L’uomo che non c’era veglia ancora, perfino oltre la morte, di là dalle porte della percezione, sul gruppo che ormai non esiste più. Se i Pink Floyd sono stati una delle band più importanti della storia della musica del secondo Novecento, Syd Barrett ne è stato il genio in fuga, il diamante pazzo, il componente necessario la cui precoce sparizione ha ispirato tutta l’attività a venire dei compagni di strada. Adesso una nuova biografia (Syd Diamond. Un genio chiamato Barrett, Arcana edizioni – Lit Edizioni), scritta dal giornalista scientifico Mario Campanella, riporta all’attenzione degli appassionati una figura cardinale nella cultura popolare contemporanea, uscito dal gruppo che sarebbe vissuto nella contrapposizione devastante fra David Gilmour e Roger Waters, travolto da una pazzia che presenta molte analogie con l’“euforia di Torino” che aveva vinto Nietzsche.
L’irregolarità e l’eccesso sono state le coordinate che hanno ospitato il percorso di un artista inevitabilmente eccentrico, in anticipo sulla sua epoca e quindi condannato ad essere da essa raggiunto. A dieci anni dalla seconda e ultima morte, quella comune a tutti gli altri esseri umani, ascoltare la musica del chitarrista che non seppe essere se stesso produce un effetto straniante, un singolare senso di spaesamento, nel segno di un’empatia prossima alla misericordia per ognuno, variante della pietas che riguarda gli individui riconoscibili.
Barrett non fu mai in grado di vivere, perciò scelse di percorrere la strada più lontana possibile da qualsiasi altra esistenza: solo così avrebbe potuto raggiungere una salvezza consonante con la perdizione. «Syd è impazzito – scrive Michele Mari in “Rosso Floyd”, forse il più riuscito romanzo sul rock, anzi sulla solitudine del genio – perché era sempre un passo più avanti, e non essere mai in sintonia con gli altri fa di te un naufrago su uno scoglio, o un astronauta perso nello spazio…
Quasiasi cosa facesse o pensasse era sempre all’avanguardia, sempre: a un certo punto si trovò così in là che intorno a lui non c’era più nulla, e in quel vuoto precipitò».
di Elena Orsini
Mario Campanella, Syd Diamond. Un genio chiamato Barrett, Arcana Edizioni-Lit Edizioni, 2016, pagg.190, Euro 16,50