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Quindicimila genitori per la bigenitorialità

La bigenitorialità, ovvero il diritto/ dovere di mantenere rapporti continuativi coi figli, anche in caso di separazione o divorzio, in Italia ancora non è una conquista comune.
Se è vero che la legge 54/2006 sancisce «il diritto del minore di mantenere il rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori …», tra il dire e il fare c’è di mezzo il Tribunale.
Ne parliamo con Amedeo Paolucci é  professore di Filosofia e Psicologia, materie che insegna nei Licei. Da anni si occupa di dinamiche relazionali  familiari, in particolare quelle che caratterizzano la famiglia separata altamente conflittuale. È  fondatore del più numeroso gruppo social europeo sui temi dell’affido condiviso e  del Movimento per l’Uguaglianza Genitoriale, Mantenimento Diretto.
Quando nasce MdM?
Mantenimento Diretto, Movimento per l’Uguaglianza Genitoriale, nasce nell’estate del 2015, inizialmente come presenza social, attraverso il Gruppo Facebook “Mantenimento Diretto” che oggi conta più  di 15.000 iscritti e successivamente con gruppi territoriali d’incontro presenti  in numerose città  italiane, luoghi dove ci si racconta, si solidarizza e si progettano azioni e manifestazioni a sostegno dei  diritti civili e umani dei papà  separati e dei loro figli. Diritti quotidianamente calpestati.
Quali sono gli obiettivi che si pone?
Il Movimento  ha l’obiettivo di contribuire a promuovere e accelerare  la difficile transizione che interessa il diritto di famiglia in questi anni nel nostro paese, da un modello separativo solo legalmente condiviso ma di fatto monogenitoriale, a un modello materialmente  condiviso, in cui papà  e mamma, anche se separati, possano assolvere ai loro compiti di cura e custodia quotidiana dei figli, seguendo il principio di Uguaglianza Genitoriale.
Come si applica nella quotidianità il mantenimento diretto?
Il Mantenimento Diretto si concretizza con l’uso dei Piani Genitoriali, documenti in cui, con la dissoluzione della coppia coniugale o dell’unione spirituale, i due ex coniugi prendono impegni  sulle future modalità  attraverso le quali daranno continuità  alla coppia genitoriale seguendo principi di equità ben precisi e stabilendo, da subito,  tempi flessibilmente paritetici di frequentazione e, insieme, accudimento a contenuto economico di tipo diretto dove ognuno, oltre alle spese di convivenza, provveda per capitoli di spesa in proporzione alle possibilità.
Ci sono statistiche comprovanti una mitigazione della conflittualità fra ex coniugi?
Gran parte, se non tutto il contenzioso separativo è  alimentato oggi dalla questione dell’assegno di mantenimento indiretto erogato quasi sempre dal padre a favore dei figli per il tramite della madre e su cui non grava alcun obbligo di rendicontazione.
Il padre, solitamente onerato ben oltre le sue possibilità tende a reclamare il provvedimento del giudice; la madre nel tentativo di ottenere ancora maggiori vantaggi economici fa lo stesso. Il risultato è una guerra genitoriale senza esclusione di colpi, dai risvolti troppo spesso inquietanti. In questo scenario i bambini vengono utilizzati come mezzo di ricatto affettivo, in un escalation di imbarbarimento del clima familiare inaccettabile in un paese civile. Il Mantenimento Diretto sottrae l’oggetto del contenzioso e favorisce l’instaurarsi di un più rapido rasserenarsi dei rapporti parentali post coniugali.
Quali sono i benefici per l’equilibrio psicofisico e la sana crescita dei bambini delle coppie separate in caso di affido materialmente condiviso?
La letteratura scientifica internazionale mostra con chiarezza come i bambini che vivono con entrambi i genitori, dopo la separazione, join physical custody (JPC), godono di un maggiore benessere psicologico rispetto a quelli che crescono con un solo genitore. In particolare i bambini in JPC manifestano maggiori livelli di autostima, un comportamento più adeguato alle norme scolastiche, maggiore soddisfazione rispetto alle relazioni familiari, minor disagio emotivo e disadattamento sociale. Alcuni studi retrospettivi hanno poi dimostrato come il coinvolgimento del padre correli con un migliore sviluppo cognitivo dei figli, riduca i problemi di ordine psicologico nelle giovani donne, diminuisca la delinquenza giovanile e riduce la frequenza dei disturbi del comportamento. Come dimostrato da recenti studi i benefici della JPC si mantengono anche prendendo in considerazione bambini di giovane età (<3anni) a dimostrazione che quella che ancor oggi purtroppo viene addotta in troppe aule di giustizia come motivazione per un affido prevalente materno “maternal preference”, non sia supportata dalla recente letteratura scientifica.   
Alle luce di queste evidenze non stupisce quindi la presa di posizione del Consiglio d’Europa con la Risoluzione 2079 del 2015 dal titolo “Equality and shared parental responsibility: the role of the fathers” che stigmatizza senza incertezze la necessità di garantire al proprio figlio, fin dalla nascita, l’uguaglianza dei genitori in quanto positiva per il suo sviluppo. Anche l’Ordine degli Psicologi Italiani così come la Società Italiana di Psicologia Giuridica hanno senza ambiguità espresso unanime accordo riguardo all’opportunità di dar vita anche in Italia ad un modello di frequentazione temporalmente paritetica tra padre e madre e con riferimento abitativo a doppio domicilio.
Quali sono in Italia i tribunali più favorevoli ad una vera Uguaglianza Genitoriale?
Al momento ci sono alcuni tribunali come quello di Civitavecchia, Salerno, Brindisi e pochi altri, che hanno adottato delle “linee guida” per il processo di famiglia che vanno decisamente in direzione di un affido materialmente condiviso. Elementi di Uguaglianza Genitoriale si stanno diffondendo nel nostro paese in modo irregolare e discontinuo, a macchia di leopardo, rendendo la certezza del diritto, in un settore così importante come il diritto di famiglia, purtroppo, una vera chimera. Molto spesso una situazione molto simile può trovare giudizi anche molto differenti a Milano, piuttosto che a Torino e così via. È una situazione molto preoccupante.
  Cos’è la Carta 54?
Carta 54 è il Manifesto del Movimento. E’ la nostra proposta per una giustizia separativa più  aderente alle mutate sensibilità sociali e soprattutto, veramente in grado di sanare i guasti generati dal modello  oggi più  diffuso nei Tribunali italiani:  “il modello visitatore”.
10 punti che rivoluzionano completamente il modo di affrontare a gestione della genitorialità separata, ponendo  il bambino e il suo benessere  veramente al centro del sistema, senza più ambiguità.
Quanti siete e come siete organizzati?
Mantenimento Diretto, Movimento per l’Uguaglianza  Genitoriale è  composto da migliaia di simpatizzanti e centinaia di attivisti. I nostri gruppi MdM Territoriali stanno crescendo in numero e in consapevolezza. Accanto ai gruppi di militanza territoriale e a loro supporto, abbiamo gruppi funzionali composti da specialisti e professionisti che da tutto il paese, interagendo con tecnologia internet, progettano, sostengono, promuovono e rendono possibile l’azione del Movimento.
Come è possibile mettersi in contatto con voi?
Per gli  utenti Facebook è  sufficiente iscriversi  al gruppo “Mantenimento Diretto” e chiedere di far parte della militanza  MdM rispondendo ai numerosi post dedicati. Per tutti gli altri basta inviare una richiesta di iscrizione alla casella postale mdmcoordinamento@libero.it.
di Mario Masi

1 COMMENTO

  1. Queste belle cose di cui parlate valgono anche in presenza di violenza in famiglia o abusi sessuali sui minori? Perché, se ancora non è chiaro, il cosiddetto contenzioso separativo non è sull’assegno di mantenimento ma sul fatto che le vittime di violenza o abusi sessuali vogliono sottrarsi al carnefice; il quale invece vuole continuare a mantenere il potere e il controllo su di loro. La bigenitorialità, per questi soggetti, non è altro che la possibilità di continuare a tormentare ex-moglie e figli con la protezione giudiziaria. Pe fortuna esiste una legge, la 77 del 2013, ovvero la Convenzione di Istanbul, che sancisce cose precise. Questa legge non piace ai padri separati associati, non piace agli psicologi, non piace alle assistenti sociali, non piace agli avvocati e non piace nemmeno ai giudici; non a tutti ma a molti sicuramente. Eppure, come tutte le leggi, chiunque ha l’obbligo di applicarla e di farla applicare; o si applicano solo le leggi che ci fanno comodo?

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