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Ti presento un poeta: Francesco Papallo

Questa settimana Antonietta Gnerre ha scelto delle poesie di Francesco Papallo La poesia manifesta le azioni, i sentimenti, gli scogli del tempo. È un calendario che moltiplica l'esistenza umana, l'anima del mondo che continua a leggere.

Francesco Papallo

Parla piano di ciò che non accade.
Fa male il sogno al reduce di guerra
come un barlume di proibita innocenza
dentro i vezzeggiativi d’altri giorni.
Giorni sfatati in questo crampo di vita
dove si arena la puntualità dell’amore
in diluita convalescenza.

Così mi affido all’assolo del bosco
in cima ad un sentiero esposto al sole.

Voce ansimante d’altitudine
che all’entrata nell’ombra sradica
il ronzio delle mosche
e mi consegna a un calpestio assoluto
come un insonne che rumina le ore
tra i cardi e le bianchissime pietraie
della lunga siccità della notte.

***

Vorrei farti sentire come brucia
nell’aria satura di sale
– non viene per ferire, cauterizza –
questo rosario d’onde,
ma l’intenzione crepita in balbuzie
per i tuoi occhi che riservano al paesaggio
il loro testamento luminoso.

Allora siedo schiena contro scoglio,
addosso al mare la mia fredda carità di spiccioli
lanciando sassolini a pelo d’acqua.
E se il vento continua a biascicare la lingua degli stenti
io pure voglio credere che il bene si propaghi
oltre le increspature momentanee
ed ali nuove e nuove migrazioni a noi verranno
quando ciascuno accennerà il suo canto.

***

Un altro cielo bianco in calce al giorno,
un’altra alba che non piange e non respira
e tiene il sole ringhiante alla catena.
A mezzogiorno, l’ombra turgida e affilata
è la linfa delle cose che si staglia
fuori dalle cose.
Nel suo breve e dispotico interregno
l’estate tarpa l’urgenza della voce,
la bocca un pantano affollato
di girini dalle ore contate.
Ma in un acuto di pietà sgorga un guaito,
sovrasta per un attimo la cicala
e il suo fanatico assillo si spegne
nell’oasi che ha l’uomo in ostaggio:
Icaro cade, cade e si sfracella!
Icaro è stato solo una scintilla senza eredi,
noi invece siamo figli di Prometeo
e culliamo nel ventre sempre aperto
l’ardore che ci è inflitto.

Francesco Papallo è nato nel 1987 a Napoli, dove vive. Ha compiuto studi classici e orientalistici. Si interessa di letteratura, filosofia occidentale ed orientale, arte figurativa e giornalismo. Alcuni suoi componimenti poetici sono stati pubblicati nella rivista di Elio Pecora “Poeti e Poesia”, nella rivista “La clessidra” all’interno di una rassegna dedicata ai poeti campani, sul blog “Transiti poetici” di Giuseppe Vetromile, sul blog “Poetrydream” e nell’antologia “L’assedio della poesia 2020” curati da Antonio Spagnuolo. Alcuni dei suoi articoli e racconti brevi sono apparsi sul “Manifesto” e sul “Mattino” di Napoli. Insieme ad amici appassionati ha fondato “L’inattuale”, blog di approfondimento culturale per cui scrive e traduce articoli.

di Antonietta Gnerre Antonietta Gnerre

 

 

 

Francesco Papallo

Poesia

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