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Ecologia del vivere: un augurio speciale per noi e la nostra Terra

di Stefania Taruffi

Quest’anno gli auguri di Pasqua più belli li ho ricevuti da un noto omeopata romano, un grande studioso i cui interessi spaziano in numerosi campi, un medico in continua ricerca interdisciplinare per capire e affrontare, con metodi alternativi integrati fra loro, i disagi e le malattie delle persone, così strettamente legati all’ambiente in cui vivono. Una persona che sa andare ‘oltre’ il sintomo, alla ricerca delle motivazioni più profonde che l’hanno provocato. La sua sensibilità a temi importanti e nobili che, purtroppo, non tutti hanno molto a cuore, lo portano sempre a riflessioni molto più ampie, che abbracciano l’intero ecosistema in cui l’uomo si trova a vivere oggi. Le sue parole mi hanno molto colpito e vorrei condividerle con i lettori:

Carissimi, 

I miei auguri di cuore per la prossima festività Pasquale! Spero tutto bene per la vostra salute e il vostro benessere!

In questo momento non posso però esimermi da un appello che sento in me tanto urgente quanto doloroso. Non è più possibile concepire una Natura asservita ai capricci e al dominio dell’uomo su di essa, o meglio alle speculazioni d’imprenditori senza scrupoli che utilizzano le finite risorse del pianeta per bruciarle al Moloch di piccoli interessi privati, ancorché con opere mastodontiche, ma sempre concepite da un meschino privato interesse, incapace di guardare lontano, di salvaguardare le risorse per le generazioni future.
Il disastro del tecnologicissimo Giappone, che invierà in tutto il mondo la radioattività delle sue centrali, anche attraverso i suoi manufatti (che troveranno le maglie larghe per sfuggire ai controlli), ne è un esempio evidente; la voracità dei petrolieri ha creato lo scorso anno un danno incalcolabile in tutto il Golfo del Messico e non solo!

Nonostante gli innegabili progressi tecnologici della Medicina solo nel nostro Paese le persone viventi a cui è stato diagnosticato un tumore sono attualmente 2.200.000 (e quanti ancora non sanno di averlo?), maggiormente nei luoghi più inquinati!

Ciò che dovrebbe nutrirci, ciò che beviamo, ciò che respiriamo apporta metalli pesanti, radioattività, pesticidi, conservanti, coloranti, che si continuano a produrre a dispetto della nostra salute e dei danni sul clima e sull’ambiente. Gli OGM di fatto asservono totalmente l’agricoltura all’industria e alle multinazionali della chimica, producendo cibo che per forze di cose genera intolleranze alimentari, perché occorrono generazioni per adattarsi ad alimenti geneticamente modificati.

Nei cibi industriali c’è più chimica di sostanza: ciò per vendere un prodotto stabile nella forma e nel sapore, ma del tutto ‘falso’ come nutriente, se non dannoso.

I prodotti animali derivano per lo più da allevamenti – ad eccezione di quelli rigorosamente e realmente bio- che sono degli autentici lager, luoghi di sofferenza indicibile, e di quella sofferenza ci nutriamo e nutriamo i nostri bambini (vai a http://www.ilcambiamento.it/dietro_etichetta/uova_allevamenti_galline.html)

Orto biologico in permacultura

L’humus fertile delle nostre terre è in via di gravissimo deterioramento dopo pochi decenni di dissennata agricoltura chimica, per cui molti terreni della verde Italia sono al limite della desertificazione. Non mi meraviglio che, in queste condizioni, il disagio psichico stia aumentando a dismisura, e le malattie con esso. La qualità di vita sta nettamente peggiorando.

E siamo ancora tra i popoli che non vivono il dramma della povertà assoluta, della fame che uccide, delle guerre, dell’emigrazione carica di sofferenze.

Di contro ho avuto il privilegio di conoscere in questi anni molte, molte, belle persone. Tra esse anche dei ragazzi, la cui generazione è oggi vilipesa. Amanti della Natura, delle agricolture sostenibili, delle energie pulite, creatori di mille movimenti culturali e operativi in favore di nuovi modelli di vita e di sviluppo, la cui forza sarà l’unione degli intenti e dell’ impegno, nel pluralismo di voci e nella diversità.

Ho conosciuto dei Meditanti, degli Uomini di fede di grande valore, indipendentemente dal loro credo di appartenenza e dal tipo di percorso spirituale.
Allora – a fianco di tutte le ‘belle persone’ che siamo e che possiamo essere – come medico, come cittadino, come abitante del Pianeta, come essere umano, vorrei evitare di essere un ‘parassita della Terra’, che, come i parassiti di nostra conoscenza, si nutrono della linfa vitale dell’ospite fino a esaurirne le risorse, senza dare nulla in cambio. Purtroppo l’homo economicus’, che oggi sta soppiantando il ‘sapiens’, è tra le peggiori specie parassite che la Terra abbia mai ospitato!

Vorrei contribuire, nel mio infinitamente piccolo, a sostenere e avviare un processo di rinnovamento, un cambiamento di rotta, nuovi modelli di vita e di sviluppo.

La nostra terra – se entriamo in un’ottica di rispetto e di sostegno reciproco, di sana simbiosi e non di bieco parassitismo – può garantirci una vita felice, il cibo può essere prodotto abbondantemente, mantenendo peraltro ampie aree in cui la Natura continui il suo provvido lavoro che svolge da milioni di anni.

La Pasqua di Resurrezione sia un’occasione per un rinnovamento del nostro sentire e del nostro agire, del Cuore e della Mente”.

E aggiungerei, non solo la Pasqua. Dovrebbe diventare un esercizio quotidiano.

Foto in licenza CC: Mr G 1980

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