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In mostra a Brescia "Donne nell'arte da Tiziano a Boldini"

Dal 18 gennaio al 7 giugno 2020 al palazzo Martinengo di Brescia inizia la mostra “Donne nell’arte da Tiziano a Boldini”, che documenterà quanto l’universo femminile abbia giocato un ruolo determinante nella storia dell’arte italiana, lungo un periodo di quattro secoli, dagli albori del Rinascimento al Barocco, fino alla Belle Époque.
Interverranno: Samuele Alghisi, presidente della provincia di Brescia; Roberta Bellino, presidente associazione amici di Palazzo Martinengo; Nicoletta Bontempi, presidente fondazione provincia di Brescia eventi; Davide Dotti, curatore della mostra.
Una mostra curata da Davide Dotti e organizzata dall’associazione amici di Palazzo Martinengo e col patrocinio della provincia di Brescia, del comune di Brescia e della fondazione provincia di Brescia eventi, in partnership con fondazione Marcegaglia Onlus, che presenterà oltre novanta capolavori suddivisi in otto sezioni tematiche di artisti.
L’intento è mostrare come la donna abbia avuto un ruolo centrale nella storia dell’arte italiana. Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Tiepolo e Boldini: questi alcuni dei più grandi pittori rinascimentali, barocchi e del XIX secolo, che hanno dedicato a nobildonne, aristocratiche e popolane ritratti e dipinti, da cui emergono la personalità, l’eleganza e le più sottili sfumature del mondo femminile.
Un percorso espositivo che racconterà delle donne nella religione (dai testi sacri e i libri agiografici che hanno ispirato tele dedicate alle sante della cristianità come Maddalena col vasetto di unguenti, Caterina con la ruota dentata, Barbara con la torre, Margherita con il drago, Cecilia con gli strumenti musicali e Lucia con gli occhi in mano o alle eroine bibliche dell’Antico Testamento come Giuditta, Salomè, Dalila, Susanna e Betsabea), nella letteratura, nella mitologia (dee come Diana, Venere, Minerva, Giunone e figure come Leda, Europa, Onfale, Circe, Dafne), nella storia antica (come la regina d’Egitto Cleopatra, che decise di togliersi la vita, dopo il suicidio dell’amato Antonio, per non consegnarsi viva nelle mani dell’acerrimo nemico Ottaviano e subire la pubblica umiliazione; a Lucrezia, che si trafisse il petto con il pugnale dopo essere stata avvilita e violentata da Sesto Tarquino; e a Sofonisba, che bevve il veleno inviatogli dal marito Messinissa per non vivere un’esistenza mortificata come schiava dei romani).
Protagoniste di questo percorso espositivo anche le scuole che prenderanno parte a percorsi tematici, con l’obiettivo di avvicinare i più giovani al meraviglioso mondo dell’arte.

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