Tornare a correre.
Partire dalle basi.
Inspiro, Espiro.
Attraversare isole olfattive felici.
Il gelsomino ancora non del tutto sfiorito, l’erba appena rasata, i fichi dolciastri, i tigli.
Attraversare anche le isole infelici, puzze di monnezza sparse, foglie appiccicose, gabbiani cattivi con la testa nei cassonetti,
e andare avanti comunque.
Resistere.
Al caldo, all’aria che ti manca.
Sputare l’anima – nel mentre che corri- prima di rompere il fiato.
Lasciarla là, l’anima, che ormai nemmeno ti serve più e quel sassolino che hai in petto per quel che serve, solo casini.
Riprendere a correre.
Leggera.
Sei solo mente.
Individuare innanzitutto la direzione.
Corri verso o scappi da?
Rompi il fiato e rispondi:
Nessuna delle due.
Per – corri.
Attraversi te stessa, da un lato all’ altro, nel segmento di vita che hai sotto i piedi.
Vecchia te, nuova te. Inspiri, espiri.
Fino al traguardo che hai in testa.
Tocchi tana e torni indietro.
La strada verso casa è sempre in discesa.
Rivai sui tuoi passi, uno a uno e ti accorgi che.
Inspiri, espiri.
Dentro, fuori.
Sospiri,
e infine
respiri.
E nel frattempo che corri, e che torni alla base, recuperi pure ciò che prima avevi lasciato per terra.
Non si sa mai.
Potrebbe servirti, la prossima volta.
di Lidia Monda
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#numero3
Allenamento alla felicità: numero3
