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L'Aquila: l'alba del 6 aprile vista da qui

di Roberta Leomporra
L’Aquila, 3 aprile 2011. Questa data, per chi ha scelto di sopportare le ulteriori difficoltà in cui versa da due anni ad oggi il territorio aquilano, equivale ad un pensiero soltanto: tre giorni mancano a quello che ricondurrà la memoria alla inenarrabile notte del 5 aprile 2009.
Sono trascorsi due anni. Ventiquattro mesi. E se l’immediata periferia del capoluogo abruzzese reca vistose cicatrici del terremoto di presunta magnitudo 5.9 che ne ha deturpato l’aspetto, il centro storico mostra ancora vivide lacerazioni.
Ci sono luoghi nei quali ricordo d’esser tornata con estrema difficoltà subito dopo il sisma, che si presentano tuttora inalterati ai miei occhi di giovane studentessa che ha scelto di intraprendere con L’Aquila un rapporto di biunivoca adozione.
Anzi no, mi correggo: al complessivo stato di distruzione, si sono aggiunti i segni del tempo che continua a scorrere senza che nessuna di quelle pietre dense di ricordi, si muova. Di nuovo.
E’dunque immancabile l’appuntamento previsto martedì 5 aprile alle ore 23.00 presso uno dei tradizionali punti d’incontro fisico della società aquilana, piazza della Fontana Luminosa; sul modello di quella tenutasi lo scorso anno, si muoverà una fiaccolata tesa a toccare non soltanto simbolicamente i luoghi cardine della città, che per il crudele gioco di un impietoso demiurgo riportano i danni di maggiore entità…o forse siamo noi a percepirne con particolare dolenza l’aspetto stravolto.
Si, per ricordare e condividere il comune dolore, per circondare le famiglie delle 308 vittime di una solidarietà e presenza che, se dubbia da parte di vanesie istituzioni, mi auguro sia stata tangibile da parte di coloro i quali ne hanno realmente a cuore lo status. Per fare in modo che i suoi sampietrini avvertano il peso dei nostri passi evitando si sentano oltremodo abbandonati.
Per urlare a chi crede di sedere scranni inviolabili che sarà un flashback la cui pena si muoverà parallelamente ad una rabbia che non ha alcuna intenzione di placarsi nel petto di chi si cura davvero delle sorti di L’Aquila, del suo futuro dai contorni sempre più nebbiosi, del suo presente che posso confermare difficile ma anche e sopratutto di un passato non più così recente sotto certi aspetti, che annovera un terremoto, in ambito del quale si deve esigere attribuzione di responsabilità a coloro che credono questa perifrasi equivalga unicamente ad un certo numero di zeri nelle proprie buste paga, agli stessi imprenditori che presumono di poter ricucire palazzi lesionati in zone nelle quali la mappa di pericolosità sismica marca rosso, continuare ad agire con losca furbizia, a politici che non capiscono, ancora, che non c’è tempo nè voglia di assistere inermi ai loro ipocriti valzer.
Tiriamo le somme: lo scopo dell’articolo di oggi deve essere ricordare che tra due giorni ricorrerà il secondo anniversario del terremoto e nulla almeno in centro, nel cuore della città, si è mosso nè si sta muovendo. Che tutto questo avviene sotto gli occhi indifferenti degli unici che, almeno legalmente, avrebbero il potere di agire, i politici. Che nonostante siano trascorsi 24 mesi, la nostra rabbia ed il nostro dolore sono gli stessi di quella notte e dei giorni immediatamente successivi, perchè allora attimo dopo attimo scoprivamo quanto della nostra città fosse andato distrutto ed oggi, giorno dopo giorno, quanto non viene ricostruito. Nonostante iniziali spot di fondi giunti da ogni parte del mondo, aiuti, belle promesse e grandi speranze, per dirla con Dickens.
Un sinuoso serpente di luce martedì sera abbraccerà con il proprio calore il pericardio di L’Aquila.
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2 COMMENTI

  1. grazie cara, abbiamo ancora bisogno di sentirci coccolati, abbracciati… una mano sulla spalla è più vitale di qualunque “assistenza” che si rivela sterile, sensa senso, se manca una solidarietà sincera.
    E la tua è una solidarietà sincera… ti voglio bene
    un forte abbraccio
    anna

  2. Grazie Anna, ricambio il tuo abbraccio con profonda stima per la determinazione e la premura con le quali conduci questa comune causa!

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