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Warruwi la piccola Babele australiana

di Lara Ferrara
Vi ricordate la torre di Babele? Lla leggendaria costruzione di cui narra la Bibbia nel libro della Genesi. Era situata a Babilonia e secondo una teoria durante il suo innalzamento nella popolazione terrestre cominciarono a parlarsi più lingue differenti, finendo per diventare il simbolo dell’incomprensione linguistica.

Oggi siamo sull’isola di South Goulburn, al largo della costa settentrionale australiana, uno degli ultimi luoghi al mondo in cui convivono, in una stretta porzione di territorio, diverse lingue indigene: addirittura 9, per l’esattezza, su una popolazione di circa 500 abitanti. Una è l’inglese, ma poi ci sono il Mawng, il Bininj Kunwok, lo Yolngu-Matha, il Burarra, lo Ndjébbana e il Na-kara, il Kunbarlang, l’Iwaidja, il creolo dello Stretto di Torres. Qui c’è una piccola comunità nella quale si parlano circa 9 idiomi diversi su una popolazione di soli 500 abitanti, la comunità Warruwi.
Gli abitanti del luogo riescono a comprendersi perché ciascuno di loro capisce alcuni o tutti gli altri idiomi, ma continua a rispondere nel proprio.
Questo è un fenomeno diffuso e noto come multilinguismo recettivo, che a Warruwi trova una delle sue massime espressioni.
Nella comunità Warruwi le diverse lingue sono associate ad altrettante origini territoriali, ecco perché si è diffusa questa forma di comunicazione “mista”, che sembra funzionare e tutelare allo tempo diversità culturale e convivenza pacifica.
La particolarità è che anche la comprensione linguistica è considerata una abilità di tutto rispetto e non una sorta di apprendimento a metà di una lingua che non si sa parlare.

Si tratta in sostanza di una questione ereditaria. Il linguaggio è un retaggio familiare, e dunque passando a un’altra lingua verrebbe meno il legame alle origini, con una sorta di appropriazione indebita di ciò che è di ‘proprietà’ altrui. La comunicazione mista è l’accordo pacifico con il quale le diverse famiglie mantengono l’identità e al contempo collaborano per vivere insieme. Il governo australiano non ha mai tentato di forzare questa situazione.
Nella comunità Warruwi ognuno parla come gli pare, ma si capiscono lo stesso. Potrebbe essere un insegnamento per tante situazioni di incomprensione anche tra persone che parlano la stessa lingua, specialmente alle nostre latitudini.

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