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Vi presento un Poeta: Gisella Blanco

Questa settimana Antonietta Gnerre ha scelto tre testi di Gisella Blanco. Una poesia che scava sulla pietra del mondo la bellezza della luce. Un nuovo tempo. Un nuovo tramonto da guardare.

Tramonto

 

 

Si inerpica,
dondolante, impalpabile sfera luminosa
sulla trama stonata
d’azzurro cantante:
fine commossa
del giorno che è stato,
topazio ghiacciato
di caldo e miseria.
La grandezza, ai nostri piedi,
è a un passo
e lambisce con segreti veli d’ira
la carne fragile e immensi gli occhi
che gemono, sfiniti di promesse.
In ascolto un lupo dall’altura, ammaliato,
contraccambia il canto
come augurio macilento
in giovinezza permutato.
Giovinezza che è idea e giudizio:
ci si può sentire solo obsoleti
nell’inganno autorevole
del calar del sole
che non ci domanda consiglio.

Gisella Blanco (Tratta da Melodia di porte che cigolano, Eretica Edizioni).

 

Nascere

 

 

Non sono mai nata-
rammento origini alle 11:30 – memoria è chiesa chiusa –
il varco placentale s’apre a calci.
Alle 15:10 si fa tormento il sonno-
geme nel ventre per dialoghi inesatti-
tace alla voce del non verbale – chimera.
Ragioni in giorno di mezzo –
alle 19:35 – si erudiscono tra denti d’insegne al neon –
confuse nell’inciampo di tramonto
sul piede d’inumana indole.
Cigola la gola alle 20:30 –
si con-fida al buio, senz’essere nominabile –
non so se accorreranno grilli a ingravidare il silenzio –
zampe stridenti – infranto imbarazzo d’ugole smerlate –
molestia di suono – medianità della notte.
All’ora della mia nascita rivissero i miei defunti-
partorirono apolidi stirpi – si pianse su palmi d’olio –
vivo da sempre, non sono mai sorta-
brevi gestazioni soffrono d’infinite linee – si esiste sulla punta della lingua.
Venire alla luce è dipendenza carnale –
richiamo a morte dalla folla del sangue.
Siamo cimeli d’eterno sull’ala sinistra
della terra.

Gisella Blanco (Tratta dall’antologia di Autori vari Inno alla morte, edita da Bertoni Editore).

 

Insonnia

 

 

Nessuno
adesso
sbriciola con me
la grana grossa
rubina
di notte torbida
che passa sugli occhi
come vano dimenticare
e si sofferma severa
sulle grida accese
d’una fede sacrilega,
non si può dormire
-soltanto alcuni numi riposano,
sembrano i nostri defunti-.
E quando provo a rinnegare
me stessa
ammiccando ad altre ore,
il buffo profilo della notte
si scioglie
-il tempo è risolto-
e non rimane che un’alba succinta
a schiarirmi il dramma disumano
d’altri Padri miseri
insonni
e increduli di poter essere spiegati
/con parole di donna.

Gisella Blanco (Tratta da Melodia di porte che cigolano, Eretica Edizioni).

 

Gisella Blanco è nata a Palermo nel 1984 e vive a Roma da diversi anni. E’ laureata in legge, si occupa di divulgazione letteraria poetica, collabora con blog, riviste cartacee e giornali on line per i quali scrive note critiche, recensioni, articoli e interviste. Conduce dirette, programmi e iniziative culturali fruibili su YouTube e sui principali social. Particolarmente attenta ai temi sociali, filosofici e femministi, è autrice della silloge poetica “Melodia di porte che cigolano”, pubblicata da Eretica Edizioni e compare nell’antologia “Inno alla morte” pubblicata da Bertoni Editore.

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