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Berta Cáceres, uccisa la donna simbolo della lotta per i diritti degli indigeni in Honduras

È stata uccisa per essersi schierata senza se e senza ma per la difesa dell’ambiente e delle popolazioni indigene in Honduras. Dava fastidio a molti da una ventina d’anni Berta Cáceres, ecologista e attivista per i diritti umani. È stata freddata nel sonno nella sua casa a La Esperanza, la notte prima di compiere 43 anni. Esponente di etnia Lenca e fondatrice del Copinh (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras), ha subito numerose minacce di morte e intimidazioni anche per l’opposizione a progetti che alteravano l’ecosistema locale e muovevano enormi interessi. Come la diga di Agua Zarca, sul Rio Gualcarque, progettata violando le storiche convenzioni con le popolazioni locali. L’anno scorso, capeggiando picchetti e manifestazioni, nonostante la repressione della polizia aveva battuto il colosso cinese Sinohydro.

Il governo la considerava una spina nel fianco, trattandola come una sovversiva. Cáceres non si stancava infatti di denunciare che, dopo il golpe del 2009, l’Honduras era stato militarizzato e svenduto: almeno il 30% del territorio in concessione a multinazionali, soprattutto per monocolture, complessi turistici, estrazione mineraria, dighe e impianti energetici, a scapito dell’ambiente. Nel 2015 era stata insignita del Goldman Prize, il riconoscimento mondiale più prestigioso per gli ambientalisti che lottano in contesti locali.

I quattro figli, temendo ritorsioni, erano stati mandati in Argentina. La scorta promessa dopo che il suo caso era divenuto di portata internazionale non era però stata garantita con continuità: la notte dell’aggressione Cáceres è stata lasciata sola. La polizia ha annunciato l’arresto di diverse persone. Ma i mandanti per ora rimangono nell’ombra.

L’impegno per la difesa della propria gente non si riduceva a un comunitarismo chiuso e purista: si univa a un afflato internazionalista, per la giustizia sociale e antipatriarcale, con il sostegno di iniziative in tutto il mondo per contrastare la deriva neoliberista e tutelare gli interessi delle comunità locali da speculazione e sfruttamento. Ieri a La Esperanza, una folla ha partecipato commossa ai funerali. La figlia, Isabel, accusa l’impresa che voleva costruire la diga di Agua Zarca e le istituzioni dell’Honduras per complicità. E Berta è diventata in tutto il mondo il simbolo della lotta per la dignità dei popoli nativi contro l’ottusità dei potenti.

di Valentino Salvatore

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