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Melania Rea: la vittima conosceva il suo assassino

di Mario Masi

Roberta Bruzzone

Dopo gli scandali politico-sessuali ora sono i protagonisti della cronaca nera ad affascinare sempre più l’opinione pubblica. Sono i processi mediatici, con il loro carico morboso a occupare le prime pagine. Sono i casi irrisolti, che appassionano, più per le sempre nuove indiscrezioni sulle vittime e sui loro carnefici  che per i delitti stessi che li vedono attori. Gli amanti del genere, in netta crescita negli ultimi anni. Tutti alla ricerca di vicende intricate che, dopo molti anni, si mostrano ancora oscure e incomprensibili. La recente tragica fine di Melania Rea, la bella ventinovenne barbaramente uccisa il 18 aprile è non solo il caso più recente, ma forse quello più misterioso e intrigante per la caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi coinvolti.

Ne parliamo con Roberta Bruzzone, Presidente dell’Accademia Internazionale di Scienze Forensi di Roma, psicologa e criminologa, esperta in psicologia investigativa.

Sembra essere l’anno dei gialli irrisolti,  dall’omicidio di Yara Gambirasio, alla piccola Sarah Scazzi, per arrivare alla tragica fine di Melania Rea. Che parere si è fatta riguardo le indagini fin qui eseguite?

Francamente non metterei tutti questi delitti sullo stesso piano. In particolare per quanto riguarda l’omicidio di Sarah Scazzi ritengo che non ci troviamo davanti ad un delitto irrisolto, anzi sono convinta che la Procura di Taranto abbia ottimamente gestito un caso complesso arrivando a definire le responsabilità in maniera precisa e solida. Se invece consideriamo il caso di Yara, purtroppo la situazione è piuttosto diversa e temo sia passato davvero già troppo tempo per poter essere ottimisti circa la soluzione del caso. L’indagine sulla morte della piccola ginnasta ha indubbiamente risentito del ritardo nel ritrovamente del corpo e ad oggi non sono stati ancora prodotti risultati significativi. Di questo delitto ancora abbiamo un quadro parziale e le pochissime certezze emerse sino ad ora sono ben lungi dall’essere sufficienti per arrivare ad identificare il colpevole. Per la vicenda di Melania Rea credo sia prematuro fare valutazioni di matrice investigativa e credo sia decisamente troppo presto per parlare di delitto irrisolto.

Quali sono secondo lei i moventi di questi tre delitti?

Sulla vicenda Scazzi preferisco non esprimere valutazioni relative al movente dell’omicidio in considerazione del ruolo che ho svolto in questa vicenda come consulentetecnico. Ho chiaramente maturato le mie convinzioni in merito ma non voglio correre il rischio di compromettere l’importante lavoro svolto dai magistrati tarantini dal momento che l’indagine credo ormai stia per essere completata. Per quanto riguarda Yara Gambirasio, continuo a ritenere il movente sessuale, anche se non consumato, quello maggiormente accreditabile sulla base del profilo vittimologico della ragazzina. Per il caso di Melania Rea credo si tratti di un delitto di matrice passionale-espressiva e che la vittima conoscesse il suo assassino. L’ipotesi serial killer in questo caso mi sembra decisamente fantasiosa.

Cosa spinge un uomo o una donna comune a uccidere?

Questa è la classica  domanda da un milione di dollari. I moventi in grado di innescare un cortocircuito omicidiario possono essere i più diversi, purtroppo anche i più banali. Odio, vendetta, ossessione, soldi, abbandono, frustrazione, stupidità, invidia sono solo alcuni tra i più diffusi. Nei molti casi che ho affrontato ho avuto modo di verificare quanto uccidere sia un comportamento alla portata di chiunque. Non esistono persone al di sopra di ogni sospetto e, nella stragrande maggioranza dei casi, l’assassino ha il volto di una persona vicina e conosciuta dalla vittima.

2 COMMENTI

  1. E’ solo una mia impressione:
    Il marito è un bugiardo, mente, sa tante cose, è un superficiale, ignorante come un bue, un cretino.
    Ha sempre mentito alla moglie, forse non ha commesso il delitto lui, ma lui sa chi potrbbe averlo fatto!
    Ha una vita veramente ambigua e le donne che frentano lui sono alla pari. Che pena per Melania aver perso la vita per un cretino.

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