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Incidente notturno del Nobel Modiano: scrivere come viaggiare nella nebbia

Davanti agli accademici di Svezia, Patrick Modiano disse che scrivere significa partire per un viaggio nella nebbia, su una strada deserta nel nulla, fino al punto in cui ci si perde, così tornare indietro è più rischioso che avanzare verso l’ignoto. La scrittura del Premio Nobel 2014 ha come cifra l’indeterminatezza, la rarefazione: i personaggi si muovono in uno scenario prossimo al nulla, brancolando alla ricerca di segni e indizi che ne attestino l’essenza, una rasserenante certificazione di se stessi.

Uscito in Francia tredici anni fa, Incidente notturno viene adesso tradotto da Einaudi, editore che condivide con Bompiani, Frassinelli e Lantana la diffusione nel nostro Paese dell’opera di uno scrittore di riconoscibili origini italiane e di radici ebraiche (Amedeo Modigliani era un lontano cugino), ma del tutto collocabile nella scuola francese per riferimenti culturali e scenario privilegiato delle sue storie che non sono storie.

Tutto parte, come sempre in Modiano, da un piccolo equivoco senza importanza come quelli che piacevano a Tabucchi. Un incidente stradale in apparenza banale, in una notte di nebbia nella Parigi indispensabile fondale dei romanzi dell’autore francese, con una Fiat verde acqua guidata da una giovane donna che investe un ragazzo, innesca una concatenazione di fraintendimenti e malintesi, che avvia ogni persona e cosa a diventare un’altra, il contrario di se stessa, una contraffazione che allontana dalla soluzione di un interrogativo, e al tempo stesso crea altre domande.

In Modiano non importano la trama, la “storia”, gli snodi di una tra le tante possibili sceneggiature: conta piuttosto lo smarrimento degli esseri che si aggirano da una pagina all’altra, alla ricerca di un tempo che è stato il primo a smarrirsi, prima che i suoi abitanti lo perdessero. Così anche il tema della ricerca del padre, in un contesto come sempre sfuggente e sfuocato, procede tra brandelli di verità, indizi depistanti e oggetti che significano soltanto se stessi.

 La notte è il velo che avvolge tutti e ogni cosa, evidenziando e nascondendo quel che il lettore può soltanto intuire o dedurre. Non è l’indicativo, infatti, il tempo di Modiano, scrittore senza tempo.

Patrick Modiano, Incidente notturno, Einaudi, 2016, traduzione di Emanuelle Caillat, p. 120, euro 17,50

di Elena Orsini

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