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Levante illumina la prima serata del Festival di Villa Ada, nell'Isola che c'è

Ho cercato a lungo l’isola che non c’è. Ma il fatto che non c’era mi ha un po’ demoralizzato. Tuttavia ogni tanto la cerco ancora. Non si sa mai che ci sia…” –Pier Paolo Pasolini

A confutarne l’esistenza la ventitreesima edizione del Festival di Villa Ada, un’isola che non è un miraggio e offre approdo sicuro a chi sa cercarla, nel cuore della città eterna. L’Isola del laghetto di Villa Ada apre le sue porte al mondo per quarantacinque giorni di programmazione musicale e di eventi a cura dell’Arci Roma e di Viteculture. Viva Lion, il progetto indie folk fondato da Daniele Cardinale, che si avvale della collaborazione del polistrumentista Marco Lo Forti, ad aprire la serata. Poi a ciascun marinaio è dato seguire la sua stella, e quella che ha illuminato la serata inaugurale della rassegna musicale capitolina si chiama Levante, al secolo Claudia Lagona.
La giovane cantautrice siciliana, piemontese d’adozione, dalla voce sinuosa e intrigante irrompe nella scena musicale italiana nel 2013 con il singolo “Alfonso” in seguito all’incontro fortunato con il produttore Davide Pavanello, ex cantante dei Linea 77 e a capo dell’etichetta INRI. Dopo la pubblicazione del suo primo album nello stesso anno, Manuale Distruzione, pubblico e critica ne riconoscono concordi talento e spessore.
Segnalata come artista 2014 su iTunes, tra i finalisti del premio Tenco e selezionata da Mtv come “Best italian act” per gli European Music Award di Glasgow, nel novembre del 2015 ha ricevuto il prestigioso premio Bertoli. Il suo nuovo album Abbi cura di te, pubblicato con la storica etichetta Carosello Records, diviene riverbero di una ritrovata capacità di essere felice lasciandosi dietro la costellazione di malinconie e tormenti, di rabbia e cinismo dei suoi esordi insieme ad una nuova consapevolezza artistica.
E’ pronta ad essere felice, Levante, e canta d’amori rassegnati quanto risoluti come nell’immediata “Ciao per sempre” ,non sei stato mio e mai lo sarai, fra questa gente…caro amore ciao, per sempre”. In “Finché morte non ci separi”, rievoca la storia dei suoi genitori scappati di casa per vivere la loro storia d’amore che non conosce lieto fine a causa della prematura scomparsa del padre. Notevole il rock energico e la verve di Le lacrime non macchiano, nella quale rivendica la possibilità di ciascuno di essere artefici della propria felicità, l’unica in cui davvero crede “quella dettata dall’amore verso sé stessi”.  Inaspettata e spiazzante la dedica a “Caruso Pascoski” in omaggio all’omonimo film di Francesco Nuti. Lo stile pop cantautorale di Levante con sonorità articolate e atmosfere elettroniche risulta convincente. Il Festival di Villa Ada saluta la sua stella e prende il largo.
di Anna Esposito
Foto di Sabrina Vani

 

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