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Ecologia del vivere: le comunità intenzionali

Di Stefania Taruffi
Adoro le analisi sociologiche e comportamentali che, soprattutto in tempi difficili, rilevano grandi cambiamenti. La crisi italiana ne sta producendo molti, facendo emergere, in molti casi, un’energia personale e collettiva insperata. Dopo decenni di sprechi, indifferenza, individualismo spinto oltre ogni limite, stanno crescendo anche nella nostra società, i germogli di una maggiore consapevolezza che si estende in ogni campo e si traduce in un incremento nella ricerca della qualità, nel rispetto per se stessi e l’ambiente, nella condivisione di valori e stili di vita e in una maggiore socialità che porta a pensare e operare per la collettività, oltre che a se stessi.

Findhorn ecovillage

Chi non sapesse dove andare quest’estate e vorrebbe fare un’ esperienza ricca di significato, immergendosi in un nuovo stile di vita, può essere ospite di una delle tante Comunità intenzionali che ci sono sparse in Europa, ma anche in Italia, come a Torri Superiori (www.torri-superiori.org), antico borgo alle spalle di Ventimiglia, oppure nella madre di tutte le comunità intenzionali a Findhorn, in Scozia (www.findhorn.org).
In pratica si tratta di eco-villaggi, ovvero gruppi di persone che hanno deciso di vivere, lavorare e mangiare insieme, nello stesso villaggio e che a volte condividono anche il denaro, le spese, i ricavati del lavoro, le faccende domestiche, ma, soprattutto che si sono uniti per condividere la stessa ‘intenzione’, da qui il nome, ovvero lo stesso percorso che sia esso esistenziale, spirituale o ecologico. Infatti, si chiamano anche eco-villaggi, perché hanno quasi tutti la stessa caratteristica di grande attenzione per l’ambiente con l’utilizzo di pale eoliche, energia solare, impianti di fitodepurazione, agricoltura biologica. Molti di essi si sostengono con l’offerta ricettiva e danno alle persone che desiderano visitarli, l’opportunità di fare corsi di permacultura, yoga, ceramica, vivendo dall’interno, l’esperienza comunitaria.
Interessante l’esperienza di Pescomaggiore, un paesino de L’Aquila, dove,  dopo il terremoto del 2009, un comitato per la ricostruzione ha fondato un eco-villaggio per dare una casa a chi aveva perduto tutto e la speranza di veder rinascere una comunità e le attività correlate (www.pescomaggiore.org).
Per saperne di più sulle comunità intenzionali nel mondo,  basta iscriversi alla newsletter  sul sito www.ecovillagenews.org.

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