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Roma, il mondo sottosopra di Chagall

di Maria Rosaria De Simone

Se passeggiate per Roma e desiderate visitare una bella mostra, non potete non andare a quella dedicata a Marc Chagall, nella splendida cornice dell’Ara Pacis fino al 27 marzo. Entrerete nell’enorme struttura di vetro, ammirerete da vicino il simbolo della grandezza della Roma Antica, attraversando con gli occhi i rilievi scolpiti nel marmo, simili a preziosi ricami. Scenderete al piano inferiore, e sarete introdotti in una serie di sale che accolgono 140 opere di Chagall tra quadri disegni e grafiche, provenienti da vari importanti musei. Se non conoscete davvero Chagall, potreste rimanere sconcertati dalle sue tele, in cui erompe con forza il colore in una miscellanea di contrasti di verde, blu, giallo e rosso in cui galleggia un mondo fiabesco di sposi, rabbini, musicisti, asini, galli, carretti, orologi. Un incanto affacciato sull’inconscio del surrealismo.

Allora, aiuta molto fermarsi nella sala proiezioni per visonare un filmato di circa cinquanta minuti, in cui Chagall stesso ripercorre la sua vita, di ebreo russo, povero, ma con tanti sogni e con il profondo desiderio di elaborare il dolore il per suo popolo oltraggiato, ma anche per le sue tragedie personali. E’ un mondo sottosopra, quello che il pittore ebreo naturalizzato francese, rappresenta: “Lenin ha rovesciato il mondo sottosopra, come io rigiro i miei dipinti.” Chagall, attraverso la sua sensibilità artistica, vuole mostrare come tutto si svolge all’incontrario, come non siano più seguiti nella società russa quei valori basilari che danno dignità alla vita dell’uomo. Odio, rancore, razzismo, guerra seppelliscono il bene che dovrebbe regnare nel mondo.

“Non vorrei essere simile agli altri- scrive- voglio vedere un mondo nuovo”. E questo mondo Chagall lo cerca nelle sue tele,  nei suoi personaggi sospesi per aria, che non seguono le leggi di gravità e dove anche la sua firma si trova dove non dovrebbe essere, in alto a sinistra. “L’esercito avanzava e via via la popolazione si allontanava abbandonando le città ed i villaggi. Volevo farli trasportare sulle mie tele,per portarli in salvo.” Parole dolorose queste ed un reale esempio dell’arte che denuncia, attraverso il pennello, il dramma di un popolo in un mondo che ha perso la giusta direzione e che segue principi pericolosi.

In molte tele non manca il Cristo crocifisso, cosà che potrebbe apparire strana, visto che il pittore è un ebreo. Ma Chagall stesso spiega più volte, che il crocifisso, l’uomo dei dolori, rappresenta l’umanità sofferente e violata. Prima di uscire, dopo un giro per un ultimo sgardo alla tela che  più ha emozionato, potreste passare per lo spazio adibito a shop, per comprare il libro che racchiude tutte le opere della mostra.

Per informazioni:

www.arapacis.it

2 COMMENTI

  1. Grazie, Maria Rosaria, un salto a Roma per la mostra quasi quasi lo faccio…
    A proposito di Chagall, sembra sua questa “Che genio era quel Picasso… un vero peccato che non abbia dipinto nulla” ahahah!…no comment…

  2. pensavo di conoscere Chagall…Sui libri scolastici non riportano questi dipinti e ora mi hai suscitato il desiderio di vedere la mostra di questo pittore profondamente religioso.Il dipinto che hai messo come logo dell’articolo,mi fa pensare a tutti quei bambini che amano mettersi a testa in giù e osservano il mondo secondo un’altra prospettiva…a volte è molto meglio.Grazie Maria ROsaria.Rebecca

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