L’aggressività è diretta, impulsiva; nel bullismo c’è una intenzionalità e una persistenza nel tempo che può essere a livello fisico (sottrazione di oggetto o violenza fisica), a livello verbale (tramite continue offese), ma anche in modo indiretto, attraverso l’esclusione del gruppo o la diffusione di pettegolezzi, tipica del bullismo femminile.
OGGI CON L’ARRIVO DEI CELLULARI CI SONO ANCHE MESSAGGI OFFENSIVI…

Cyberbullismo Giorgia Belardini Psicologa Roma Nord Prati

Ormai avanza sempre più il fenomeno del cyberbullismo, fatto di messaggi offensivi che raggiungono la vittima dove col bullismo tradizionale non poteva essere raggiunta.
Il cyberbullismo è proprio un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui attraverso varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima che non può difendersi.
QUALI SONO I CAMPANELLI D’ALLARME? 
Si comincia con l’isolare una vittima, quindi la si fa sentire sola, vulnerabile, in pericolo.
La percezione è che non puoi parlarne con nessuno, altrimenti ti si ritorce contro e le violenze saranno ancora peggiori.
Da fuori si notano cambiamenti di umore, la vittima non vuole più andare a scuola o fare quello che prima gli piaceva, dorme male, parla poco e spesso ha disturbi psicosomatici.
COME SI FA’ AD INDIVIDUARE IL BULLO? 
Un bullo è una persona che si è creata una corazza, una identità aggressiva che offende gli altri e spesso si trova in compagnia di vari aiutanti e sostenitori che aumentano la sua forza.
Naturalmente l’interazione tra bullo e vittima è asimmetrica (squilibrio di potere tra le parti) che può essere per età, grandezza fisica o per atteggiamento mentale; proprio per questo è importante indagare e far capire cosa si nasconde dietro l’aggressività del bullo.
IN CHE MODO LE VITTIME DEL BULLISMO ESCONO DAL TUNNEL?
Le vittime spesso hanno conseguenze sia a breve che a lungo termine, con disturbi fisici, del sonno, ansia e bassa autostima; soprattutto si vergognano e si sentono in colpa per quella situazione, quindi è molto difficile che chiedano aiuto e riescano da soli ad uscirne.
È importante quindi come genitori, come insegnanti e come amici fare attenzione ai cambi di umore improvvisi e ai piccoli segnali che vengono mandati dalla vittima.
UN GENITORE COME PUO’ CONTROLLARE IL PROPRIO FIGLIO/FIGLIA? 

Padre figlia ascolto Giorgia Belardini Psicologa Roma Nord Prati

Controllarlo è diventato quasi impossibile oggi, tra porte delle stanze chiuse e cellulari, i ragazzi sono molto più esposti.
Quello che si può fare è insegnare ai propri figli il dialogo, quindi parlare con loro ascoltandoli attivamente, senza esprimere giudizi; interessarsi, comprendere e condividere le loro emozioni; essere un punto di riferimento, cercando di incrementare la loro autostima e le loro potenzialità; creare una rete tra casa e scuola che possa far sentire il ragazzo protetto e supportato.