Segnala un evento
HomeIn primo pianoMes cos'è e come funziona il Fondo Salva Stati

Mes cos'è e come funziona il Fondo Salva Stati

Cos’è il Mes e come funziona il Fondo salva stati,ecco le ultime notizie accordo MES, Sure, BEI e eurobond Coronabond.
Il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, dall’inglese European Stability Mechanism, è un organismo europeo nato nel 2012 con l’obiettivo primario di garantire la stabilità finanziaria dei paesi dell’area euro.
Quindi funziona così:se uno stato membro dell’unione europea ha un tracollo finanziario si aziona il MES.
Il MES nasce dalle modifiche al trattato europeo approvate il 23 marzo 2011, andando così a sosttuire il fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf) al fine di mobilitare le risorse finanziare e dare sostegno alla stabilità ai membri del MES che già si trovano o rischiano di trovarsi in gravi condizioni finanziarie. È un organismo nato per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro e quella dei suoi stati membri, ed è per questo che viene chiamato anche fondo salva-stati.
Il MES ha sede in Lussemburgo ed è gestito da un “Board of Governors” costituito dai ministri finanziari dell’area euro ed il cui presidente è il portoghese Mario Centeno, Presidente dell’Eurogruppo; Da un “Board of Directors”, i cui membri vengono scelti dai ministri dell’economia e finanze cioè un direttore generale, attualmente il tedesco Klaus Regling, che gestisce gli affari correnti del MES seguendo le indicazioni del Board of Directors. Il direttore partecipa anche alle riunioni del Board of Directors e Governors.
Comprende anche la supervisione del presidente della Bce, Cristine Lagarde e del commissario europeo agli Affari Economici,Paolo Gentiloni.
Il Fondo del MES è di circa settecento miliardi di euro, dei quali la Germania detiene la quota più importante pari al 27%, la Francia al 20% e l’Italia a quasi il 18%.
Gli stati membri che richiedono l’aiuto al MES per ottenere risorse finanziare devono accettare condizioni stringenti sui propri conti, come ad esempio tagli sulla spesa pubblica e riforme strutturali. Fino ad ora hanno avuto accesso al fondo salva Stati la Grecia con 61,9 miliardi, la Spagna con 41,3 miliardi e Cipro con 6,3 miliardi.
Ecco come funziona la procedura di attivazione del Mes:
1) uno Stato Membro in difficoltà deve avanzare la richiesta di assistenza al Presidente del Consiglio dei governatori del fondo salva-Stati;
2) Il MES chiede alla Commissione UE di valutare lo stato di salute del Paese che ha chiesto aiuto e di definire il suo fabbisogno finanziario.
3) Dopo la valutazione, l’organo plenario del MES decide di agire e aiutare il Paese in difficoltà con prestiti.
Diciamo che la discussione sul MES è inziata nello scorso giugno quando i governi dei Paesi membri hanno trovato un accordo per la sua la riforma. L’accordo però per entrare in vigore deve essere ratificato all’unanimità da tutti i parlamenti degli Stati coinvolti.
Le modifiche che più hanno sollevato dubbi, critiche e polemiche sono state gli aiuti alle banche e la ristrutturazione del debito che secondo molti, impatterebbero fortemente sulla stabilità dell’Italia, anche se secondo il premier Giuseppe Conte ed il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri,non ci sarebbe alcun rischio per il nostro paese.
Con la riforma del MES si dovrebbe fornire anche il backstop al fondo di risoluzione comune delle banche, e cioè la possibilità del fondo di intervenire anche nel salvataggio delle banche di interesse europeo, utilizzando gli accantonamenti derivanti dai contributi delle banche dell’area euro.
La ristrutturazione del debito previsto dal MES, consiste in un intervento di riduzione del valore dei titoli di Stato nel momento in cui quello stato venga ritenuto non in grado di onorare in tutto e per tutto i debiti.
Questi allora andranno suddivisi, ad esempio parte dei soldi concessi alla Grecia durante il suo periodo di crisi, sono stati corrisposti dalla Germania, in parte dall’Italia, dalla Francia e così via. Ma, dato che ogni Paese riesce a garantire uno status di affidabilità, alla quota versata da ciascuno viene riconosciuto un interesse diverso.
Le ultime notizie di questo mese parlano di un ritrovato accordo dell’Italia con l’Eurogruppo ma la decisione finale su MES, BEI, SURE dovrà essere del Consiglio Europeo.
Si lavorerà anche alla messa a punto di un ‘Recovery fund’ (Fondo per la ripresa) alimentato dall’emissione di Coronabond.
Il vicepresidente della Commissione europea per gli affari economici, Valdis Dombrovskis, nel corso di una intervista ha rimesso in piedi il discorso sugli eurobond, lasciato a metà nel corso dell’Eurogruppo e rimandato alla riunione del Consiglio Europeo del prossimo ventitre aprile.
Dombrovskis ribadisce che nel prossimo Consiglio Europeo si discuterà del Recovery Fund, ovvero del fondo speciale per la ricostruzione post Covid19 che avrà una disponibilità di 1.500 mila miliardi di euro, anche se l’ammontare definitivo non è stato ancora deciso.
Questo fondo sarà finanziato da obbligazioni, ma non si sa ancora se saranno eurobond oppure no.
L’Eurogruppo sta quindi affrontando il tema del Mes e lavora a ridurre al minimo le condizioni di accesso per l’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità chiamato anche fondo salva-Stati.
Dalle ultime notizie si andrà verso un Mes Light ad una sola condizione, cioè che gli aiuti dovranno coprire solo i danni economici legati all’epidemia coronavirus. Ancora aperta la discussione su chi dovrà sorvegliare l’utilizzo che gli Stati ne faranno. La linea di credito con il Mes light sarebbe per un massimo di 240 miliardi di euro, da cui tutti gli Stati Membri potrebbero attingere fino al 2% del proprio Pil.
Un altro intervento su cui si sta discutendo all’Eurogruppo è il SURE, ovvero il nuovo meccanismo presentato dalla presidente della Commissione europea von der Leyen.
Il Sure è uno strumento di sostegno per l’economia garantito da tutti gli Stati membri e serve a tutelare l’occupazione in paesi come Italia e Spagna, tra i più colpiti dall’emergenza corona virus, e muoverà fino a cento miliardi, partendo da venticinque miliardi di euro di garanzie comuni grazie alle quali la Commissione emetterà bond. L’Eurogruppo dovrà decidere se i 25 miliardi verranno da capitali nazionali o dal bilancio Ue.
Il fondo potrebbe essere costituito dai contributi provenienti dagli Stati membri e aperto alla partecipazione di altre istituzioni dell’Ue e lo stanziamento di fondi che consentirebbe a ciascun Stato membro di beneficiare del rating Tripla A della Banca europea.
Sul tavolo dell’Eurogruppo tra le varie proposte c’è anche quella sulle “emissioni comuni” con i cd. eurobond emessi dall’Ue.
Il fronte del Nord, Olanda e Germania,è fortemente contrario. La Francia chiede un fondo temporaneo (5-10 anni) alimentato da garanzie comuni, gestito dalla Commissione Ue che emetterebbe bond, così come farà per Sure.
I commissari Ue Gentiloni e Breton in merito agli eurobond fanno invece questa proposta: un Fondo per la rinascita che abbia una capacità di bilancio propria, che emetta obbligazioni a lungo termine fino a raggiungere una quota massima di 1.500 miliardi di euro necessari alla ripresa economica e in pratica andando ad anticipare il bilancio Ue 2021-2027.
Quindi l’ipotesi è che tra pochi giorni si aprirà silenziosamente alla riforma definitiva del Mes, visto che l’ economia è a pezzi e la Ue ci concede solo 7,5 miliardi di deficit in più quando ne occorrerebbero subito, almeno una ventina. Ebbene in questa situazione, invece di ridiscutere il Fiscal Compact, che di per sé è già un cappio al collo (visto che prevede il pareggio di bilancio), Ue e governi pensano di legarsi ancor di più mani e piedi con la firma del nuovo Mes.
L’Eurogruppo è stato chiamato a dare l’ approvazione finale e si pensa non rimarrà bloccato per il covid19.
Il nostro ministro ci andrà e seguirà l’ iter di sottoscrizione degli stati membri e la procedura di ratifica di ciascuno secondo le proprie norme costituzionali. Quindi la preoccupazione di questi giorni è che se l’iter andasse a buon fine il nuovo Mes dopo il virus, sarà il colpo di grazia. Infatti già nel 2012,ciascuno Stato aveva versato un acconto pro-quota all’ interno di tale organismo. In caso di crisi dei debiti sovrani, cioè nel caso si impennino i tassi di interesse dei titoli di stato a tal punto da mettere in ginocchio la finanza pubblica, gli stati in difficoltà possono così ricorrere al Mes per chiedere soldi in prestito. Un prestito che sarà concesso a condizione che lo stato richiedente ponga in essere una serie di riforme concordate, principalmente nel campo della spesa sociale (pensioni e sanità).
La nuova versione del Mes prevede che i memorandum siano sostituiti da una specie di “pilota automatico’”.
In altre parole occorre una ristrutturazione del debito pubblico e sulla sostenibilità del debito e della ristrutturazione decide il Mes in totale autonomia. Diciamocela tutta, ad essere tagliate saranno sempre le voci più sensibili, soprattutto la sanità, il rischio reale è questo.

SCRIVI UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome

- Advertisment -

più popolari