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Marte, Nasa abbandona robot Spirit

di Marco Milano

 

La Nasa ci rinuncia: lo scorso mercoledì 25 maggio, l’ultimo fallimentare tentativo di ripristinare i contatti con Spirit, il robot-rover inviato ad esplorare la superficie di Marte, ha ufficializzato la chiusura della sua missione. Per dieci mesi gli scienziati responsabili del progetto Mer-A (Mars Exploration Rover A) hanno sperato che i pannelli solari di cui è dotato il rover potessero ricaricare le sue batterie e ripristinare i collegamenti, ma hanno gettato la spugna dopo un anno di silenzio radio. Dopo essersi incagliato in una duna di sabbia nel maggio 2009, i problemi tecnici di Spirit sono aumentati progressivamente e, a partire dal 22 marzo 2010, il rover marziano non ha più dato segni di vita. Atterrato sulla superficie rossa il 4 gennaio 2004 – celebri i rimbalzi dei grossi ‘airbag’ che lo ricoprivano – il robot era progettato inizialmente per durare appena tre mesi. Dopo un anno era, tuttavia, imprevedibilmente ancora attivo. La scelta di prolungare lo stanziamento dei fondi per il progetto si è rivelata col tempo vincente: per circa sette anni e 7730 metri percorsi tra crateri e montagne, Spirit ha inviato a terra preziose informazioni sul pianeta rosso, migliaia di foto ad alta risoluzione. La superficie marziana non è poi così rossa, innanzitutto: le caratteristiche geologiche investigate da Spirit descrivono un territorio rosso solo per una superficie molto sottile – comunque piena di piccoli minerali blu – con una varietà cromatica poco in profondità. Tra i successi più importanti, la scoperta di tracce d’acqua: le prove raccolte dal rover sono state interpretate come un sottile residuo acquoso, in strati di diversa composizione, proveniente da preesistenti quantità di neve o ghiaccio.

Probabili cicli di cambiamento climatico fornirebbero, quindi, un’importante supporto alle teorie di un passato bagnato per il pianeta rosso. Come ulteriore prova, nel corso della sua missione Spirit ha scoperto diversi tipi di rocce e minerali con caratteristiche tipiche dell’azione di erosione e spostamento provocato dall’acqua, come ematite, gesso e solfati di ferro. Lo spuntone di roccia in cui il rover è ‘inciampato’, nella duna di sabbia nel 2009, è stato però fatale. L’incidente ha impedito le azioni di routine del rover, programmato per posizionarsi su un punto coperto dal sole e portare così la sua temperatura interna a valori superiori a -40° C, mentre in quelle condizioni ha dovuto sopportare i -55°C notturni. Il tentativo di estrarlo individuando i movimenti giusti da far compiere a Spirit, tramite una simulazione sulla Terra, non è stato risolutivo – a causa anche del ritardo di diversi minuti con cui il robot rispondeva ai comandi inviati. Tardivi sono stati anche gli sforzi per riallineare i pannelli solari ed evitare il congelamento e danneggiamento dei circuiti elettronici interni. Nel gennaio dello scorso anno, il rover è stato classificato come “missione stazionaria”, prevedendo, a margine, degli esperimenti realizzabili anche da fermo. Il proseguo della missione si concentrerà adesso su Opportunity, il gemello di Spirit ancora attivo con quasi 30 km percorsi finora. Curiosity, il Mars Science Laboratory – l’ultima fase dell’evoluzione dei rover marziani, grande quanto un’automobile – partirà il prossimo 25 novembre, con arrivo sul pianeta previsto per l’agosto del 2012.
Di sicuro, sarà un atterraggio spettacolare. Seguendo la tradizione.

La pagina ufficiale delle missioni rover:
www.nasa.gov
NASA’s Spirit Rover Completes Mission on Mars:

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