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Il Giorno della Memoria, significativo contributo dei nuovi media

Di Valentino Salvatore

Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa entravano nel campo di sterminio di Auschwitz, rivelandone al mondo l’orrore. Il lugubre lager polacco elevato a simbolo della follia nazista, dove vennero uccisi più di un milione di ebrei, compresi migliaia di italiani. Per non dimenticare quella tremenda pagina di storia, che portò all’uccisione almeno 6 milioni di persone tra ebrei,omosessuali, zingari, dissidenti politici e religiosi, testimoni di Geova, pentecostali, malati di mente, portatori di handicap, dal 2000 è stato istituito il Giorno della Memoria, che cade proprio il 27 gennaio. Data sancita a livello internazionale anche dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea Generale dell’ONU nel novembre del 2005. Tanti gli appuntamenti in tutta Italia per commemorare la Shoah, promossi da associazioni e istituzioni. Ma non si tratta solo di iniziative di livello istituzionale. Quest’anno non manca il contributo prezioso dei media, primo fra tutti internet. Da segnalare lo spot sulle reti Rai a cura del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, realizzato dall’agenzia romana Alè Comunicazione. Tra i testimonial scelti, nomi come Alain Elkann, Piero Angela, Giovanni Maria Flick e Massimo Ranieri. Uno spot voluto con un budget ridotto (meno di 20mila euro), che è a sostegno dell’iniziativa dal titolo Storia di famiglie – Campagna di raccolta materiali e documenti sulla Shoah. Questa campagna, promossa dal Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, vuole raccogliere documentazione destinata ai Musei della Shoah e dell’ebraismo di Roma e Ferrara e al Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano. Non solo per a fini espositivi, ma anche per contribuire alla divulgazione e allo studio del genocidio nazista. L’invito è cercare materiali come foto, cartoline, diari o altri oggetti che riguardano la Shoah, per donarli e contribuire alla crescita del fondo. Tutti possono farlo, donando alla Prefettura più vicina ciò che è disponibile: tutto sarà esaminato da una commissione scientifica per la collocazione. Sono tante infatti le famiglie italiane che hanno vissuto direttamente il dramma della soluzione finale, magari con parenti morti o scampati allo sterminio, e ancora di più quelle che in qualche modo hanno sentito la vicinanza strisciante di quell’incubo, specie nel periodo più buio della Seconda guerra mondiale. La campagna andrà avanti fino al 30 giugno, con diversi spot.

Altra iniziativa che rimarrà impressa è quella della Regione Umbria ha realizzato con Archi’s Comunicazione: una campagna dicomunicazione che punta sui social network come FaceBook. Che in particolare mira a contrastare il negazionismo, diffusissimo anche da internet nonostante l’enorme mole di dati oggetto di studio. Già il comandante in capo delle forze Alleate durante il secondo conflitto mondiale – nonché poi presidente Usa – Dwight D. Eisenhower ebbe a dire, quando si scoprirono le prove dello sterminio: «Che si tenga il massimo della documentazione, che si facciano filmati, che si registrino i testimoni perché, in qualche momento durante la storia, qualche idiota potrebbe sostenere che tutto questo non è mai successo». Evidentemente per molti la valanga di foto, immagini, film, resoconti di chi visse direttamente quelle terrificanti esperienze non basta. A corredare la campagna della Regione Umbria alcune foto-manifesto, con slogan che colpiscono come pugni nello stomaco. In una foto con due bambini ebrei marchiati dalla stella gialla, campeggia la scritta La Shoah non c’è mai stata. E sotto, di rimando: Questi ad esempio stanno solo giocando ai cowboy. In un’altra, l’agghiacciante scritta Arbeit Macht Frei con il botta e risposta Ma quali campi di sterminio? Questo ad esempio è l’ingresso del Parco Giochi Auschwitz.

Per conoscere meglio la tragedia delle deportazioni, offre una preziosa testimonianza anche il sito dell’Associazione nazionale ex deportati, oltre al già citato CDEC. Una mole enorme di materiale, che è possibile visionare e scaricare: come i cataloghi di film, libri e siti utili, nonché edizioni integrali di testi rari. Senza dimenticare il museo virtuale con immagini dal lager italiano della Risiera di San Sabba vicino Trieste o da quello di Auschwitz-Birkenau. Utilissimo anche l’archivio fotografico dello United States Holocaust Memorial Museum a Washington.

Fondamentale per i ricercatori e i curiosi è il sito dello Yad Vashem, il museo dell’Autorità per il ricordo delle vittime e degli eroi della Shoah di Gerusalemme. Documenti di ogni genere, link, bibliografie e cronologie. Anche dieci mostre iconografiche on line e un richiamo al Giardino dei Giusti, dove sono commemorati coloro che aiutarono gli ebrei durante le persecuzioni. Non manca l’Italia, col sito dedicato all’eroe Giorgio Perlasca, che fingendosi un diplomatico spagnolo riuscì a salvare di oltre 5mila ebrei ungheresi. Ma c’è anche un portale curato dall’Associazione 27 gennaio, istituita a Napoli e impegnata per tenere viva la memoria dell’olocausto nazista. Senza tralasciare il sito che ricorda le Risiere di San Sabba, unico campo di sterminio in Italia tristemente noto per avere un forno crematorio. Perché la Shoah per noi non è stato un qualcosa di distante e dal quale siamo rimasti estranei, come dimostrano le storie di questi giusti e delle tantissime vittime nel nostro Paese.

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