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Donne violate: la storia di Santa Scorese

di Maria Rosaria De Simone

Santa Scorese

Ho conosciuto Rosamaria Scorese, la mattina del 4 gennaio alla trasmissione di Rai Due “I fatti vostri“. Rosa è la sorella di Santa Scorese, la ragazza che circa vent’anni fa venne uccisa da uno squilibrato e della quale è in corso il processo di beatificazione. Incontro Rosamaria, con suo marito Mario, nel camerino che le hanno preparato: è una bella donna dal sorriso aperto ed accattivante e  lo sguardo solare. Da anni si dedica a far conoscere la storia di sua sorella ed ultimamente è in prima linea, nel gruppo Lightonstalking per far comprendere quanto sia importante tutelare le donne, difenderle dalla violenza omicida, attraverso leggi sempre più sensibili. Venti anni fa, la sorella Santa purtroppo ha perso la vita per mano di un uomo che da anni la molestava. Il padre era un onesto agente della polizia e la madre una casalinga. Ha sempre studiato con profitto, sia al Liceo classico sia alla Facoltà di Pedagogia. Ha sempre amato essere vicina ai poveri, ai sofferenti ed ai malati. Era molto credente ed ha sempre frequentato la parrocchia e il Movimento dei Focolari di Chiara Lubich.

Rosamaria mi mostra alcune foto di Santa, che era davvero piccola di statura e con un viso paffuto, su cui brillavano due splendidi occhi scuri. Nonostante, come tutte le ragazze, avesse sognato un marito e dei figli, si sentiva sempre più chiamata ad una vita missionaria, ma non sapeva  ancora bene attraverso quale ordine. Purtroppo Santa, verso i venti anni,  cominciò ad essere vittima delle attenzioni di uno squilibrato, che iniziò ad importunarla ovunque, a pedinarla, a toglierle il respiro con la sua presenza costante, a telefonarle in maniera a dir poco assillante ed a minacciarla di morte. L’uomo l’aveva vista un giorno nella Cattedrale di Bari e da allora Santa era diventata la sua fissazione, unita anche al suo odio per la vita vissuta secondo i valori cristiani dalla ragazza. Santa chiese anche aiuto alle istituzioni, ma all’epoca ancora non esistevano le leggi sullo stalking ed era molto difficile poter fare qualcosa che servisse davvero ad allontanare lo squilibrato.“…Ah dimenticavo. Giuseppe si sta facendo vivo di nuovo. Bruna mi ha detto che telefona in continuazione a Bologna – scrive Santa all’amica Carmencita il 14 novembre 1989- Ha parlato con Franca e Lucia e probabilmente ha individuato il numero di don Marino (il parroco). Ho una paura tremenda, ma qui a casa non ne ho parlato. Prega perchè mi liberi da questo incubo! Non mi va di essere scortata e poi con la ripresa delle lezioni all’Università vorrei essere più libera…..un bacione.”

Le molestie erano continue con appostamenti quotidiani e telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Un tormento che lasciava tutta la famiglia preoccupata ed estenuata. Ogni minuto, ogni ora. Per tre lunghi anni. Il 6 febbraio del 1989 Santa subì una prima terribile aggressione, che lei riporta nel suo diario: “Il matto ha cercato di usarmi violenza. Ma prima mi ha detto che ero morta e poi mi ha sbattuto per terra e lui cercava di baciarmi. Che sensazione orribile! Ho urlato con tutta la voce che avevo, con tutta l’anima, ma nessuno mi ha sentita. Ho invocato Gesù e Maria. Per fortuna pare che loro mi abbiano ascoltato e così ho cercato di liberarmi da quel pazzo che mi teneva stretto e sono andata dalle missionarie.” Purtroppo Santa, il 15 marzo del 1991, quell’unica sera in cui, per un caso fortuito, rientrava a casa da sola, venne aggredita e colpita mortalmente dallo squilibrato. Quattordici coltellate inferte alle spalle. Quattordici colpi in cui lo squilibrato ha trasferito tutto il suo odio.

Rosamaria Scorese con Maria Rosaria De Simone

Dopo poche ore la ragazza morì all’ospedale Policlinico di Bari. Le sue ultime parole sono state di perdono nei confronti del suo assassino. come ha testimoniato un medico. Il padre, poliziotto, quante volta si sarà torturato dal dolore per non essere riuscito a difenderla, lui che aveva sempre protetto ed aiutato chi ne avesse avuto bisogno. Lui, servitore integerrimo dello Stato. Chiedo a Rosamaria di come abbiano sopportato la terribile perdita i suoi genitori. Lei mi spiega che ancora si stupisce della grande forza d’animo e della grande fede che li ha sempre sostenuti ed aiutati, al punto da essere per lei e per tutti i familiari un punto di riferimento e di conforto importante. Mario mi racconta che Santa ha esalato l’ultimo respiro tra le sue braccia mentre lei con voce flebile diceva: “Ho solo 23 anni, sono troppo giovane per morire….”

13 COMMENTI

  1. Mio Dio, un’altra storia agghiacciante, che tortura l’anima di chi sa cosa vuol dire violenza, spero che Santa saràVeramente Santa, come tutte quelle ragazze che sono state strappate alla vita senza il loro consenso, e che non sia stato Dio a volerlo, e chi uccide deve finire nel più profondo dell’inferno, e che non avranno pace in questo mondo, non è possibile che non riescono a dire, ma cosa faccio? prima di commettere una cosa simile, Maria ROSARIA, SEI GRANDE, ti abbraccio, e un grande abbraccio va a Rosamaria e famiglia gli sono vicina, euna ppreghiera per Santa e tutte le ragazze che sono state strappatealla vita, e che Dio gli sia vicino, Letizia

  2. Ascoltare questa storia mi vengono i brividi mi auguro con tt il cuore che venga fatta SANTA come tante altre donne morte x mano di assassini e che la giustizia nn ha protetto e chissa´quante altre storie ci sono e che nn conosciamo mi chiedo quando le coscienze di chi DEVE si smuoveranno?? con una legge che esiste oggi ma spesso nn viene applicata SONO SOLIDALE CON LA FAMIGLIA DI SANTA e di tt quelle donne e parenti delle vittime che soffrono in silenzio ma bisogna dire BASTA. Un abbraccio alla famiglia
    complimenti per l´articolo scritto con grande sensibilita´assoluta.

  3. questa storia fa venire i brividi e fa nascere tanta paura…ma sono le ultime parole di Santa a farci confidare nel futuro, un futuro di solidarietà.Le vittime di molestie hanno bisogno di essere ascoltate,aiutate e devono capire poi che le attenzioni e l’amore non possono passare attraverso la violenza.Se tutti ascoltassimo le vittime allora si,esse potranno di nuovo avere una vita dignitosa.flaminia

  4. Ho conosciuto Santa Scorese attraverso i racconti di Rosa Maria e la lettura del suo diario…mi hanno sempre stupito il suo immenso amore verso Gesù e la Madonna, la sua voglia di vivere, la sua forza quotidiana e mi ha sconcertato la sua profondità d’animo che esternava con pensieri e preghiere cariche di umanità e spiritualità…quanti ragazzi oggi a vent’anni scriverebbero e ragionerebbero in tal modo?????? Era davvero speciale e straordinaria..spero tanto che con l’aiuto delle nostre preghiere e del Signore possa quanto prima essere dichiarata Beata!!!!!

  5. Una domenica pomeriggio di qualche settimana fa, alcune vicende di una fatto di cronaca, mi portarono in una caserma dei carabinieri di un paese della provincia.
    Vi giunsi attraversando un paese silenzioso. Da queste parti, la domenica, intorno alle 15, c’è poca gente in giro, prevalentemente uomini: il pranzo della domenica è ancora un rito che resiste e il vociare sommesso proveniente dalle case ed i vetri appannati delle finestre illuminate con le prime luci di Natale ne erano la dimostrazione. Parlavo con un militare, prendevo appunti per scrivere un articolo. Ad un certo punto suonò il campanello. Il carabiniere si affaccio ad una finestra e aprì il cancello della caserma. Dal piccolo monitor del suo ufficio vidi entrare una giovane donna con un foulard che le copriva una buona parte del viso. Spingeva una carrozzina. Entrò.
    Il giovane carabiniere mi congedò velocemente e andò da lei. La donna aveva con sé un bambino di pochi mesi che dormiva. Il piccolo non si era forse accorto che sua madre era stata picchiata. E che quella domenica pomeriggio, mentre la maggior parte della gente era chiusa in casa per il relax domenicale, una giovane donna subiva violenza e veniva colpita non solo nel fisico ma anche nel suo orgoglio e nella sua dignità.
    Quel carabiniere, quel pomeriggio, diventò per lei un’ancora di salvezza. Un centro di ascolto. Un motivo di speranza. Parlarono. Andai via subito dopo perché avevo un articolo da scrivere. Non ho mai saputo com’è andata a finire questa ennesima storia di violenza. Ho raccontato questo piccolo episodio dei giorni nostri perché, a distanza di vent’anni dalla morte di Santa, quel che mi colpisce è la solitudine che ancora può circondare le vittime di maltrattamenti, angherie, violenza. Quella giovane donna, in quella tranquilla domenica di dicembre, era sola con il suo dramma. Come lo erano stati Santa e la sua famiglia. Quella giovane donna, sola con il suo bambino, nell’anno 2010, cercava conforto, aiuto, protezione. Forse ha provato la stessa solitudine che, una sera di marzo del 1991, ha portato Santa alla morte per mano di uno squilibrato che la perseguitava da anni. La legge sullo stalking è una grande conquista di civiltà ma il mondo in cui viviamo, a volte, è troppo chiuso in se stesso per comprendere che una donna della porta accanto subisce violenza e non può dirlo, non sa dirlo, non vuole dirlo.
    La storia di Santa e l’instancabile testimonianza di sua sorella, Rosa Maria, mettono in mostra le sfumature di un dramma che, per essere combattuto, ha sicuramente bisogno di leggi appropriate e di istituzioni forti. Ma anche di una fitta rete di solidarietà e di condivisione. E di un mondo che deve urlare il suo “no” unanime alla violenza sulle donne. Santa, con il suo ultimo respiro, disse: “Ho solo 23 anni, sono troppo giovane per morire….” Parole che, dopo vent’anni, lasciano un interrogativo ed una piaga ancora aperta e dolorosa. Un dolore che, purtroppo, si rinnova nei piccoli e nei grandi drammi che vedono le donne, ancora oggi, ignare protagoniste di pagine tristi di violenza e di sopraffazione.

  6. Leo dici cose bellissime, ma ti sei informato come è finita la vicenda?
    Sai, solo 6 anni fa mia figlia che abitava in un paesino di montagna della bassa toscana, mi riferì un fatto agghiacciante in cui oltre che inorridita,ti senti impotente e sfiduciata per cui molte donne ad un certo punto decidono di soccombere o il destino decide per loro ……..facendole uccidere dai loro aguzzini.
    Veniamo alla vicenda, mi chiedeva se conoscessi qualcuno per poter aiutare una donna con 4 o 5 figli non ricordo bene, moglie di un allevatore o comunque proprietario terriero, il quale sottoponeva la donna a continue violenze anche in presenza dei bambini,e quando alla mia risposta di andare dai carabinieri, sai cosa mi ha detto?
    -E’ proprio per questo- perchè i carabinieri le avevano detto che comunque avrebbero dovuto chiamare suo marito, e che poi era tanto bravo………….e l’avrebbero dovuta rimandare a casa e di non sporgere nemmeno denuncia,una personcina così per bene, ma gli voleva fare proprio del male?– La rimandavano a casa e la cosa peggiorava, e lui era sempre più violento. Mia figlia voleva che parlassi con un comandante dei carabinieri della mia città per esporre il problema……
    Poi io ho avuto gravi problemi di salute, mia figlia è stata trasferita e non abbiamo saputo più nulla. Ma queste sono le istituzioni, e spero tanto che da 6 anni a questa parte se ne sia fatta tanta di strada!!!!!
    Questo c’entra poco con Santa, ma se non facciamo cambiare la mentalità, (lo so che stò diventando ripetitiva, anche in un altro commento l’ho ribadito)maschilista da tutte le nostre istituzioni, ho paura che il cammino sarà arduo e difficile, ma ce la faremo!
    Leo hai detto bene, parole sante è una PIAGA, che cercheremo di curare con la testimonianza delle mamme e delle sorelle di queste povere vittime.
    Aspettate un secondo, un attimo…………………….., perchè mamme e sorelle,…………….ma gli uomini dove sono? Gli uomini che vivono queste tragedie? Ne sto vedendo molto pochi……………….
    Ho ragione?

  7. La storia di Leo mi ha fatto fare la pelle d’oca complimenti, per il fatto che Santa disse ho appena ventitre anni sono troppo giovane per morire, è vero molto vero ma quante ragazze dai 18, anni ai 30, ma ci sono più giovani e anche più vecchie ma quell’età è la più numerosa, mi chiedo perchènon fanno nulla se le leggi ci sono perchè non le fanno valere, anche Rossana n aveva 19 e morì per quella mano il mese di marzo 1991, il 2 marzo mi auguro che si è incontrata con ROSSANA IN PARADISO LETIZIA LA MAMMA DI ROSSANA.

  8. io dovrei essere abituata a tutto cio’ ma non ci rioesco ,ancora mi scandalizzo ,ma dico possibile non si riesca a fare ,una legge d’ura che faccia passare la voglia a chiunque di violare ,uccidere ,perche possessivita e’ la porola che gli sta piu nella mente ? polici sapete solo parlare e nulla piu’ be vi dico io ho poassato cio con mia figlia ,ho fatto denuncie su denuncie perche due marocchini di 50 anni volevano mia figlia di 14 non ho atteso che la giustizzia mi difendesse lho fatto da sola ,e li ho spditi in ospedale ma mia figlia e’ salva ,lo rifarei non una ma mille volte ,per mia figlia e per le figlie dia ltri a mani nude come allora ,mai sulla mia strada accadesse diventere il geggio carnefice ,non credo nella giustizzia ,non credo nei giudici ,credo anora nella legge del taglione in questi casi ,occhi per occhi dente per dente ,
    chiedo perdono del mio ardire ,ma non ci riesco ciao angelo del paradiso noi ,io continuo a combattere anche per te

  9. io dovrei essere abituata a tutto cio’ ma non ci rioesco ,ancora mi scandalizzo ,ma dico possibile non si riesca a fare ,una legge d’ura che faccia passare la voglia a chiunque di violare ,uccidere ,perche possessivita e’ la porola che gli sta piu nella mente ? polici sapete solo parlare e nulla piu’ be vi dico io ho poassato cio con mia figlia ,ho fatto denuncie su denuncie perche due marocchini di 50 anni volevano mia figlia di 14 non ho atteso che la giustizzia mi difendesse lho fatto da sola ,e li ho spditi in ospedale ma mia figlia e’ salva ,lo rifarei non una ma mille volte ,per mia figlia e per le figlie dia ltri a mani nude come allora ,mai sulla mia strada accadesse diventere il geggio carnefice ,non credo nella giustizzia ,non credo nei giudici ,credo anora nella legge del taglione

  10. Ho avuto l’immenso piacere di avere Santa come amica, ho trascorso con lei momenti bellissimi ma ho anche vissuto con lei le molestie del suo assassino.
    Santa era una ragazza straordinaria con una forza incredibile, aveva sempre tempo per tutti, lo studio, gli amici, i mille impegni nel sociale…mi chiedevo sempre come facesse a fare tutto e a farlo bene, era così naturale per lei, che mi faceva interrogare e pensare sul perchè io non ne fossi capace!
    Quando era stanca o si sentiva giù andava in chiesa, lei diceva “vado a ricaricarmi” ed era vero, ritornava più allegra e motivata di prima!
    Santa ancora oggi mi dimostra la sua grande amicizia, è il mio angelo mi è stata vicina nei momenti belli ma anche e sopratutto in quelli brutti.

  11. Palo del Colle è vicinissimo al mio paese, e mi sono ritrovato a pensare ai miei 23 anni.
    Troppo giovane per morire a quell’età ed in quel modo; in quel modo non dovrebbe morire nessuno, la società, e cioè tutti noi, deve trovare la capacità di ergere delle barriere contro questi tipi di violenza. Non è possibile andare avanti in questo modo.
    … how many deaths … canterebbe Bob Dylan; a quell’epoca c’era il Vietnam, oggi c’illudiamo che sia tutto finito ma il Vietnam ce l’abbiamo ogni giorno tra di noi.

  12. Ho letto il diario spirituale di Santa appena fu pubblicato.Lo “divorai”, letteralmente, attratta dalla spiritualità di quelle parole che appartenevano ad una esperienza di vita molto lontana dalla mia. L’ho tenuto sul mio comodino a lungo, per leggerlo ogni sera, ogni volta che ne sentissi il bisogno, tutte le volte che cercavo una risposta. Mi ha aiutata tanto….Ad esso si sono aggiunti gli altri scritti di Santa, ugualmente coinvolgenti. Quei libri oggi non sono più miei, poichè li ho donati ad una persona che s’era gravemente ammalata e che aveva bisogno di “luce”, come era accaduto a me prima.
    Ecco, di Santa, che non ho conosciuto, pur vivendo nello stesso suo paese, mi piace far emergere la spiritualità, la serenità e, allo stesso tempo, la voglia di lottare per i più deboli, per gli ultimi.

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