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Fisco: in aumento accertamenti. Tutti "presunti evasori"

Conti correnti sempre più trasparenti, questo il piano strategico emerso da una circolare della Agenzia delle Entrate e da una direttiva della Guardia di Finanza.  E infatti le indagini finanziarie e gli accertamenti sui conti correnti sono aumentati del 34,2%. E la tendenza è in crescita. Sotto la lente d’ingrandimento piccole imprese e professionisti, piccoli commercianti, artigiani e atipici. Tutti presunti colpevoli, “presunti evasori”, che dovranno dimostrare la propria innocenza. Le indagini si appuntano sui movimenti in entrata e in uscita dal conto:
•  per i versamenti occorre dimostrare che non si tratta di somme in nero o che non erano tassabili;
•  per i prelievi bisogna indicare il destinatario delle somme e la causale del trasferimento. Tuttavia il fisco può far scattare ugualmente la presunzione di ricavi non dichiarati.
Dimostrare la propria innocenza diventerà complicato soprattutto per piccoli lavoratori autonomi titolari di partita Iva che possiedono un unico conto per uso professionale e personale. Anche dopo molti anni i verificatori possono chiedere giustificazioni di movimentazioni che risultano impossibili da fornire perché non corrispondono a fatture registrate (es. acquisti per la famiglia, vacanze ecc.). E questo non lascia scampo al contribuente. Ciò che lascia perplessi è che a rimanere per lo più fuori da questa caccia all’evasione restano i “grandi contribuenti”, che non sembrano minimamente toccati dalle indagini a tappeto messe a punto dagli 007 del Fisco.

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