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Cnr: scienza e tecnologia rispondono alle catastrofi naturali

Di Francesca Lippi

Tre anni di ricerca e sviluppo tecnologico sul tema degli eventi catastrofici naturali da parte del Dipartimento Terra e Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, DTA-Cnr. Giovedì 27 maggio verranno presentati le attività e i risultati degli studi svolti in questo settore a favore del Sistema Nazionale della Protezione Civile a partire dagli aspetti geologici e geologico-tecnici sino ai fenomeni di dissesto geo-idrologico passando per gli aspetti geofisici. L’evento si svolgerà presso la Sala Marconi nella Sede Centrale del Cnr a Piazzale Aldo Moro 7.

“Il Cnr”, spiega il direttore del DTA Giuseppe Cavarretta, “già opera da molti anni per il Dipartimento della Protezione Civile con diversi  gruppi di ricercatori”. Non si tratta di un generico supporto alla attività di ricerca, quindi, ma di un rapporto di consulenza scientifica all’interno del quale il Consiglio Nazionale delle Ricerche fornisce dei veri e propri ‘prodotti’ utilizzabili sia per la prevenzione di danni da catastrofi naturali che in situazioni di emergenza”.

Il convegno di domani, prosegue Cavarretta, “non vuole essere una mera rassegna di tutte le attività che svolgiamo per il Dipartimento della Protezione Civile: piuttosto illustreremo la qualità del nostro contributo, quali siano state le innovazioni operate e quanto abbiamo fatto sul campo nell’ambito dei più recenti eventi naturali catastrofici”. Per quanto riguarda il terremoto avvenuto a L’Aquila, per esempio, il contributo del DTA-Cnr è stato utile per il Dipartimento della Protezione Civile che ha potuto contare sui ricercatori dell’Ente: “il giorno stesso del sisma eravamo già sul luogo e abbiamo immediatamente operato sotto il coordinamento della Protezione Civile”. Il contributo tecnico-scientifico, poi, è stato utile soprattutto nella fase successiva al sisma per la localizzazione dei siti più idonei alla riedificazione. “Abbiamo fornito informazioni su come si sia modificata la topografia dell’area interessata e  dati sulla microzonazione sismica al fine di identificare le aree più adatte alla ricostruzione degli edifici. Questo perché, come noto, esistono punti in una stessa area maggiormente soggetti al danno poiché rilasciano in maniera più violenta l’energia sismica accumulata dalle formazioni geologiche argillose che possono essere presenti nel sottosuolo”.

E per quel che riguarda la recente eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull con il conseguente problema delle ceneri nei cieli europei? Il DTA-Cnr ha fornito la sua consulenza anche in quel frangente con i dati della rete di lidar da noi gestita, ma c’è di più: “attualmente” conclude Cavarretta, “stiamo montando su un aereo dell’Aeronautica Militare un’apparecchiatura in grado di ottenere misure dirette della densità di particelle di origine vulcanica in atmosfera per consentire alle Autorità preposte di decidere se si può volare oppure no sulla base di dati più attendibili rispetto ai modelli matematici fino ad ora utilizzati”.

Lo scopo di domani quindi è dare visibilità a quanto fatto, ma soprattutto discutere delle prospettive di sviluppo di questo contributo al Sistema Nazionale di Protezione Civile, cercando di capire “come migliorare la nostra capacità di risposta come Ente di ricerca a eventi di questo tipo, sia nella ‘prevenzione’ che nelle fasi di ‘emergenza’”.

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