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Gagarin: a 50 anni dal primo volo dell'uomo nello spazio

di Marco Milano

 


Yuri Gagarin

“Vedo la Terra circondata da foschia. Mi sento bene. Com’è bello.” Furono queste le parole pronunciate dal primo uomo nello spazio, il 12 aprile 1961. La semplicità e spontaneità di quell’espressione ancora oggi, probabilmente, non riescono a svelare cosa provò davvero l’allora 27enne Yuri Gagarin. A cinquanta anni esatti dalla missione russa Vostok 1, che portò a termine il primo viaggio orbitale attorno alla Terra per soli 108 minuti, raggiungendo un’altitudine di 326 km, l’immaginario collettivo in fatto di spazio è diventato nel frattempo più maturo.

I moderni programmi spaziali si basano su cooperazioni internazionali, sia a fini scientifici che economici, la ISS (Stazione Spaziale Internazionale) prevede una serie di impianti di ricerca e produzione. L’astronauta è oggi una figura più vicina allo scienziato con molteplici conoscenze e che lavora nello spazio in ambienti ipertecnologici. Sarà forse il programma Mars500, con obiettivo la ‘conquista’ di Marte entro il 2030, a regalare nuove forti emozioni come quelle di mezzo secolo fa. Non saranno tuttavia paragonabili a quelle legate all’impresa di Gagarin, il Colombo dello spazio, una breccia storica e l’emblema di un’epoca in cui la corsa allo spazio era il fine e non ancora il mezzo. In piena guerra fredda, quel 12 aprile segnò infatti il primo simbolico successo nella sfida  tra Unione Sovietica e Stati Uniti d’America. La prima avventura umana in orbita fu il punto d’arrivo di una progressione della conquista russa dell’etere extraterrestre graduale, rudimentale, costosa e non certo priva di fallimenti e vittime – in gran parte rimaste ignote. Il progetto aveva avuto come precursore Konstantin Ciolkovskij, padre della teoria del volo in orbita, affidandolo a metà anni ’50 a un team di scienziati guidati dall’ingegner Sergej Korolev, stimato dai vertici delle forze armate. Fu grazie all’ostinazione di Korolev che venne mandato in orbita, il 4 ottobre 1957, il primo satellite artificiale Sputnik 1.

Il 3 novembre successivo fu la volta dello Sputnik 2, con a bordo Laika, la celebre cagnetta sacrificata per il primo esperimento di volo in orbita di un essere vivente (il programma non prevedeva il rientro della capsula spaziale). Si trattò, anche, di una strategica mossa di tempismo: Alan Shepard, il primo americano nello spazio, avrebbe tentato l’impresa il 5 maggio successivo, non raggiungendo però l’orbita terrestre, per un volo di soli 15 minuti. Quel trionfale successo planetario della cosmonautica sovietica, fu soprattutto un successo d’immagine nei confronti dell’America ritardataria, che reagì a quell’impresa con la voglia di fare meglio di Gagarin e al più presto. “Adesso sulla luna” e “Avanti verso i pianeti” furono le frasi che accolsero Gagarin come un eroe a Mosca, qualche giorno più tardi.  La storia è nota, ci vollero solo otto anni per far pronunciare all’americano Neil Armstrong l’altrettanto storico discorso lunare del primo passo.

Diverse le celebrazioni previste per l’anniversario. Una statua del cosmonauta russo sorgerà davanti alla sede del British Council, a Londra, per un anno. Sempre a Londra, una statua in alluminio e zinco verrà innalzata giovedì accanto a quella del capitano James Cook, esploratore inglese del ‘700, in un viale che unisce Buckingam Palace con Trafalgar Square. In Italia l’appuntamento è per il 12 aprile a Firenze, nell’area di ricerca Cnr di Sesto Fiorentino per il convegno “Dall’uomo  nello spazio, allo spazio per l’uomo” organizzato in collaborazione con la Regione Toscana, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’European Space Agency e l’Istituto di Fisica Applicata. Oppure a Milano, al Museo della Scienza Leonardo DaVinci, che con Thales Alenia Space, ISS (Italian Space Society) e ASITAF (Associazione Italiana di Astro Filatelia) propone un incontro con l’astronauta americano Ronnie Walter e il cosmonauta russo Valeryi Ivanovich Tokarev. Un francobollo commemorativo sarà emesso martedì prossimo dalle Poste Italiane, che mostrerà un ritratto di Jurij A. Gagarin sullo sfondo dell’astronave Vostok 1.

First Orbit è un film dello scrittore e regista britannico Christopher Riley che, in collaborazione con ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha voluto ricreare le suggestioni vissute da Gagarin cinquant’anni fa. Fino al 12 aprile, ci dovremo accontentare dei minuti di trailer resi disponibili in rete. Un tentativo, oltre che una celebrazione, di rivivere l’esperienza del cosmonauta russo modesto, equilibrato e con l’ottimismo stampato in faccia. Non fu un caso, forse, che fu scelto tra migliaia di candidati.

Il trailer

Per informazioni:
yurigagarin50.org
 

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