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Cesare Battisti è libero

Il Tribunale Supremo federale del Brasile rigetta il ricorso dell’Italia per ottenere l’estradizione di Cesare Battisti, considerato «perseguitato politico a rischio di morte»,  ora è libero, i giudici ne hanno disposto la scarcerazione immediata. Durava da quattro anni la sua reclusione nel penitenziario di Papuda, vicino Brasilia. L’ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo, tramite i suoi legali, ha già inoltrato la richiesta di un visto permanente di soggiorno per continuare a vivere in Brasile.

Reazioni di disappunto da parte di Giorgio Napolitano, che parla di «decisione deplorevole»,  Il Presidente della Repubblica, ritiene che quanto disposto dal Tribunale federale del Brasile contrasta con gli storici rapporti di consanguineita’ e amicizia tra i due paesi, e rinnova l’espressione della sua vicinanza e solidarieta’ ai famigliari delle vittime degli orrendi delitti commessi da Cesare Battisti. Egli appoggia pienamente ogni passo che l’Italia vorra’ compiere avvalendosi di tutte le istanze giurisdizionali cui compete assicurare il pieno rispetto delle convenzioni internazionali.

In una  nota della Farnesina si apprende che l’Italia e’ pronta ad attivare “immediatamente ogni ulteriore possibile meccanismo di tutela giurisdizionale presso le competenti Istituzioni multilaterali, e in particolare presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, per perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale”. Le motivazioni della scarcerazione di Battisti, secondo il ministro della Giustizia Angelino Alfano, prefigurano «un vero e proprio attacco al principio di sovranità dello Stato italiano, poichè mette in dubbio la tenuta delle sue alte istituzione democratiche».  Amarezza espressa dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal presidente del Senato Schifani, mentre e il ministro della Difesa La Russa ha dichiarato che «nulla resterà intentato per riportare Battisti in Italia».  Di Pietro dell’Idv definisce «doppiamente scorretta» la decisione perchè «viola gli accordi di cooperazione giudiziaria con l’Italia ed emette un provvedimento che  è oggettivamente in favore del terrorismo», mentre Vannino Chiti, vice presidente del Senato si chiede «se la delegittimazione continua della magistratura nel nostro Paese non abbia potuto contribuire alla decisione negativa e inaccettabile delle autorità brasiliane».

Le reazioni dei familiari sono di stupore, «sono senza parole» ha dichiarato all’ANSA, Alessandro Santoro, figlio di Antonio, il direttore delle carceri di Udine assassinato il 6 giugno 1978 da Battisti. «E’ un atto di forza e di potere di un Paese crescente, che rende legittimo un atto di forza e di violenza di quegli anni ’70. Credo che in questo momento si dovrebbe anche stare in silenzio. La decisione aggiunge a una ferita mai chiusa un’ombra di irrazionalità, lo spettro dell’impunità che indebolisce la fiducia nelle relazioni democratiche internazionali». Adriano Sabbadin, figlio di Lino, macellaio ucciso da un commando dei Pac il 16 febbraio 1979, ritiene laa decisione del Tribunale federale del Brasile  «uno schiaffo; è l’ennesimo schiaffo», mentre ai microfoni di Start-Rai Radio 1, parla  Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 a Milano. A causa di quell’agguato egli stesso rimase ferito e costretto su  una sedia a rotelle, Battisti è stato condannato come uno degli organizzatori. Per lui si tratta di «una sentenza è quasi assoluta. Sembra quasi che i giudici si siano riuniti solo per scarcerarlo: c’è stata troppa fretta. Una fretta che colpisce. È una cosa ignobile e assurda in ogni civiltà».

4 gli ergastoli che pesano sul capo di Cesare Battisti con sentenza definitiva.  Per l’omicidio del maresciallo della polizia penitenziaria, all’epoca agente di custodia,  Antonio Santoro, il cui omicidio il 6 giugno 1978 a Udine fu rivendicato l’indomani dai Pac e Battisti fu uno dei killer. Poi l’omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani il 16 febbraio 1979 a Milano, nel quale rimase ferito e invalido anche il figlio Alberto allora quindicenne, omicidio per il quale Battisti fu condannato come co-organizzatore, quello del macellaio di Mestre Lino Sabbadin, per il quale, secondo i giudici, Battisti fornì una copertura armata all’esecutore materiale. L’ultima condanna riguarda l’omicidio il 19 aprile 1979 di Andrea Campagna, agente della Digos, Battisti era uno degli esecutori materiali.

1 COMMENTO

  1. rinnoviamo l’italia-diamo incarichi di grande responsabilita’ aMARIO MONTI e a STEFANO RODOTA’-chiediamo una legge quadro sui partiti che preveda il divieto di accesso ad incarichi rappresentativi a pregiudicati per particolari tipi di reato-preveda la regolamentazione delle scissioni e il divieto di scissioni con conseguente nascita di nuova ormazione politica nel corso di una legisltatura-che preveda la necessita di una preparazione adeguata per accedere alla funzione di parlamentare-legislatore possibilmente certificata da studi accademici-pubblicazioni ett-che preveda la riduzione delle 250mila persone che oggi in italia vivono di politica-

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