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Ecologia del vivere: quando il dolore fa audience

Francesco Nuti

di Stefania Taruffi

E’ polemica sulla presenza di Francesco Nuti al programma di Barbara D’Urso “Stasera che sera”, Canale 5. L’attore e regista toscano porta ancora le conseguenze neurologiche dell’incidente domestico che cinque anni fa lo fece entrare in coma per un trauma cranico, che gli ha causato gravi menomazioni neurologiche. Dal giorno dell’incidente Francesco è muto e costretto su una sedia a rotelle. Nel programma appare sullo schermo per sei lunghi minuti, senza parlare, mentre l’ex compagna, Annamaria Malipiero, è intervistata dalla D’Urso e gli amici gli rendono omaggio. E’ importante restare vicino a chi ha dato tanto al suo pubblico ed è la televisione che deve e può farlo. Ma ci vuole stile e decoro, anche questo è un obbligo dei mass media.

L’apparizione di Nuti su quel video è stata penosa e triste. L’immagine di quell’uomo con una visibile menomazione psico-fisica che continuamente si pulisce la bava dalla bocca e piange, commosso e frastornato, ha indignato molti in questi giorni. Anche me. Un uomo perso e finito.  Prima di uscire dalla scena, Nuti era un personaggio molto noto al pubblico, un uomo brillante e ironico, di grande presenza.

La vita purtroppo è severa e fa uscire dalla scena da un momento all’altro i suoi protagonisti, senza preavviso e senza via di ritorno. Quando cala il sipario e dietro si nasconde una tragedia, dolore, tristezza, malattia, credo che simili scene vadano evitate. Il malato ha un proprio mondo, dagli equilibri sfumati e delicati, fragili come il vetro e va rispettato conferendogli dignità. Spesso l’invisibile filo che ci ricollega ai ricordi, ai momenti felici,  è più potente di una presenza fisica inquietante, che disorienta e rattrista. Sarebbe stato più rispettoso ricordarlo nelle parole degli amici, negli spezzoni dei film che ha diretto, nei suoi momenti migliori. Perché in fondo, è così che tutti vogliamo ricordarlo. Ed è così che merita di essere ricordato.

Foto in licenza CC: maxlider

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