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TeenScreen Program: la prevenzione dei disturbi mentali e del suicidio in adolescenza


di Federica Ricci

Si è concluso la 15ª edizione della Sopsi, Società di Psicopatologia Italiana a Roma. Evento che ha visto la partecipazione di illustri esponenti della psichiatria, provenienti da tutte le università del mondo, tra cui il prof. David Shaffer, primario del Dipartimento di Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Columbia University di New York. Shaffer esperto di sucidologia nell’età adolescenziale, ha discusso delle problematiche che affliggono sempre più prepotentemente i giovani di oggi. L’adolescenza costituisce nelle attuali condizioni storiche e sociali, un periodo specifico della vita umana.

L’ incidenza dei suicidi nella popolazione generale secondo vari studi è circa 12-20 casi per 100.000, quella dei tentati suicidi di 215 casi per 100.000, con alcune variazioni a seconda delle popolazioni. Il rapporto tra suicidi e tentati suicidi è di 1 a 10. Il suicidio tra gli adolescenti rappresentano il 6% di tutti i suicidi. In questa fascia di età esso rappresenta la 3a causa di morte. Studi epidemiologici effettuati in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti, suggeriscono che negli ultimi 20 anni l’ incidenza del suicidio tra gli adolescenti sia nettamente cresciuta. I casi di tentati suicidi vanno da circa 5 per 100.000 tra i 12-14 anni e 6 tra 20 e 24 anni, 15 oltre i 65 anni. Studi longitudinali hanno documentato che il 10% degli adolescenti che hanno tentato il suicidio lo ritenterà entro 3 mesi successivi.

Eventi di vita stressanti e di esperienze negative durante l’infanzia incrementano una vulnerabilità a sviluppare disturbi dell’umore in adolescenza e in età adulta. In particolare i fattori di vita stressanti come la perdita (morte o separazione) delle figure genitoriali, insuccessi e fallimenti, handicap fisici, timore di punizioni, rabbia/vendetta, autopunizione, bassa autostima, conflitti in famiglia, disturbi psichiatrici dei genitori, abuso fisico e sessuale, sono spesso associati con i disturbi depressivi e comportamenti suicidari. La maggior parte dei tentati suicidi si concentra tra i 12 e i 14 anni. L’incidenza dei suicidi aumenta nella tarda adolescenza e continua ad aumentare fino ai venti anni d’età, mantenendo lo stesso livello durante l’età adulta. Shaffer sottolinea che l’età d’esordio del suicidio non avviene mai prima dei 12-13 anni in quanto i disturbi dell’umore e l’esposizione alle droghe e all’alcol, due fattori di rischio molto significativi, sono molto rari durante l’infanzia. Gli ultimi episodi di cronaca nel nostro paese dimostrano come questo fenomeno stia diventando sempre più rilevante. Attualmente in Italia esistono ancora pochi studi che evidenziano l’esistenza di questo problema nella popolazione adolescenziale. Ancora meno sono i programmi di prevenzione per arginare questo problema.

Il Teen Screen Program è un programma di prevenzione del disagio e del suicidio in adolescenza creato dal prof. Shaffer negli Stati Uniti e sviluppato nel Dipartimento di Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, presso l’Istituto di Psichiatrico della Columbia University di New York. In Italia è stato tradotto dalla dott.ssa Federica Ricci,  dipartimento di Medicina Legale, Tor Vergata, in collaborazione con il centro Prevenzione del Suicidio, Azienda Osp. Sant’Andra, coordinato dal prof. Pompili e con il Dipartimento delle politiche per lo sviluppo e la promozione sociale e contrasto del disagio giovanile, Ministero della Gioventù. Progetto che coinvolgerà l’intera penisola, volto a prevenire il disagio e il rischio di suicido tra i giovani che troppo spesso cadono in queste spiacevoli vicende senza che nessuno intorno se ne accorga. Lo studio pilota partirà a breve nelle principali città Italiani per promuovere il progetto al fine di prevenire il disagio adolescenziale, oltre a  formare personale specializzato capace di intervenire tempestivamente nelle situazioni a rischio.

Prevenire, afferma Shaffer, significa promuovere trattamenti efficaci focalizzati sui fattori che maggiormente possono essere motivo di suicidio, sia attraverso campagne di sensibilizzazione che attraverso mezzi educativi e programmi designati a ridurre lo stigma. Creare dei servizi di crisi e adottare mezzi di controllo oltre ad accertamenti mirati sui tentativi di suicidio, rappresentano sì i mezzi più conservativi ma sicuramente i più promettenti per una corretta prevenzione del suicidio giovanile.

1 COMMENTO

  1. In Italia ricicliamo proprio tutto quello in arrivo dagli Stati Uniti…
    http://www.ccdu.org/abolito-il-controverso-programma-di-screening-di-salute-mentale-sulla-popolazione-usa/
    Abolito il programma TeenSceen: era parte di un controverso piano per lo screening su malattia mentale di tutti i cittadini USA.
    Il 15 novembre, “TeenScreen”, un programma per rilevare la depressione nei giovani, affermava sul suo sito Web che “Il Centro nazionale terminerà il programma alla fine di quest’anno.”
    I critici del programma affermano che il test non si era dimostrato efficace nel ridurre i suicidi e che un’analisi condotta dal suo inventore, David Shaffer, ha mostrato come il test di screening tramite computer avesse un valore predittivo positivo solo del 16%. Shaffer è professore di psichiatria infantile e capo della Divisione di Psichiatria del Bambino e Adolescente al Columbia University Medical Center.
    La stessa Food and Drug Administration ha constatato che adolescenti depressi trattati con antidepressivi avevano probabilità di commettere suicidio due volte superiori a quelli trattati con placebo. Il professor Shaffer non ha risposto alle diverse richieste di commento da parte del British Medical Journal.

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