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Venezia fa il tris di biennali per tornare dal vivo

Torna con nuove vesti la biennale di Venezia, più conosciuta come mostra di architettura, per l’esattezza torna in tre nuove vesti: teatro, musica e danza.
Oltre la mostra del cinema, Il presidente Roberto Cicutto, in una conferenza stampa online, ha raccontato il momento della Biennale.
“Aprirà le danze il cinema – ci ha detto – e sarà seguito da teatro, musica e danza. Un’offerta compatta, come l’immagine della biennale che vogliamo dare nei prossimi anni”.
Tutti eventi saranno uniti in un dialogo più largo tra le sei discipline della biennale, che prenderà anche la forma di una mostra curata dai sei direttori nel Padiglione Centrale dei Giardini.
Ritornano quindi gli eventi dal vivo e con il pubblico reale anche se nei mesi scorsi a Venezia si è pensato pure ad un’ipotesi di forte digitale.
“Rifiutiamo il digitale, con assoluta consapevolezza – ha ribadito Cicutto -Non solo perché ci sono forme d’arte come teatro e danza,spettacolo dal vivo, che non possono fare a meno del pubblico. Questo discorso vale anche per le opere degli artisti di tutto il mondo e le installazioni degli architetti”.
Anche il direttore Antonio Latella, direttore per la biennale del teatro, ha spiegato come: pubblico, critici, operatori, spettatori, macchinisti, tecnici, disegnatori del suono, scenografi, costumisti, attori, registi, drammaturghi, operatori, siano una grande comunità indispensabile la cui presenza non può mancare
Invece per la musica era collegato il direttore Ivan Fedele che ha detto – “Acoltare, proporre, chiedere musiche differenti è fondamentale, è la nostra vita ed è la missione della Biennale”.
La biennale della danza sarà diretta da Marie Chouinard, che ha perforato per l’occasione una sorta di racconto su cosa significa tornare a vivere uno spettacolo.
“Quando arriverà la grazia – ha concluso Chouinard dopo avere citato, per esempio, Sarah Bernhardt e Vaslav Nijinsky – verrà a devastarci in tutta la crudeltà della sua bellezza.
E questa è l’immagine più con cui torneremo a guardare le prossime Biennali e, più in generale l’arte e la nostra vita”.

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