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La mediazione riattiva la comunicazione nei conflitti di coppia

di Maria Bernabeo
L’obiettivo principale della mediazione è di riattivare la comunicazione tra le parti persa a causa del conflitto  in fase di separazione o divorzio.
Tutto il lavoro del mediatore  è diretto a far sì che si ricostruisca uno spazio in cui madre e padre possano riaprire una finestra al dialogo a vantaggio di una sana crescita dei figli.
L’acutizzarsi della crisi si riflette, in genere, nella incapacità della coppia genitoriale di comunicare in modo costruttivo.
Le divergenze legate agli interessi, ai bisogni individuali producono spesso un alto livello di emotività e di conflitto, rispristinare le regole della comunicazione è il primo passo da fare attraverso il percorso di mediazione.
Quando il nostro interlocutore viene visto come un nemico e si è dominati dalla rabbia e dal rancore, si fa fatica ad ascoltare l’altro e a cogliere segnali positivi, utili ad abbattere lo stesso conflitto.
La comunicazione è la base della vita sociale, quindi eliminare la comunicazione non è ammissibile, ma la distorsione comporta che essa produca una non comunicazione.
Ma come si può aiutare i genitori che si trovano in questa fase della loro vita per riattivare un dialogo il più possibile costruttivo?
In questa fase il ruolo del mediatore è fondamentale per tutelare i legami genitoriali, ma soprattutto per far sì che si arrivi ad una separazione con un maturo accordo e realmente condiviso dalle parti. Il ruolo del mediatore familiare è quello di individuare  le dinamiche conflittuali, riconoscendo le emozioni, i bisogni, gli stili comunicativi  negoziabili di entrambe le parti.
L’ascolto attivo, l’empatia, l’uso delle domande, la riformulazione dei messaggi, la ristrutturazione di significato rispetto alla rappresentazione della realtà che ciascuno porta in mediazione, può trasformare la comunicazione rendendola più fluida ed efficace al pari di un processo alchemico.
Non si può dire che sempre funzioni, molto dipende dalla volontà delle parti nel mettersi in discussione, ma è sempre più utile che delegare un magistrato per le scelte della loro vita e dei loro stessi figli.
 

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