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Il Giappone trema: 1600 le vittime accertate. Allarme nucleare e di eruzione vulcanica

Di Marco Milano


Un terremoto di 8,9 di magnitudo Richter, fra i dieci più violenti degli ultimi 150 anni. Il sisma che ha colpito il Giappone venerdìscorso, risulta essere il quinto più forte dell’ultimo secolo tra quelli registrati su scala mondiale. Le onde alte fino a dieci metri dello tsunami generato pochi minuti dopo le 14. 46 (6.46 ora italiana), hanno devastato le coste sul pacifico della zona di Sendai, la città più vicina all’epicentro. Rendendo vana la confermata resistenza degli edifici anti sismici, in termini di perdita di vite umane. Centinaia i corpi rinvenuti sulle spiagge delle località costiere travolte dallo tsunami. Il bilancio ufficiale è di 1600 vittime – si temono 10.000 vittime nella sola prefettura di Miyagi – cui si aggiungono le decine di migliaia di evacuati e dispersi. In queste ore la terra giapponese continua a tremare, come prevedibile, mentre l’allerta legata alla sicurezza delle centrali nucleari ha trovato una preoccupante conferma con l’incidente a Fukushima di ieri mattina – con il rischio esplosione per un altro reattore. Le ultime notizie parlano di circa 190 persone esposte a radiazioni di cui 22 contaminate. Un operaio e’ morto nella centrale nucleare di Fukushima Daini, diversa da quella che ha problemi ai reattori. Altri quattro operai sono rimasti feriti. Ieri erano rimasti feriti quattro operai nell’esplosione al reattore di Fukushima Daichi. Nella centrale di Daini non sono in corso tentativi di depressurizzazione. E come se non bastasse comincia a svegliarsi il vulcano giapponese Shinmoedake dopo due settimane di inattivita’. Testimoni raccontano di aver visto cenere e lapilli che non lascerebbero molti dubbi. Il vulcano, dall’altezza di 1.421 metri, si era risvegliato dopo 52 anni a gennaio scorso, poi il primo marzo dopodiché’ era tranquillo da due settimane.

Nonostante il Giappone abbia reagito con fermezza, è chiaro che si delinea un quadro drammatico, che avrà ripercussioni di vario genere, non solo per il popolo nipponico – la criticità della situazione politica di quel Paese si unisce alle incertezze conseguenti del mercato internazionale. Occorre del tempo per poter fare delle previsioni sui rischi conseguenti e le strategie di recupero. Nel frattempo, foto e filmati dello tsunami e dei crolli fanno il giro della rete.

L’ 11 marzo 2011 ha visto, senza sorprese, attivarsi la velocità di diffusione mediatica, ad azzerare le distanze. Un’ennesima conferma di partecipazione globale, segnata dalla disperazione e dignità dei giapponesi, che mette nuovamente alla prova la capacità dei media di offrire uno scenario completo di ciò che succedendo. C’è da chiedersi quanto debba pesare in questo contesto una corretta informazione scientifica, a fronte della cronaca dei danni. Capire le caratteristiche del fenomeno, può consentire un più alto livello di prevedibilità sul futuro immediato.

Francesco Chierici, ricercatore dell’Inaf, ha partecipato alla realizzazione dello tsunamometro, prototipo dell’ISMAR-CNR di Venezia. Il dr. Chierici propone a Italia@Magazine delle prime considerazioni a riguardo:

“Non si è ancora in grado di garantire un livello di prevedibilità su questi eventi. Tuttavia un sistema di monitoraggio accoppiato tra Il DART (Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis) e il DONET (il Dense Oceanfloor System di rete per terremoti e maremoti) può consentire di dare l’allarme tsunami nel giro di dieci minuti. Considerando le caratteristiche di questo sisma, il rapporto tra distanza l’epicentro/ costa(circa 80 km) e la profondità in mare, lasciano pensare a tempi relativamente lunghi per un’allerta adeguata”

Si possono fare delle stime su quali saranno i tempi dello sciame sismico conseguente la scossa di venerdì?

“Dopo il terremoto di Sumatra, in quella zona si sono registrate scosse successive anche di 8.1 di magnitudo, le code possono durare anche per diversi anni. In questo caso bisogna considerare che è stato il fondo del mare a muoversi in seguito al terremoto. C’è bisogno di studi finalizzati a capire le dinamiche di questi contesti”.

Riferimenti utili:

La Croce Rossa ha per prima attivato un conto corrente, sul quale versare un contributo per le prime spese di ricostruzione delle aree disastrate dal terremoto. E’ possibile donare attraverso le principali carte di credito, Visa, Mastercard, American Express, oppure attraverso PayPal. La motivazione è PRO GIAPPONE. Non solo, prima ancor la Farnesina si è mossa immediatamente per assicurare agli Italiani che si trovano in Giappone e ai propri familiari ogni tipo di informazione utile, in continuo contatto con l’Ambasciata d’Italia a Tokyo sta proseguendo nella ricerca di connazionali eventualmente coinvolti nel disastro.

E’ stata predisposta inoltre una pagina web in cui vengono indicati una serie di numeri telefonici o mail per emergenze “Sisma Giappone”: tel. AmbTokyo: 0081-(0)334535274 334535274 e 0081-(0)334535142, e l’indirizzo mail: consular.tokyo@esteri.it (consular.tokyo@esteri.it) . Anche il Consolato Generale a Osaka è attivo 24 ore su 24 e può essere raggiunto attraverso i numeri 0081-(0)647065820 e 0081-(0)9033501561 e l’indirizzo email: consolare.osaka@esteri.it. Il centralino dell’Unità di Crisi del ministero degli Esteri a Roma continua a operare a pieno regime rispondendo invece al numero 0636225 e alla mail: unita.crisi@esteri.it.

Un altro modo per avere informazioni sullo stato in cui si trovano le zone colpite con la pubblicazione di bollettini ufficiali, è quello di consultare il sito messo a disposizione da Google, una pagina arricchita e localizzata in giapponese e inglese, “Crisis Response”, in cui si possono trovare tutti i servizi utili all’emergenza, numeri di telefono locali, un bollettino con gli allarmi e gli avvisi rilasciati in tempo reale, messaggi per segnalare lo stato dei trasporti, black-out ecc… Inoltre Google offre una bacheca elettronica Person Finder dove si può cercare qualcuno disperso o dare informazioni su qualcuno.

E ancora per chi volesse fare donazioni, anche la Caritas si è attivata, potete inviare le vostre offerte a Caritas Italiana al

C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: maremoto Pacifico 2011.

Le offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

– UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

– Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384

– Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113

– CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

Le impressionanti immagini del video dell’esplosione nucleare a Fukushima:

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