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Arrestata la blogger siriana Amina Abdallah

Amina Arraf o anche Amina Abdallah, una blogger siriana «A Gay girl in Damascus», molto conosciuta dalla rete che era testimone della difficoltà di vivere la propria omosessualità in un paese arabo, dove amare una persona del proprio sesso viene considerato un crimine. Questo il motivo per cui è stata arrestata nelle ultime 24 ore da tre agenti in borghese nella capitale siriana, che l’hanno costretta ad entrare in un auto facendone perdere ogni traccia.

Figlia di un’americana e di un siriano, con la doppia cittadinanza, aveva vissuto per qualche tempo anche in America. A seguito delle rivolte contro il regime, scoppiate a marzo, dopo l’espulsione della maggior parte parte dei giornalisti stanieri dalla Siria, il suo blog era divenuto una delle principali fonti di notizie per la stampa internazionale. In uno degli ultimi post, datato 5 giugno, Amina scriveva: “Prima di ogni preghiera del venerdì seguiamo nuovi riti dell’abluzione. Tengo le unghie sufficientemente corte in modo che, se dovessero prendermi, non possano strapparmele via”, in riferimento al trattamento riservato, secondo attivisti, ad alcuni ragazzini arrestati nella regione di Daraa. “Ogni venerdì – proseguiva Amina – scrivo sul braccio il mio nome, gli estremi della carta d’identità e il numero di telefono. Scrivo lo stesso in inglese e in arabo sul petto e sulla schiena di mio padre. E così lui fa a me… Se io o lui dovessimo morire e se dovessimo finire in una fossa comune, quando ci dissotterreranno qualcuno saprà cosa ne è rimasto di noi”

(Utimo aggiornamento, 8 giugno ore 15.00)

Come specificato in un blog del Wall Street Journal: le foto circolate da giorni, così come quella sopra, non ritrarrebbero Amina Abdallah. A confermarlo è Jelena Lecic che sostiene di essere la persona dell’immagine. Le foto si trovavano sul suo profilo Facebook e le sono state rubate, ha dichiarato.

 

Vedi anche:

Amina, la blogger siriana che era un uomo

8 COMMENTI

  1. ah ah ah…
    …toh, è nata un’altra “eroina” da dare in pasto al popolo bue!
    Non bastavano le bufale sulla finta-morta Neda, colorata dal ketchup, o sulla finta lapidazione della uxoricida Sakineh, adesso c’è pure la “santa lesbica Amina”, finta sequestrata-scomparsa, roba da scompisciarsi dalle risate”.
    E io pago…

  2. Profeta ! Già questo nome la dice lunga. Il suo cervello, ammesso che esista, è un concentrato di arroganza , pertanto è chiaramente indubbia la sua totale ignoranza.

  3. Ecco alcuni stralci giornalistici che potrete facilmente trovare in rete:
    …Andy Carvin Ha contattato tutti i giornali che hanno ottenuto un’intervista da Amina, finendo per scoprire che ogni intervista è sempre stata conclusa via mail, così da rendere impossibile l’accertamento della verità…
    …Qui non si parla di “comunicare solo via mail”. Qui si parla di identita` rubate, di ricerche condotte e che portano a non avere uno straccio di prova dell’esistenza di questa ragazza, di famigliari o della cugina portavoce…
    …Il New York Times aggiunge che una donna canadese chiamata Sandra Bagaria, che si era identificata come amica di Amina nell’interivsta al Times, alla BBC, ad Al Jazeera e al Global Winnipeg, non l’ha in realtà mai vista, avendo invece comunicato con lei via mail…
    …La foto che è stata utilizzata per illustrare la vicenda di Amina Abdallah Araf, non sarebbe della ragazza. Una donna che abita a Londra e si chiama Jelena Lecic sostiene di essere lei la persona dell’immagine, e che la foto si trovava sul suo profilo facebook e le è stata rubata…
    …Una donna inglese denuncia: «La donna ritratta nella foto che ha fatto il giro del mondo sono io». E in un blog del 2007 la ragazza siriana spiegava: «Mescolerò realtà e finzione…
    …Martedì mattina Jelena Lecic, una donna londinese di 37 anni, ha visto la sua faccia sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Era diventata, a sua insaputa, il simbolo della protesta siriana e la martire della conseguente repressione. Per un giorno. Il tempo di far emanare al suo ex-marito un comunicato in cui invitava i media a rimettere nel cassetto quelle immagini e continuare le loro indagini…
    …Per prima cosa, nessun giornalista è mai riuscito a incontrare di persona Amina. Nessuno che l’abbia incontrata s’è fatto vivo con i media, che pure stanno coprendo la storia. Una donna canadese, Sandra Bagaria, che ha detto alla BBC, al New York Times e ad Al Jazeera di essere amica di Amina, ha poi ammesso di non averla mai incontrata dal vivo. La CNN intervistò Amina, ma solo via mail. Carvin
    ha detto di essere stato contattato da una lesbica siriana che dice che Amina, in realtà, non esiste: sarebbe solo un nome d’arte. La foto apparsa sui media sarebbe di una donna inglese, Jelena Lecic. E dal momento dell’apparizione della smentita sull’autenticità dell’immagine in poi, sulla pagina Facebook sono sparite tutte le foto di Amina-Jelena…

  4. nemo profeta ………. ma sei normale ? o hai qualche problema di identità………….ti prego fallo per la tua famiglia fatti visitare…………………..

  5. Grazie a te Anna Esposito.
    Alla fine ho avuto ragione anche a suo tempo: per la finta morte di Neda (ricordate la “povera eroina” dell’onda verde-marcio?), e per l’inesistente pena della lapidazione in Iran (vedi Sakineh, l’uxoricida Sakineh)
    Per Elios: prrrrrrrrrrrrrrr!!!

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