nuovo fuoco idee e parole che in fondo non sono mai passate, mai finite, ma che ancora ci illuminano la strada e la rendono meno buia fornendo “senso” in un mondo che ne ha sempre meno.
Foto di Matteo Nardone